EFFETTO RENZI: LE AZIENDE ALLE CORDE NON PAGANO I FORNITORI
CROLLATE LE POSSIBILITA’ FINANZIARIE, MANCA LA LIQUIDITA’
L’anticipo del Tfr in busta paga rischia di tradursi in una batosta soprattuto per le piccole e medie imprese già strangolate dalla crisi.
A tratteggiare lo scenario della situazione in versano le aziende sono la Cgia e la Confcommercio.
Il segretario della Cgia Bortolussi si chiede come faranno le imprese schiacciate dalla crisi a trovare le risorse per anticipare le liquidazioni.
«Le banche, lo sappiamo bene, in questo momento prestano il denaro solo a chi ha una certa solidità finanziaria; agli altri, purtroppo, l’accesso al credito bancario è praticamente precluso».
Inoltre se, come si dice, «l’operazione sarà a costo zero per l’imprese private, per quale motivo il Governo non estende la possibilità di richiedere l’anticipazione della liquidazione anche ai lavoratori del pubblico impiego?»
È evidente, conclude Bortolusi, «che le cose stanno diversamente da come il governo vorrebbe presentarle».
Una fotografia della situazione critica delle imprese emerge dall’osservatorio regionale sul credito della Confcommercio.
Nel secondo trimestre del 2014, quasi la metà delle aziende del terziario (48%) ha visto ridursi sensibilmente la capacità finanziaria, ovvero la possibilità di riuscire a fare fronte ai propri impegni finanziari, a pagare i propri fornitori, le tratte in banca, o a fare fronte agli oneri contributivi e fiscali.
Nel Centro-Sud la situazione è più grave.
Nel Lazio per il 50% delle imprese del terziario la capacità finanziaria è peggiorata mentre in Abruzzo si trova in questa situazione il 48%. Solo l’Umbria con il 59,3% e la Sardegna con il 54% fanno peggio.
L.D.P.
(da “il Tempo“)
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