ETRURIA, LA NUOVA BANCA PROVA A TACITARE 683 RISARMIATORI: ANTICIPO PARZIALE DI INDENNIZZO
“UN ESPEDIENTE PER TAMPONARE LA FUGA DEI CORRENTISTI” LA RISPOSTA DELLE ASSOCIAZIONI DEI CONSUMATORI
Sono 683 i risparmiatori che potrebbero ricevere subito, ovvero primo del varo dei decreti che faranno partire l’arbitrato e il fondo di solidarietà di 100 milioni, un anticipo di indennizzo dopo il fallimento/salvataggio di Banca Etruria.
Operazione del governo che però ha azzerato i conti di molti risparmiatori e portato al suicidio un pensionato di 68 anni.
L’ipotesi, riportata dal quotidiano La Repubblica, è la soluzione al vaglio di ministero dell’Economia e Bankitalia e che riguarderebbe a coloro che a causa del crac dell’istituto di credito hanno perso quasi tutto; nello specifico coloro che hanno investito meno di 100mila euro puntando per oltre il 50% del loro patrimonio sulle rischiosissime obbligazioni subordinate che sono state azzerato quando Banca Etruria è stata sciolta.
Questi risparmiatori poi potranno accedere all’arbitrato e dunque recuperare l’intera cifra. A mettere mano alle tasche è la nuova Banca Etruria.
Una decisione, voluta dal governo per “attenuare la tensione” esplosa attorno all’istituto che ha avuto un pesante strascico politico per il passato ruolo operativo del padre del ministro delle Riforme di Maria Elena Boschi, che ha superato alla Camera una mozione di sfiducia presentata dal M5s.
Inoltre il varo dei decreti è ancora lontano perchè c’è da scrivere i testi.
C’è poi da mettere in conto che l’affaire Etruria, per cui sono state avviate più inchieste e una di queste potrebbe avere già come titolo di reato la bancarotta fraudolenta, la fuga degli altri correntisti dall’istituto che per una banca in attesa di essere venduta.
Via Nazionale ha, infatti, avviato avvia il processo di cessione delle quattro good bank nate con il decreto Salva banche (Nuova Banca Marche, Nuova Banca Etruria, Nuova Cassa di Risparmio di Chieti e Nuova Cassa di Risparmio di Ferrara).
E segnali di interesse, secondo quanto riferito dal presidente Roberto Nicastro, si sarebbero già palesati sia dall’Italia che dall’estero e la vendita dovrebbe concludersi entro la primavera inoltrata.
L’imperativo è rassicurare. Come del resto ha cercato di fare l’Abi con una lettera agli italiani pubblicata sui principali quotidiano il 31 dicembre scorso: “Il riassetto di quattro banche, da tempo in difficoltà , ha creato dolorose ripercussione anche su una parte minoritaria degli investitori, mentre lo stesso mondo bancario, da solo, con senso di responsabilità ha sostenuto, con un esborso di oltre due miliardi di euro, la rinascita delle quattro banche, il risparmio dei depositanti e migliaia di posti di lavoro. Il nostro impegno continua”.
La mossa non soddisfa le associazioni dei consumatori. Che definisce i parziali rimborsi “espedienti sia per arginare le proteste itineranti dei risparmiatori che evitare la fuga massiccia dei depositi”.
Adusbef e Federconsumatori, comunque, fanno sapere “di apprezzare l’apertura ai rimborsi anticipati”.
“Le proteste di piazza ed i ricorsi giudiziari — avvertono però le due associazioni — non si fermeranno fino a quando non ci saranno rimborsi integrali per tutti i derubati da Bankitalia e dallo Stato”.
Saranno anche depositate nei prossimi giorni eccezioni di costituzionalità del bail in entrato in vigore dal 1 gennaio, definendo questa norma “un esproprio criminale del risparmio, ideata dalla cleptocrazia europea, da troika e Bce per addossare crac e dissesti bancari provocati dai banchieri e dall’omessa vigilanza delle banche centrali, ad azionisti, obbligazionisti, depositanti per palese ed evidente contrasto con la Costituzione, in particolare con il pilastro fondante dell’art.47 che tutela e salvaguardia il risparmio”.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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