ETTORE ROSATO, IL VOLTO DEL PD FAVOREVOLE AD ACCORDI CON IL PDL
RITRATTO DEL FRANCESCHINIANO BULLDOZER: “SPINGI SUL VERDE”
Passerà alle cronache parlamentari di queste ore come l’uomo che ha alzato il pollice perchè il gruppo Pd alla Camera votasse compatto la sospensione dei lavori, per accontentare Berlusconi e le sue truppe, feriti dalla “fretta” della Cassazione.
“Spingi sul verde, spingi sul verde”, raccontano che continuasse a urlare ai più recalcitranti mentre la sirena scandiva gli ultimi istanti utili per ricondurre tutti al voto.
Franceschiniano di ferro, vicepresidente del gruppo democratico addetto all’aula, ad Ettore Rosato, triestino dai toni pacati, è toccato uno dei compiti più ingrati nel mercoledì nero del Parlamento.
Quello di dover spiegare le ragioni di un voto difficilmente comprensibile ai più.
E poi di dover pure limitare i danni, evitando che troppi democratici, persi dietro le contraddizioni del suo ragionamento, si discostassero dalle indicazioni del “gruppo”. Il resoconto stenografico dell’aula resterà memorabile.
“Noi siamo contrari, e lo abbiamo detto a chiare lettere in Conferenza dei presidenti di gruppo, sulla stampa e lo continueremo a dire, a qualsiasi tentativo di blocco delle istituzioni di qualsiasi tipo e da chiunque proposto”, si alza a spiegare Rosato, accompagnato dagli applausi dei deputati del Pd e di Scelta Civica, fedelmente annotati.
E dispersi dal prosieguo del ragionamento. Che recita: “Con la stessa chiarezza – noi siamo per acconsentire a una richiesta che il capogruppo Brunetta ha posto in termini molto corretti e molto concreti all’interno della Conferenza dei presidenti di gruppo”. E qui gli applausi dei suoi lasciano la scena a quelli ironici — anzi “polemici”, come annota il resoconto stenografico — che si alzano dai banchi del gruppo MoVimento 5 Stelle. Accompagnati dalle grida: “Venduti! ” e “Vergogna! ”.
Da Triestino, Rosato non è uno che si scompone.
Classe 1968, diplomato ragioniere al-l’ITC G. R. Carli, assunto alle Assicurazioni Generali, Rosato, cattolicissimo, muove i suoi primi passi nella Dc, prima di Tangentopoli.
Per poi diventare subito dopo la giovane promessa della nuova politica triestina, al fianco del sindaco Riccardo Illy.
Destinato a succedergli. Ma fermato dalla sconfitta alle amministrative del 2006.
Da lì si schiudono per lui le porte della politica nazionale. “D’ora in poi verrà a Trieste scortato da due pompieri”, lo battezzarono i suoi concittadini più maligni quando divenne sottosegretario all’Interno con delega sui vigili del fuoco.
Grande amico di Dario Franceschini, coordinatore della sua campagna per le primarie del Pd, lo ritroviamo qualche anno dopo che cerca di proteggere il suo “vate” dalle accuse dell’ex tesoriere della Margherita Luigi Lusi.
Nella scorsa legislatura, anche lui ha vestito i panni di tesoriere, del gruppo Pd. Stavolta gli è toccato un compito forse più ingrato.
Mariagrazia Gerina
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