NELLA BASE PD E’ RIVOLTA: “LIBERIAMOCI DALL’ABBRACCIO MORTALE DI SILVIO”
ELETTORI E MILITANTI CHIEDONO UNA SVOLTA …OCCUPY PD: “IL CONGRESSO ULTIMA SPIAGGIA”
“Aderisci al Pd online”: così i democratici inconsapevoli, sulla loro pagina ufficiale di Facebook, scatenano le perfide ironie degli (ex) elettori.
Medaglia d’oro a John Smith, che si chiede: “Ma mettendo questa tesserina nel decoder riceverò anche Mediaset Premium?”.
Seguono altre domande: “È compresa anche la gita ad Arcore?”, “Mi pagate?”, “Non avevate spazio per la L?”, “Ma che, so’ stronzo?”.
Poi qualche affermazione: “Andate a cagare”, “sparatevi”, “Pdl-live, siete fantastici”, “Emilio Fede vi fa una pippa, servi!”. E una proposta: “Facciamo un minuto di silenzio per l’idea geniale”.
Perchè il giorno dopo — davanti al partito “inginocchiato”, che si accoda ai diktat del Cavaliere votando “sì” alla sospensione dei lavori parlamentari — assimilato quello “spettacolo terribile ” (come l’ha definito un giovane deputato ancora disorientato), la domanda che sintetizza gli umori della base è questa: “Cos’è sta puzza di cadavere?”.
I militanti, da ieri, si dividono in due: quelli che si esprimono a insulti e quelli che non riescono neanche più a parlare, che vogliono solo dimenticare.
E basta fare un giro alla festa dell’Unità , a Roma, per notare che chi c’è (e sono pochi) è lì solo per “le salsicce, una birra, un giretto.
Il Pd? Non me lo dovete no-mi-na-re!”.
Alla fase dell’accettazione, invece, non si avvicinano neanche i giovani di “Occupy Pd”, che ieri si sono riuniti per programmare nuove invasioni delle sedi del partito.
E anche se le letture, in giro per l’Italia, sono diverse (per qualcuno il partito è morto martedì, per altri deve sopravvivere almeno fino al congresso), il denominatore comune è la frustrazione.
“Èstato un disastro totale. I nostri dirigenti sono dei pazzi scatenati”, dice Elly Schlein, volto e voce di un movimento che si fa sempre più agguerrito.
Ieri mattina, raccontano gli attivisti, “siamo andati al lavoro tranquilli, perchè i nostri avevano escluso l’ipotesi di seguire il Pdl. Invece nel pomeriggio l’hanno fatto davvero”. Le giustificazioni ufficiali, quelle che richiamano prassi parlamentari e tecnicismi, sono “fastidiose come zanzare”: secondo il torinese Daniele Diotti “c’era da prendere una decisione ovviamente politica, che non osino negarlo. Ormai è evidente che l’agenda del Pd la dettano i processi di Berlusconi, e ci minacciano pure di far cadere il governo: il 30 luglio è diventata la data del-l’Apocalisse anche per noi. Vipare possibile?”.
Il tenore dei ragionamenti è lo stesso, dal Nord alle isole.
Con la convinzione diffusa che abbandonare quel che resta del Pd, e creare un nuovo gruppo, non è un’opzione: “Se pensassimo che la base ragiona come quei porci dei dirigenti ce ne andremmo, ma non è così. Gli elettori sono furiosi e basiti da questa autoreferenzialità ”, dice Elly dalla cadenza romagnola.
E se le anime di Occupy Pd sono “sconvolte, incazzate” e si preparano “all’ultima battaglia ” (quella “per cambiare il partito al prossimo congresso”), gli elettori comuni sembrano sempre più disinteressati.
Al parco Schuster, davanti all’imponente basilica di San Paolo, c’è chi lancia occhiate furenti se solo orecchia il nome di qualche dirigente (“speriamo non si facciano vedere: come Franceschini, che ha colto l’occasione della pioggia per dare buca”).
Un signore, al tramonto, cerca un po’ di pace facendo il saluto al sole, mentre girando tra i chioschi, proprio alla festa dell’Unità , la risposta è sempre la stessa: “Di politica non voglio sentir parlare”.
Beatrice Borromeo
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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