“FACCIO IL FACCHINO A 3 EURO E MEZZO L’ORA CON CONTRATTO PART-TIME”
LE TESTIMONIANZE DA LEGGERE PER CAPIRE COME VENGONO SFRUTTATI TANTI ITALIANI CON UN GOVERNO COMPLICE DEGLI SFRUTTATORI.., PROMEMORIA PER I SOVRANISTI: SAPETE COSA FAREBBE UNA DESTRA VERA? NON AVREBBE PIETA’ PER CHI VIOLA LE LEGGI E SFRUTTA ALTRI ESSERI UMANI
L’alba li sorprende mentre ancora lavorano, chi a lavare pavimenti, chi a scaricare camion, chi a faticare nei campi.
«D’inverno è più dura – dice Carmen – la luce arriva solo quando stiamo uscendo». Scende da un furgoncino con le insegne di un’impresa di pulizie, in mano stracci, scope e secchielli. La sua collega apre la porta di una filiale bancaria: gli uffici dovranno essere in ordine e puliti per quando arriveranno i dipendenti e il pubblico.
Carmen ha 28 anni, tre figli: «Lavoro qui da poco – sussurra per non farsi sentire dalle altre – prendo circa 4 euro lorde all’ora». In regola con i famigerati contratti che i sindacati definiscono «pirata», firmati da organizzazioni spesso non riconosciute e di cui molte imprese del settore multiservizi fanno uso.
Liberalizzazione al ribasso. Dietro a ogni alchimia economica che governa il mercato, alla fine di ogni catena, c’è una persona che fatica e impreca per una paga ridotta all’osso.
Come Julio, la sua alba segna la fine del lavoro. «Di notte riempio di merce gli scaffali dei supermercati» dice. Contratto part time: 14 ore settimanali. «Spesso però ne faccio di più». Tutte pagate? Lui sorride e non risponde: «Le ore in busta sono pagate circa 3 euro e mezzo». Ma i supermercati sono un piccolo mondo di mansioni e gerarchie che si calcolano con manciate di euro.
Romina è una neocassiera: prende 8 euro lordi. «Quando le casse sono aperte bisogna fare attenzione che tutto fili liscio». E in questa missione rientra anche Andrea, addetto alla sicurezza. «La mia paga oraria è di 5 euro e 78 centesimi lordi, spesso sono in servizio anche 12 ore filate».
Ecco il sottobosco delle tribolazioni stipendiate. Di chi lavora quando gli altri dormono. Di chi non ha smart working, né privilegi o premi. Di chi, durante la pandemia, ha continuato a lavorare per fare sembrare normale questo mondo sprofondato nell’emergenza, ma senza mai ricevere ammirazione pubblica.
Risalendo quella catena, dagli scaffali e dalla casse si arriva ai campi. Altra fatica, altro sudore. «Lavoro in campagna – racconta Hamza – dalle parti di Castagnole Monferrato. Mi pagano a fine giornata: 5 euro all’ora». In nero o con i voucher? Hamza preferisce non dirlo.
E poi c’è chi si prende cura delle persone.
«Ho iniziato come babysitter – dice Giulia – con una paga oraria di 6 euro all’ora: la famiglia per cui lavoravo ha voluto mettermi a posto e ovviamente erano lorde». Poi Giulia ha deciso di fare altre mansioni: stirando, facendo le pulizie in casa. Così ha ottenuto un aumento e la paga oraria è aumentata di 50 centesimi.
«Qualche ora in più mi faceva comodo – sostiene la ragazza – ed ho accettato». Poi è diventata anche badante, perché la decana della famiglia che l’aveva assunta aveva necessità di essere seguita costantemente. «Ora prendo 7 euro e mezzo – dice – sempre a posto con tasse e contributi». All’opposto, la storia di Santina: «Faccio le pulizie a casa di diverse famiglie: stiro, rassetto e lavo i vetri. Prendo sui venticinque euro a giornata. Tutti in nero»
(da La Stampa)
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