FAIDA ANIMALISTA, I VERDI ALL’ATTACCO DI BRAMBILLA: “IN PASSATO HAI VOTATO CONTRO L’AMBIENTE”
POLEMICA ANCHE SUL CASO SIDOLI
La faida animalista è appena cominciata e la spaccatura provocata dal partito del 5% di Michela Brambilla comincia a far sentire i suoi effetti.
Un attacco frontale all’ex ministra di Silvio Berlusconi arriva dai Verdi, ai quali Brambilla ha “sottratto” di recente Rinaldo Sidoli, già delegato nazionale alla difesa dei diritti degli animali.
I Verdi contro Brambilla.
L’accusa per la deputata forzista è di aver sostenuto in Parlamento, in linea con il suo partito, provvedimenti contrari alla tutela dell’ambiente ambiente: “Dal 2008 a oggi Brambilla ha votato per il ritorno del nucleare – tuona Angelo Bonelli, co-portavoce nazionale dei Verdi – nonchè per l’aumento dei limiti del benzopirene, sostanza cancerogena che ha provocato la mattanza nel 2010 di migliaia di pecore. Per non parlare della sua proposta da ministro del turismo di realizzare campi da golf nelle aree protette, sollevando le ire di Wwf e Legambiente. O del suo sì allo spezzettamento del Parco dello Stelvio contro il parere delle maggiori associazioni ambientaliste”.
Per Bonelli si tratta di “contraddizioni troppo evidenti, Brambilla e Berlusconi sono campioni di incoerenza, prima hanno votato le peggiori nefandezze in campo ambientale e ora prendono in giro gli elettori. È impensabile disgiungere l’animalismo dall’ambientalismo, bisogna ragionare in termini di tutela dell’intero ecosistema”.
E ricorda un ultimo fatto, precedente alla “conversione animalista” del Cavaliere: “Silvio Berlusconi, oggi socio fondatore del partito animalista, nel 2002 presentava il disegno di legge 2297 chiamato “ammazza fringuelli” e il numero 1798, che consentiva la caccia nei parchi”.
Brambilla si difende.
La presidente del Movimento animalista ribatte ai Verdi punto per punto: “Ritorno al nucleare? Mai votato. Lo spezzettamento del parco dello Stelvio sta in un comma della legge di stabilità del governo Letta. L’innalzamento dei limiti per lo sversamento del benzopirene era nel decreto Competitività di Renzi. Quanto ai campi da golf, qualsiasi eventuale iniziativa nelle aree protette, secondo la proposta di governo che non è mai andata in aula e quindi mai votata, sarebbe stata soggetta alla totale condivisione dell’ente parco”.
L’addio ai Verdi di Sidoli.
Quanto al caso Sidoli, il dirigente dei Verdi con delega agli animali passato con Brambilla, sembra che il dissidio interno fosse in atto già da alcuni mesi. Motivo dello scontro la legge sullo Ius soli.
“Da tempo gli avevamo fatto presente che le sue posizioni xenofobe, contro immigrati e Ius soli, erano incompatibili con la nostra visione ecologista della società e del mondo” afferma ancora Bonelli, che aggiunge: “È contradditorio fare una battaglia in difesa degli animali e poi non occuparsi delle persone che muoiono in mare. A questo punto è un bene che sia uscito e abbia fatto la sua scelta”.
L’ex verde però reagisce e racconta la sua versione dei fatti: “È dal 2013 che insistevo sulla necessità che i Verdi si occupassero con più impegno degli animali. Per questo, quando Michela Brambilla mi ha cercato, io ho accettato di aderire al suo movimento, che giudico veramente trasversale”.
Del marchio berlusconiano impresso al partito degli animali, non sembra preoccuparsene: “Berlusconi per me è sempre stato un avversario, ma qualunque politico si può ravvedere. Anche la foto con l’agnellino in braccio è stata sì un’operazione mediatica, ma ha convinto molte persone a non mangiare carne di agnello a Pasqua”.
Quanto alle accuse di xenofobia, Sidoli le respinge al mittente: “Le ritengo infamanti – risponde ancora il neodirigente del Movimento animalista, originario della Bolivia e adottato da una famiglia italiana quando aveva 5 anni – sono per l’accoglienza ai profughi, ma non penso che a farsene carico debba essere solo l’Italia.
(da “La Repubblica”)
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