FINI SFIDUCIA BOCCHINO, PER POCO NON FA SALTARE IL TAVOLO: “MONTI PREMIER CON PD E TERZO POLO”
FINI COSTRETTO A INTERVENIRE E A SMENTIRE IL SUO VICE… IL PDL ERA GIA’ INSORTO: “A RISCHIO IL TENTATIVO DI FORMARE IL NUOVO GOVERNO”
«Berlusconi ha capito che deve trattare con noi. Questa è la sua sola opzione. Noi invece ne abbiamo tre: accettare l’intesa con il Pdl, che però non potrà a quel punto esprimere il candidato premier; andare alle urne come Terzo polo, per essere determinanti al Senato dopo il voto. Oppure sostenere che l’esperienza del governo che sta per nascere debba proseguire anche nella prossima legislatura, costruendo un’alleanza con il Pd che preveda Monti come candidato a palazzo Chigi».
Le parole di Italo Bocchino al Corriere della Sera hanno rischiato di causare un incidente diplomatico dalle conseguenze imprevedibili.
La sola ipotesi che il governo tecnico che le forze politiche si stanno impegnando trasversalmente a far nascere possa essere il viatico per un futuro ruolo anche politico del premier in pectore ha rischiato di mandare tutto a carte 48.
E’ stato necessario l’intervento di Gianfranco Fini, che attraverso il suo inner circle ha parlato esplicitamente di un «errore», per far calmare – se non altro all’apparenza – le acque.
La situazione è stata sul punto di precipitare negli stessi istanti in cui Alfano, Cicchitto e Gasparri entravano a Palazzo Giustiniani per incontrare Monti sulle prospettive della nascita del nuovo esecutivo.
Solo pochi minuti prima le agenzie di stampa avevano diffuso la nota del portavoce del Pdl, Daniele Capezzone – redatta come lui stesso ha specificato «quando manca meno di un’ora all’incontro con il presidente incaricato» -, che senza mezzi termini parlava di un «tentativo Monti messo irresponsabilmente a rischio».
«La posizione del Popolo della Libertà è netta – aveva sottolineato Capezzone -: mentre il Capo dello Stato cerca di condurre in porto una delicata intesa politica e mentre il Pdl e il centrodestra hanno agito e agiscono con massima responsabilità , c’è, di tutta evidenza, chi gioca allo sfascio». Un’accusa dura che non ha però portato ad una correzione di tiro da parte di Bocchino.
Il quale, al contrario, ha rilanciato: «Il Pdl anzichè agitarsi dinanzi a una provocazione farebbe bene ad essere forza politica responsabile e a sostenere senza se e senza ma il governo Monti, ponendo fine ai troppi distinguo con cui cerca un viottolo che lo porti al voto».
A quel punto, c’erano tutte le premesse per un possibile botto.
C’è voluto l’intervento di un irritato Fini per calmare le acque.
E’ il prezzo che si paga quando qualcuno prende troppo potere all’interno di un partito e un manovale della politica si traveste da grande stratega.
Certe volte il silenzio è d’oro.
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