FIRME FALSE PIEMONTE: PER IL TAR RICORSO INAMMISSIBILE, SALVO CHIAMPARINO
AMMISSIBILE SOLO PER IL VOTO PD DI TORINO
La legislatura di Sergio Chiamparino è sostanzialmente salva. Il Tar ha respinto buona parte dei ricorsi presentati dall’ex consigliera della Lega Patrizia Borgarello contro le firme false o irregolari a corredo delle liste del centrosinistra alle ultime regionali.
Il ricorso è inammissibile per quanto riguarda il listino regionale, la lista eletta direttamente con la vittoria del candidato presidente, la lista Chiamparino per il Piemonte a Cuneo e il Pd di Torino.
Per quanto riguarda la lista del Pd di Torino il tribunale ha concesso il termine per presentare querela di falso e andare a verificare l’entità delle firme false aggiornando l’udienza al 29 ottobre.
In definitiva eventualmente potrebbe essere bocciata solo la lista del Pd di Torino, con i suoi eletti.
Le altre liste – Chiamparino compreso – restano in piedi.
L’udienza
È iniziata al Tar di Torino l’udienza sui ricorsi elettorali contro l’ammissione di 4 liste che sostenevano Chiamparino nelle ultime elezioni regionali.
Il presidente del Tar Lanfranco Balucani ha dato la parola ad Alberto Caretta, l’avvocato che assiste Patrizia Borgarello, ex consigliera provinciale leghista che ha firmato il ricorso principale in qualità di privata cittadina.
Caretta sta discutendo uno dei temi al centro del dibattito tra le parti: se cioè i giudici debbano pronunciarsi solo sulle irregolarità nelle firme indicate nei ricorsi o debba prendere in esame anche tutti gli altri documenti, parte dei quali sequestrati dalla procura di Torino che sta portando avanti un’indagine penale che conta 13 indagati. «Insisto nel chiedere che vengano acquisiti tutti gli atti relativi all’ammissione delle liste, anche all’esito dell’indagine penale» ha detto Caretta, secondo il quale la decisione può arrivare solo quando sarà verificato il numero delle firme false.
La difesa
Il professor Vittorio Barosio, che assiste i consiglieri di centrosinistra, ha ribadito che il giudizio debba riguardare i soli atti impugnati e i moduli contestati.
E sarebbe irrilevante il fatto che successivamente il ricorrente abbia scoperto successivamente altre eventuali alte irregolarità : «Chiedere altri documenti o attendere l’indagine penale ci porterebbe fuori dal ricorso», ha detto Barosio.
Che ha anche sottolineato l’errore nel conteggio delle irregolarità effettuato dai legali di Borgarello.
Andrea Rossi
(da “La Stampa“)
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