FISCHIETTI, URLA E LACRIME CONTRO LA BANCA TRADITRICE: “RUBATI I RISPARMI DI UNA VITA”
CONTESTATO L’AD DELLA POPOLARE DI VICENZA: LE AZIONI VALGONO UN DECIMO
Fischietti, urla, imprecazioni.
L’assemblea dei soci della Banca Popolare di Vicenza, chiamata oggi a decidere sul futuro dell’istituto, ha preso il via all’insegna della contestazione nei confronti dell’amministratore delegato, Francesco Iorio.
Non appena il manager ha iniziato a spiegare perchè i soci devono dire tre volte Sì alla trasformazione della banca da Popolare in Spa, all’aumento di capitale e alla quotazione in Borsa, dalla platea è montata la protesta.
Tra i 5.448 soci presenti a decine hanno iniziato a urlare contro il manager, accusandolo di non aver fatto abbastanza per risollevare le sorti della banca.
L’accusa più pesante è quella di non aver tutelato il valore delle azioni in mano ai soci che, negli ultimi dieci mesi, è passato da 62,5 a 6,3 euro.
“Si è presentato qui recitando il suo curriculum, dicendo io vengo dalla Bocconi, sono stato 20 anni lì, 10 anni qui… ma a noi non frega nulla: a noi interessa che non si è fatto nulla, non si è fatto lo spolverone”, racconta Elisa T., un’azionista che sta partecipando insieme ai suoi familiari all’assemblea in corso al capannone della Perlini Equipment di Gambellara, in provincia di Vicenza.
I soci della Banca Popolare di Vicenza hanno detto sì alla trasformazione in Spa. Hanno votato in 11.353, A favore sono stati 9.304 (81,95%), Contrari 1.933 (17,02%) Astenuti 116 (1,02%).
In quel capannone, due anni fa, il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, veniva osannato dagli industriali locali di Confindustria.
Oggi il clima è decisamente diverso perchè la banca si trova di fronte a un bivio e sotto la sorveglianza speciale della Bce.
Se dai soci non arriveranno tre sì alle richieste che l’istituto guidato da Mario Draghi ha messo su una missiva, che è stata letta all’inizio dell’assemblea, il futuro della banca potrebbe incorrere nel bail-in, cioè il salvataggio interno, travolgendo a valanga azionisti, obbligazionisti e correntisti con depositi superiori ai 100mila euro. L’amministratore delegato di Bpvi ha ribadito il concetto di fronte alla platea dell’assemblea: “Purtroppo non abbiamo alternative concrete: la Bce è stata molto chiara, siamo a un bivio o proseguiamo nel risanamento e nel rilancio oppure per questa banca si aprono scenari che non voglio neanche ipotizzare perchè non permetterebbero nessuna ripresa di valore”.
“Non è accettabile questo ricatto: nell’odierno cda sono quasi tutti della vecchia guardia, quella di Zonin, che ha mandato la banca a gambe all’aria”, commenta un altro azionista presente all’assemblea.
Il clima è teso e qualcuno dal palco degli interventi non ha retto all’emozione.
Lino Lorenzato, un pensionato che ha perso i suoi risparmi sottoscrivendo le azioni della Popolare di Vicenza, è intervenuto con parole amare: “Nel 2012 mi hanno fatto investire soldi per comprare azioni. Ho detto ‘guardate che se capita male quei soldi li voglio subito’. Mi hanno detto ‘non ci sono problemi li avrà in cinque giorni’. Nel 2013 ho fatto anche l’aumento capitale perchè erano messi male e adesso in poche parole ci hanno rubato tutti i nostri piccoli risparmi che abbiamo famiglia”.
Al tavolo di fronte alla platea, oltre Iorio, ci sono il presidente di Bpvi, Stefano Dolcetta e il governatore del Veneto Luca Zaia. Davanti a loro tanti risparmiatori. Una di loro al microfono dice: “Non permettiamo che operai e pensionati che avevano affidato i loro risparmi vengano derubati. Dobbiamo registrare il nostro no, rivogliamo i nostri risparmi, sono nostri e voi ce li darete”.
Per la Popolare di Vicenza è una giornata di passione.
(da “Huffingtonpost”)
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