FORMIGONI FAVORI’ LA COMPAGNIA DELLE OPERE: L’ACCUSA: “MAZZETTE PER UNA DISCARICAâ€.
NUOVA INDAGINE SULLA GIUNTA FORMIGONI
L’aveva voluta Roberto Formigoni in persona, scavalcando quanto approvato dal Consiglio regionale.
Ora, quella delibera della giunta della Regione Lombardia che autorizzava la Cavenord di Pierluca Locatelli a smaltire amianto, è fulcro dell’inchiesta milanese che ha messo sotto accusa per corruzione i vertici bergamaschi della Compagnia delle Opere, braccio economico di Comunione e liberazione: il presidente Rossano Breno (anche membro del Cda della Banca Popolare di Bg) e il vicepresidente Luigi Brambilla per fatti “in data prossima al settembre 2011”.
Ieri, le società da loro amministrate, la Mediberg e la Custodia srl sono state perquisite dal nucleo tributario della Guardia di finanza su disposizione dei pm Paolo Filippini e Antonio D’Alessio, coordinati dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo.
Nel decreto si legge che la perquisizione è stata decisa sulla base della “deliberazione della Giunta Regionale della Lombardia n°1594 del 20 aprile 2011”, oltre che alla luce di un interrogatorio di Locatelli, secretato, del 31 gennaio scorso; della documentazione acquista presso la fondazione Imiberg; delle “fatture emesse da Custodia srl nei confronti di Locatelli in forza di obbligazioni contrattuali”.
Ha avuto un peso, inoltre, un’intercettazione ambientale di Locatelli, nell’ottobre 2011 “nel corso della quale si apprendeva che la Cavenord costata 7 milioni di euro per il gruppo Locatelli, grazie alla discarica di amianto avrebbe consentito l’erogazione di un mutuo di 15 milioni di euro”.
Breno e Brambilla, della Compagnia delle Opere, per l’accusa sono dei mediatori tra Locatelli e funzionari regionali, un po’ come, per il settore sanità , Piero Daccò e Antonio Simone, coindagati di Formigoni per presunti grandi favori alla Fondazione Maugeri.
Emerge un “diretto coinvolgimento di Breno e Brambilla affinchè gli amministratori della Regione Lombardia con cui erano ‘in contatto’ favorissero con atti contrari ai doveri d’ufficio gli interessi imprenditoriali di Locatelli e l’ottenimento dell’Autorizzazione regionale per l’apertura di una discarica di amianto…”.
Gli uffici della Mediberg e della Custodia, si legge ancora nel decreto, li hanno utilizzati “per stringere accordi criminosi con Locatelli nonchè per emettere documentazione contabile e contrattuale con cui giustificare il pagamento di illecite somme di denaro da parte di Locatelli, ovvero per incassare denaro contante quale pagamento delle promesse corruttive”.
In cambio del loro “pressing” sulla Regione, i vertici bergamaschi della Compagnia delle Opere avrebbero ricevuto da Locatelli “centinaia di migliaia di euro” e lavori gratuiti alla scuola ciellina della Fondazione Imiberg.
Locatelli è stato arrestato nel novembre 2011 per aver dato una mazzetta da 100 mila euro all’allora vicepresidente del Consiglio regionale Nicoli Cristiani( Pdl) anche lui finito in carcere insieme al funzionario dell’Arpa, Giuseppe Rotondaro.
Locatelli, in un interrogatorio, secondo quanto ci risulta, sostanzialmente ha anche dichiarato di aver dato una tangente a Nicoli per non avere problemi con funzionari regionali.
Nel testo della delibera regionale a favore di Cavenord, si legge che fu approvata “su proposta del presidente Roberto Formigoni”.
Un provvedimento che ha letteralmente aggirato i limiti posti dal Consiglio regionale sui materiali inertizzanti, quando ha approvato il piano cave in provincia di Cremona. Quei “paletti”, dunque, non avrebbero consentito l’autorizzazione di cui aveva assoluto bisogno Locatelli.
Ma il governo lombardo, su input di Formigoni, ha approvato quell’autorizzazione firmata dal dirigente competente Dario Sciunnach, con un parere positivo, a quanto pare, dell’ufficio legale del Pirellone.
Non senza il travaglio, però, di alcuni funzionari dell’ufficio dell’assessorato all’Urbanistica e al Territorio.
Secondo quanto risulta al Fatto , un dirigente in particolare, sentito in procura come testimone, ha riferito di aver dato parere negativo: a suo avviso non poteva essere concesso il via libera a Locatelli, senza passare attraverso un nuovo voto del Consiglio regionale.
Quel dirigente ha cambiato ufficio prima del sì della Giunta.
E la delibera, contrariamente al regolamento che ne prevede la divulgazione, non è stata pubblicata sul sito della Regione.
Antonella Mascali
(da “Il Fatto Quotidiano“)
Leave a Reply