FRANCESCA ALBANESE A GENOVA; AD ASCOLTARLA 1.000 GIOVANI ALL’UNIVERSITA’ NEL POMERIGGIO E ALCUNE MIGLIAIA IN SERATA AI GIARDINI LUZZATI, PRESENTE LA SINDACA SILVIA SALIS
“PER FERMARE IL GENOCIDIO SERVE IL CORAGGIO DEI PORTUALI, RISPETTARE IL DIRITTO INTERNAZIONALE, STOP ARMI A ISRAELE”
Tutto gremito ai Giardini Luzzati in centro storico per l’incontro pubblico con Francesca Albanese, relatrice speciale Onu per i territori palestinesi occupati, seconda tappa di una giornata segnata dalle polemiche per la coincidenza della visita con il 7 ottobre, secondo anniversario della strage commessa da Hamas contro cittadini israeliani.
Prima di salire sul palco, la giurista ha avuto un breve colloquio con la sindaca Silvia Salis e con alcune famiglie palestinesi residenti a Genova. Nel pomeriggio la “lezione” agli studenti che da giorni occupano l’università.
“Mi hanno chiesto aiuto – ha raccontato Albanese – perché hanno i loro familiari, anche minori, nella zona rossa. In realtà Gaza è tutta zona di pericolo, non c’è un posto dove i palestinesi sono in salvo. Hanno bisogno di aiuto per il ricongiungimento familiare ed è pesantissimo per me. Io ricevo centinaia di richieste di questo tipo, richieste sulle sparizioni, perché mancano 4mila persone che probabilmente sono nelle carceri israeliane, ci sono 10mila persone che mancano all’appello e probabilmente sono sotto le macerie. Ricevo costantemente richieste di per risolvere casi individuali e non ho più la capacità di farlo“.
Quindi l’appello che coinvolge direttamente la politica: “Il livello di violazioni e di abusi necessita l’intervento significativo importante della comunità internazionale degli Stati. Serve una sola cosa per fermare il genocidio, l’occupazione permanente e l’apartheid: che ogni Stato rispetti il diritto internazionale così com’è. In questo Paese si dice spesso non si può parlare di genocidio perché si deve attendere il parere di una Corte, ma non è vero, perché la convenzione prevede l’obbligo di prevenire il genocidio, di sanzionare, di investigare e punire l’istigazione al genocidio. C’è una decisione della Corte di giustizia che dice che l’occupazione illegale andava smantellata”. Gli Stati hanno “l’obbligo di non aiutare, di non prestare assistenza allo Stato che commette questi illeciti. Per questo bisognerebbe tagliare, sospendere le relazioni commerciali e soprattutto il traffico di
armi nei confronti di Israele“.
Battaglia che a Genova ha visto in prima linea il Calp, il collettivo dei portuali che ha animato le manifestazioni degli scorsi giorni. A loro va il plauso di Francesca Albanese: “Alla fine un genocidio, una situazione così grave, non richiede intelligenza, richiede coraggio, e questi portuali di coraggio ne hanno tanto. Non so se riusciremo a fermarlo, però ci voglio provare, ci sto provando, sto sacrificando tutto quello che posso, mi piacerebbe che ci fossero altri a farlo.
Oggi i camalli, sostenuti dalla relatrice Onu, spingono per l’attivazione di un osservatorio per monitorare tutti i manifesti di carico delle navi dirette e provenienti da Israele. E la sindaca Salis sottoscrive: “È un argomento che ha il mio sostegno, credo sia giusto rispettare la legge che vieta il commercio di armi con un Paese in guerra. Noi sosteniamo questo osservatorio, poi ovviamente è l’Autorità portuale che deve valutare. Abbiamo dimostrato in tutti i modi da che parte stiamo, non credo ci siano malintesi su questo”.
Ma la visita di Albanese a Genova proprio il 7 ottobre ha suscitato forti critiche in città, da parte del centrodestra – che ha chiesto invano di rinviare ad altra data – e anche da parte della comunità ebraica.
Cosa risponde a chi giudica la sua presenza inopportuna? “Sa quando diventa inopportuna? Quando il genocidio si è fermato e non c’è più ragione di parlare del genocidio. Ogni giorno
muoiono muoiono dozzine di persone, se non centinaia, a Gaza. Si è perso il conto di quanta gente muore di fame semplicemente perché non c’è bisogno, non c’è la possibilità di documentare. Cos’è inopportuno, condannare i crimini nei confronti di civili tutti e tutti, senza distinzioni? Questo è inopportuno?“.
(da Genova24)
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