FRATELLI D’ITALIA DIFENDE IL BONUS SMARTPHONE NATALIZIO DEI DEPUTATI: “INCLUDE LA CANCELLERIA”
MA L’ATTO DELLA CAMERA SMENTISCE FDI: “MATERIALI NON COMPRESI NEI 5.500 EURO”… STIPENDIO PIENO ANCHE AGLI ASSENTEISTI… IL M5S SI DIVIDE SUL PROVVEDIMENTO
Fratelli d’Italia difende il maxi-bonus per smartphone, tablet e airpods per i deputati, deliberato a un mese da Natale.
Secondo il deputato meloniano Paolo Trancassini, che da questore della Camera ha firmato il provvedimento del 24 novembre raccontato oggi da Repubblica, ci sarebbe addirittura un “risparmio contabile con l’ottimizzazione della spesa”.
FdI non fornisce numeri su questo risparmio, ma secondo il deputato i questori avrebbero semplicemente “provveduto a unificare due capitoli di spesa che da sempre prevedono somme disponibili per i deputati. Da una parte ci sono i 2. 500 euro a mandato per i deputati per acquistare materiale informatico e dall’altra ci sono gli oltre mille euro all’anno per acquistare materiale di cancelleria”.
Insomma, a suo dire oggi il nuovo bonus coprirebbe entrambe le voci, quelle per telefonini e pc e quelle per bloc notes e penne. Una “ottimizzazione della spesa che produce più praticità per i parlamentari”.
Le carte di Montecitorio
Gli atti della Camera però parlano chiaro. Il bonus per le dotazioni tecnologiche nella scorsa legislatura era di “2.500 euro” (determina dei questori numero 0016497 del 2018) ora è di “5.500 euro” (det. 0024059 del 24 novembre 2022). Proprio nell’ultima determina è scritto chiaramente che i prodotti di cancelleria, all’allegato 2 della nuova disciplina, “non concorrono alla determinazione dell’importo di 5.500 euro”. Solo a chi non bastasse questa fornitura di centinaia fra buste, lettere, cartelle, fermagli, pennarelli ed evidenziatori è data la possibilità di attingere dai 5.500 euro per ottenerne altri ancora, come extra. Insomma, funziona così: il bonus per pc, smartphone e tablet dei deputati viene moltiplicato del 120%, sotto Natale, e nell’elenco degli oggetti che la Camera in teoria può rimborsare con questo contributo sono stati inseriti anche alcuni prodotti di cancelleria. Che però Montecitorio già fornisce in prima battuta, gratuitamente, ai parlamentari e che dunque non intaccano il nuovo maxi-gettone.
M5S si divide
Oltre a FdI e alla Lega, anche il questore del Movimento 5 Stelle ha firmato le nuove regole sui rimborsi tecnologici. Ma non tutti nel partito di Giuseppe Conte difendono la mossa. Stefano Buffagni, ex vice-ministro dello Sviluppo, non ricandidato per il tetto del doppio mandato, attacca su Facebook: “Mentre il Paese versa in grosse difficoltà, le famiglie non arrivano a fine mese, le bollette volano alle stelle, trovo intollerabile, ma soprattutto politicamente suicida, avallare decisioni di questo tipo”, scrive Buffagni.
“Ho contribuito al taglio dei costi della politica, ho restituito più di 300 mila euro netti, non di certo per poi vedere questi autogol. Questa è una scelta che il Parlamento si poteva e doveva risparmiare”.
Cancellate le penali
Altra novità rispetto alla scorsa legislatura: nel 2018, sotto la presidenza di Roberto Fico, furono inserite alcune penali per limitare l’erogazione dei fondi e punire gli assenteisti. Erano previste trattenute nel caso in cui un parlamentare non partecipasse ad almeno il 50% delle sedute in Aula o non presentasse almeno l’80% delle proposte di legge in formato elettronico, per risparmiare sulla carta. Di questo passaggio, nel provvedimento varato il 24 novembre, non c’è più traccia. Nessun commento, sul punto, dai nuovi questori.
(da La Repubblica)
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