GENOVA, BASTA MEDIARE COI RAZZISTI, IL PREFETTO RIPRISTINI LA LEGALITA’
E CHI, A MULTEDO COME A TURSI, SI METTE DI MEZZO SIA SPAZZATO VIA COME E’ GIUSTO PER LA RUMENTA… SE BUCCI E COMPAGNI DI MERENDE VOGLIONO IL MORTO SE NE ASSUMERANNO LA RESPONSABILITA’
Lo scontro totale tra due visioni ormai sempre più inconciliabili si consumerà a porte chiuse, in una saletta al sesto piano di Palazzo Tursi.
Ma l’incontro, riservato, tra il sindaco Marco Bucci e la prefetta Fiamma Spena è avvenuto ieri, a Largo Lanfranco: preludio di un muro contro muro che a Tursi, oggi pomeriggio, rischia di trasformarsi in bagarre.
Bucci è intenzionato a bloccare l’accoglienza dei cinquanta migranti all’ex asilo Govone.
Consumando uno strappo senza precedenti con la Curia – significative, a questo proposito, le dichiarazioni dell’assessore sceriffo Stefano Garassino, che ha parlato di “nemico pubblico numero uno” riferendosi a don Giacomo Martino, direttore dell’Ufficio diocesano Migrantes responsabile dell’accoglienza della struttura di Multedo – , e rischiando di creare precedenti che potrebbero innescare una reazione a catena.
Perchè uno stop di fronte a un regolare bando prefettizio potrebbe creare un pericoloso effetto domino. Perchè è evidente che la legge applica le norme, non tutela i prepotenti e tanto meno i razzisti.
L’Ufficio Diocesano, dal canto suo, non intende arretrare di un millimetro, sull’apertura del centro nell’ex asilo e nemmeno ridurre il numero degli ospiti, dal momento che la struttura consente di sistemarne cinquanta e gli arrivi incalzano.
La tensione, dunque, non si allenta, e le posizioni appaiono sempre più cristallizzate e inconciliabili.
Anche da Largo Lanfranco un ripensamento appare alquanto improbabile: il Comune, infatti, non ha proposto alcuna struttura alternativa a quella di Multedo. L’assegnazione dello spazio a Migrantes è avvenuta con regolare bando, e non sono in ogni caso previste dalla legge aggiudicazioni dirette.
Insomma: se anche, per ipotesi, venisse proposto un altro spazio per l’accoglienza, le procedure non consentirebbero una mera sostituzione. Il nuovo corso della gestione dei migranti a Genova era stato annunciato qualche giorno fa dall’assessore alla Sicurezza Stefano Garassino.
Che aveva promesso, senza giri di parole: «Romperemo le balle in maniera massiccia», segno di un disegno eversivo ben chiaro.
Fino ad ora, la giunta Doria aveva tollerato lo sforamento proprio per la difficoltà della Prefettura di trovare altre amministrazioni della città metropolitana disposte a fare la propria parte.
Ma sono state proprio le amministrazioni di centrodestra a non collaborare, quindi è giunto il momento che lo Stato si tuteli e applichi la legge.
Se qualcuno vuole il morto se ne assumerà la responsabilità .
(da agenzie)
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