GERMANIA BOOM: MAI COSI’ TANTI OCCUPATI DALLA RIUNIFICAZIONE
MAI COSI’ POCHI DISOCCUPATI DAL 1990, CALANO I MINI-JOB
“L’Italia finalmente c’è”, ripete Matteo Renzi. L’Italia forse c’è, suggeriscono gli ultimi dati Eurostat, ma il tasso di disoccupazione tocca l’11,5% mentre tra i giovani lavora soltanto il 15,1%, contro percentuali addirittura triple nel resto del continente.
Tanto che lo stesso ministero per lo Sviluppo economico deve ammettere: “La nostra ripresa è più lenta e più lunga”.
Intanto la Germania corre come un treno e il paragone con le statistiche del Belpaese è sconfortante.
Il numero di occupati in territorio tedesco non è mai stato così alto dall’epoca della riunificazione, così come il numero di persone senza lavoro ha raggiunto il minimo storico dal 1990.
A certificare il record è l’istituto tedesco di statistica Destatis che ha pubblicato il bilancio annuale del 2015: 43 milioni di lavoratori, 324mila in più rispetto al 2014. “La crescita dell’occupazione”, annota il bollettino, “continua da 10 anni nonostante nel 2015 l’aumento (+0,8%) sia stato leggermente inferiore al 2014 (+0,9%)”.
“Il numero totale di persone che hanno un impiego ha toccato il livello più alto dalla riunificazione della Germania”, e pare che l’arrivo di oltre un milione di profughi nel territorio tedesco non abbia intaccato la capacità di creare lavoro, sia per i tedeschi che per i migranti residenti.
Una notizia che certamente rallegrerà Angela Merkel, che naviga in difficili acque dopo la decisione di aprire le frontiere ai profughi siriani.
Anzi, il Destatis certifica che “la crescente partecipazione della forza lavoro interna e l’immigrazione di lavoratori stranieri hanno annullato gli effetti demografici negativi”. Il record fa il bis per il numero di disoccupati, sceso al di sotto dei due milioni, anche in questo caso mai così basso dalla riunificazione: nel 2015 le persone senza occupazione sono diminuite di 140mila unità (-6,7%) e il tasso di disoccupazione è calato dal 4,7% al 4,3%.
Un dato che secondo l’istituto di statistica proietta la Germania nell’eldorado del lavoro in Europa: “Il tasso di disoccupazione è la metà della media europea e questo significa che, ancora una volta, la Germania è il paese europeo meno toccato dal problema della disoccupazione”.
A beneficiare maggiormente del trend positivo, osserva ancora il Destatis tedesco, sono stati i lavoratori con contratto dipendente – cresciuti di 421mila unità (+1,1%) fino a raggiungere i 38,7 milioni.
Scende invece il numero dei lavoratori autonomi e di coloro che possiedono un contratto a breve periodo o un mini-job, e aumenta parallelamente la cifra dei dipendenti con contributi previdenziali.
Uno scenario che sembra discostarsi enormemente dai risultati italiani del 2015, influenzati dal Job’s Act: come aveva fatto notare il New York Times, il numero di disoccupati è calato ma soltanto perchè è aumentato quello di coloro che smettono di cercare occupazione.
Allo stesso tempo, il numero di contratti a tempo indeterminato è cresciuto solo di 2mila unità dal dicembre 2014. E, lungi dal far assumere i giovani, la nuova riforma del governo sembra aver avvantaggiato quasi unicamente gli over 50.
(da “Huffingtonpost”)
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