GIMBE: “IMPOSSIBILE PIEGARE LA CURVA DEI CONTAGI CON LE MISURE ATTUALI”
IN 12 REGIONI AUMENTA L’INCIDENZA DEL VIRUS… CONSEGNATO SOLO UN TERZO DELLE DOSI DEL PRIMO TRIMESTRE
Nel controllo della pandemia “serve un cambio di passo” perchè “complici le varianti, è impossibile piegare la curva dei contagi con le misure attuali, confidando solo nel potenziamento della campagna”. L’appello, rivolto al Governo Draghi, arriva dalla Fondazione Gimbe. Il virus continua a correre mentre sul fronte delle vaccinazioni – è stato consegnato solo un terzo delle dosi del primo trimestre – si registrano primi rallentamenti nelle somministrazioni fuori da ospedali e rsa.
Il monitoraggio della Fondazione nella settimana compresa tra il 10 e il 16 febbraio rileva che i nuovi casi non accennano a diminuire, in 12 Regioni aumenta l’incidenza del virus (dunque i positivi per 100.000 abitanti) e in 17 province l’incremento percentuale dei nuovi casi supera il 5%. Resta sostanzialmente stabile il numero nuovi casi (84.272 da 84.711), diminuisce quello dei positivi (393.686 da 413.967), delle persone in isolamento domiciliare (373.149 da 392.312), dei ricoverati con sintomi (18.463 da 19.512) e nelle terapie intensive (2.074 da 2.143) e dei morti (2.169 da 2.658).
“Anche questa settimana – spiega il presidente di Gimbe, Nino Cartabellotta – nonostante i dati riflettano i contagi avvenuti in un’Italia tinta di rosso e arancione, i nuovi casi non accennano a diminuire. E guardando ai dati regionali si rilevano segnali di incremento, favoriti dalla circolazione delle nuove varianti”. Rispetto ai sette giorni precedenti, in 12 Regioni aumentano gli attualmente positivi per 100.000 abitanti e l’incremento percentuale dei casi negli ultimi 7 giorni, in apparenza stabile a livello regionale, supera il 5% in 17 Province.Sul fronte ospedaliero, l’occupazione da parte di pazienti affetti da Covid supera in 3 Regioni la soglia del 40% in area medica e in 5 Regioni quella del 30% delle terapie intensive.
Preoccupano le varianti, la cui diffusione potrebbe complicare lo scenario epidemiologico. La prima indagine dell’Istituto Superiore di Sanità ha rilevato la presenza della variante inglese in 14 su 16 Regioni, con una prevalenza media del 17,8%. “In attesa dei risultati della nuova indagine anche sulle varianti brasiliana e sudafricana”, Cartabellotta invita “le Istituzioni a rendere pubblici i dati di prevalenza per le singole Regioni”. Servono infatti restrizioni tempestive ed è necessario potenziare il sequenziamento, “ancora molto lontano dagli standard fissati dalla Commissione Europea: almeno il 5%, idealmente il 10% dei tamponi molecolari positivi al virus”, sottolinea il presidente della Fondazione.
E suggerisce al nuovo Governo, “se intende perseguire l’obiettivo europeo zero Covid, sulla scia della strategia tedesca”, di disporre “un lockdown rigoroso di 2-3 settimane”, per “riprendere il tracciamento, allentare la pressione sul sistema sanitario, accelerare le vaccinazioni e contenere l’emergenza varianti”.
Sul fronte delle vaccinazioni, “per rispettare la tabella di marcia delle forniture – puntualizza Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione – entro fine marzo dovrebbero essere consegnate in media 1,45 milioni di dosi a settimana , a fronte delle quasi 600 mila attuali”. Dalle analisi della Fondazione emerge che nell’ultima settimana le somministrazioni sono rallentate di quasi il 30%, per Cartabellotta “possibile spia di difficoltà organizzative della campagna vaccinale fuori da ospedali e rsa”.
Dalla Fondazione, Gili fa notare che “la vera criticità di questa fase 1 è che solo il 5,9% (261.008 persone) degli over 80 ha ricevuto almeno una dose di vaccino, e solo il 2,7% (117.537) ha completato il ciclo vaccinale, percentuali molto lontane dal target raccomandato dalla Commissione Europea per questa fascia di età : 80% entro il 31 marzo 2021”.
Ma per contenere la pandemia non si può pensare di puntare tutto sull’accelerazione, pure necessaria, della campagna vaccinale. Di qui l’appello di Cartabellotta al nuovo Governo. “Nel suo discorso al Senato – conclude il presidente di Gimbe — il Presidente Draghi ha indicato nella lotta alla pandemia l’obiettivo prioritario del suo Governo, da attuarsi attraverso il potenziamento di forniture e somministrazioni del vaccino. Una strategia necessaria ma non sufficiente, considerato che l’attuale sistema delle Regioni a colori, oltre ad esasperare i cittadini e a danneggiare le attività economiche con decisioni last minute, non è riuscito a piegare la curva dei contagi e mantiene ospedali e terapie intensive al limite della saturazione, con la minaccia delle varianti che da un giorno all’altro potrebbero mandare in tilt i servizi sanitari. Ma forse la politica, oltre a temere le conseguenze sociali ed economiche di un nuovo lockdown, dubita che il Paese sia davvero pronto a perseguire la strategia zero Covid”.
(da agenzie)
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