GIUBILEO, E’ GIA’ ALLARME TRASPORTI: PERIFERIE SENZA BUS DA 6 GIORNI
PROTESTA A OLTRANZA DEGLI AUTISTI CHE DA QUATTRO MESI NON RICEVONO LO STIPENDIO
Seicentomila romani senza bus. Da sei giorni un quinto del territorio della capitale è tagliato fuori. Un black out pressochè totale nel trasporto pubblico a una settimana e mezzo dall’inizio dell’Anno Santo e con 35 milioni di pellegrini in arrivo a Roma. L’autorità di garanzia per gli scioperi lancia l’allarme.
È ormai una corsa contro il tempo per scongiurare la paralisi dell’inaugurazione giubilare l’8 dicembre
Intere borgate isolat
A lasciare a piedi le periferie romane è lo sciopero degli autisti della Tpl che non ricevono lo stipendio da mesi e che perciò hanno bloccato la circolazione.
Nel mirino della mobilitazione proprio le borgate e i quartieri dove si trovano decine di case per le vacanze e ostelli religiosi, cioè quelle strutture ricettive che garantiscono ai turisti accoglienza a tariffa economica.
Il blocco dei bus andrà avanti a oltranza, senza nessun preavviso e al di fuori di ogni mediazione sindacale.
Protesta selvaggia, cittadini appiedati. La paralisi nel trasporto che taglia fuori le periferie dalla città eterna sono per il prefetto Franco Gabrielli «l’emergenza delle emergenze».
Il commissario Francesco Paolo Tronca si è impegnato ad agevolare il pagamento dei crediti da parte del comune, mentre il garante per gli scioperi, Roberto Alesse prepara l’estensione della moratoria per il Giubileo anche ai sindacati che non hanno firmato al ministero delle Infrastrutture l’intesa anti-scioperi. La società Tpl gestisce un’ampia parte delle linee di bus periferiche .
Secondo i dati dell’Agenzia per la mobilità della capitale, da sei giorni risultano in circolazione solo 12 collegamenti sui 103.
Oltre 20%della città isolate. I bus restano parcheggiati nei depositi. Al deposito della Maglianella la tensione alle stelle. Ieri sera il comune ha liquidato 12 milioni di euro per il pagamento degli stipendi. Non basta.
Ritardi record e linee ferme
Un anno e mezzo di retribuzioni a singhiozzo dei 1800 autisti ha messo ora fuori gioco quartieri popolosi come Casalotti, Selva Candida, Palmarola, Ottavia, Lucchina, Monte Mario Alta.
Tra la stazione ferroviaria Ottavia e Palmarola quattro km a piedi per studenti e lavoratori. Stessa sorte per le zone servite dal deposito di via Raffaele Costi in zona Nomentana: out snodi nevralgici come Casilina, Tiburtina Prenestina.
«Il commissario Tronca mi ha detto che modulerà il piano bus su due tempistiche: a dicembre la versione provvisoria e a gennaio quella definitiva», getta acqua sul fuoco Gabrielli. Primavalle, Torrevecchia, Val Melaina, Fidene, Serpentara, Casal Boccone, Conca d’Oro, Tufello, Bufalotta.
Si estende la mappa del disagio coi pendolari sul piede di guerra. «E’ una penalizzazione ulteriore per noi che già abitiamo in zone degradate», lamenta Mario Giordani, infermiere in servizio a un’ora e mezzo di tragitto da casa.
«E’ incivile uscire la mattina, aspettare un’ora finchè non passa una vettura e poi non avere la certezza di trovarne un’altra per tornare la sera», aggiunge Mara Lombardi. Accanto a lei una badante moldava si infuria sotto la pensilina affollata di persone in attesa: «Ho pagato 250 euro di abbonamento annuale e da una settimana mi tocca spendere per il taxi tutto quello che guadagno con l’assistenza ad un’anziana perchè se non mi presento, perdo il lavoro».
Nelle borgate la protesta accomuna italiani e stranieri. «Non riesco ad arrivare in fabbrica, ieri ho dovuto chiedere le ferie al titolare dell’azienda- allarga le braccia un operaio egiziano».
Giacomo Galeazzi
(da “La Stampa”)
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