GIUSTIZIA: A CONFRONTO LE PROPOSTE DELLE COALIZIONI
UNICA MISURA CHE POTREBBE ESSERE CONDIVISA E’ L’AMNISTIA.. STRETTA SUI GIUDICI E LEGGI AD PERSONAM: CONCEZIONI OPPOSTE
Al capezzale della giustizia, schiacciata da cifre da terzo mondo, si prefigura uno scontro epocale tra i partiti del futuro Parlamento.
Che il malato sia gravissimo è fuor di dubbio.
Saranno i magistrati, durante le cerimonie d’apertura dell’anno giudiziario in Cassazione e nei distretti, a confermarlo.
Il Guardasigilli Paola Severino ha già anticipato dati fortemente depressivi, a partire dagli anni necessari per un processo penale (7) e per uno civile (5).
Che nei prossimi cinque anni si litigherà sulle toghe è altrettanto evidente.
La destra insiste sulle misure anti-giudici già cavalcate nella passata legislatura. Il centrosinistra vuole abolire le leggi ad personam di Berlusconi.
L’unica misura che potrebbe vedere tutti (tranne la Lega) d’accordo è l’amnistia, per sfollare le carceri e sgombrare i tavoli dei magistrati.
Ma sui reati, c’è da scommettere, salterà anche quel fantomatico accordo.
Il Pdl: Magistrati da punire stop alle intercettazioni
Una sola cartella per capovolgere i capisaldi della giurisdizione. In testa c’è «la separazione delle carriere tra magistrati inquirenti e giudicanti».
Storico cavallo di battaglia del Cavaliere.
Segue un altro mantra, «una vera responsabilità civile dei giudici».
Il terzo punto è scontato: «Norme più liberali e garantiste su intercettazioni e divieto di pubblicarle».
Tutto quello che Berlusconi non è riuscito a fare quando era al governo lo ripropone adesso nel programma del Pdl.
C’è la sostanza della famosa «grande grande grande riforma costituzionale», come l’aveva battezzata l’ex premier.
E ci sono le singole leggine ad personam. L’inappellabilità delle sentenze quando l’imputato viene assolto.
La mano morbida con la carcerazione preventiva, per evitare che tanti politici inquisiti rischino di finire in cella.
Rispunta pure il famoso “processo lungo” in cui il Pdl si copriva col giusto processo per ampliare il potere delle difese. A cominciare proprio da quelle di Berlusconi.
Lista Monti: Lotta alla corruzione il primo impegno
Monti l’ha detto più volte.
La legge anticorruzione è uscita «annacquata» per via del compromesso imposto dal Pdl.
A Giulia Bongiorno, candidata per Monti al Senato e naturale referente per la giustizia del nuovo polo, quella legge non è mai piaciuta.
A parte il capitolo «mollissimo» sull’incandidabilità («la mia proposta sì che avrebbe fatto piazza pulita degli impresentabili»), l’anticorruzione si è fermata sulla porta del falso in bilancio da riportare alla formula pre-Berlusconi e dell’auto-riciclaggio da inserire.
Sì a una nuova prescrizione «per evitare che porti all’estinzione ».
Va «ripensata nei tempi morti» dice Bongiorno che però boccia l’ipotesi Grasso: «Si può bloccare con l’inizio del processo solo se poi il processo stesso ha tempi certi». Lei comincerebbe ad allungare quella dei reati corruttivi.
Per evitare carceri affollate servono «più misure alternative».
L’amnistia «come mossa una tantum non è fattibile».
Segnale sulle intercettazioni, «va fatta una legge che eviti di pubblicare quelle private».
Il Pd: Cirielli e falso in bilancio via le norme pro-Silvio
Il cavallo di battaglia delle ormai ex toghe che stanno nel Pd – ultimo arrivato, per giunta in pole position, l’ex procuratore antimafia Piero Grasso – è cancellare le leggi ad personam.
Via la Cirielli (prescrizione accorciata, benefici ridotti ai detenuti), via il falso in bilancio (la pena passa da 5 a due anni), ma via pure leggi che, dice Grasso, «sono solo una fabbrica di detenuti» come la Bossi-Fini (immigrazione) e la Fini Giovanardi (droga).
Nettissimo «no» ad altri scudi che, «in qualsiasi momento del processo », fermino le pendenze giudiziarie del Cavaliere.
Subito la riforma della prescrizione, «che va bloccata non appena parte il processo». «Rafforzamento drastico » della legge anti-corruzione.
Norme nuove per punire l’auto-riciclaggio e per ampliare la punibilità del voto di scambio politico-mafioso.
Misure più forti per il sequestro, la confisca, il riuso dei beni della mafia.
Freddezza sull’amnistia. Dice Grasso: «Sì, ma solo “dopo” molti altri interventi strutturali». Che è come dire no.
Rivoluzione civile: Carceri e incandidabilità le vere emergenze
Rivoluzione civile dell’ex procuratore aggiunto Antonio Ingroia rompe il tabù dell’: «Sono favorevole a un provvedimento di clemenza che dia una soluzione all’emergenza delle carceri purchè non abbia lo stesso scopo delle amnistie fatte da Berlusconi per salvare impuniti e potenti».
Sulla prescrizione la proposta è tranchant: «S’interrompa quando inizia il processo, inizi a decorrere appena si ha notizia dell’esistenza del reato».
Leggi ad personam «tutte abrogate ». Introdurre subito l’auto-riciclaggio e rendere «più ampio ed efficace il 416ter».
Marcia indietro sulla concussione mediante induzione: «Va ripristinata la punizione con pena severa senza far rispondere dello stesso reato il privato che dà i soldi». Linea duri sugli incandidabili: «Ci vorrebbe una legge che escluda Berlusconi e Dell’Utri. Sarebbe l’unica ad personam accettabile. Via i condannati o rinviati a giudizio per reati gravi».
Liana Milella
(da “La Repubblica”)
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