GLI ASSENTI DEL GOVERNO SALVATI GIA’ OTTO VOLTE GRAZIE ALL’OPPOSIZIONE
NUMERI RISICATI DELLA COALIZIONE, INCARICHI PLURIMI E COMMISSIONI IN BILICO
Forse per miracolo, o per non fare altre figuracce dopo l’articolo del Fatto, in Commissione Politiche europee ieri i senatori della maggioranza erano tutti presenti. Non ne mancava nemmeno uno. In compenso, a uscire sono stati quelli dell’opposizione in protesta per la presenza, in rappresentanza del governo, del sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, contro cui la sinistra sta portando avanti il suo personale Aventino dopo la vicenda Cospito, con le rivelazioni coperte da segreto spifferate da Delmastro a Giovanni Donzelli e poi rivelate da quest’ultimo nell’aula di Montecitorio.
La magra figura in Commissione Politiche Ue è di due giorni fa, quando i senatori del centrodestra si sono opposti in tutte le maniere alla proposta di voto su un paio di questioni perché erano solo in 4, contro 7 della maggioranza. E sarebbero andati sotto.
“Ma quel giorno non erano previste votazioni. Se poi si vogliono fare a sorpresa per metterci in difficoltà, allora è un’altra storia. Quando si vota i nostri ci sono sempre”, sostiene Lucio Malan, capogruppo FdI a Palazzo Madama. Sottolineando poi come “la maggioranza in Senato non è mai andata sotto né in aula, né in commissione”. Vero, e infatti il noto tracollo sul Def è andato in scena alla Camera. “Però l’aula e le commissioni sono sovrane: anche se il tal giorno non sono previste votazioni, se la maggioranza dei presenti chiede di votare, allora si vota…”, fa notare il dem Filippo Sensi. Ieri, poi, nonostante le assenze dell’opposizione, la commissione ha votato e respinto la direttiva green dell’Ue sull’autotrasporto.
Ma torniamo ai numeri. Perché se è vero che il centrodestra a Palazzo Madama non ha ancora subìto scivoloni, lo si deve soprattutto alle assenze della minoranza. Su questo è utile leggere uno studio di Openpolis secondo cui in 8 votazioni le assenze nel centrosinistra hanno salvato la maggioranza in aula. Ricordiamo che il governo di Giorgia Meloni a Palazzo Madama può contare su 115 voti su 206 (compresi i senatori a vita). Ventiquattro voti di vantaggio che si sono ridotti anche a soli 12-13 nelle giornate peggiori. Secondo Openpolis, la maggioranza in Senato si è salvata grazie alle assenze degli avversari sul decreto Impianti strategici (8 assenti e 9 in missione nell’opposizione), sul dl Flussi (7 assenti, 12 in missione), sul Milleproroghe (6 assenti, 7 in missione), sul Riordino dei ministeri (8 assenti, 7 in missione) e sul famoso dl Rave (3 assenti, 6 in missione). Lo stesso è accaduto alla Camera, dove la maggioranza è più ampia, sul dl Aiuti quater (22 assenti e 9 in missione nell’opposizione), sugli Impianti strategici (28 assenti, 13 in missione) e Riordino ministeri (21 assenti, 4 in missione). Altro dato: 16,75 è la media dei parlamentari di opposizione assenti durante 12 votazioni considerate critiche (con una distanza sotto i 20 voti di scarto). Con compartimenti più stagni, le minoranze avrebbero potuto fare più male all’esecutivo.
E qui torniamo alle commissioni di Palazzo Madama. Dove il centrodestra non è in difficoltà solo alle Politiche Ue. Alle Finanze, dove conta 10 senatori, non ha praticamente maggioranza, mentre solo un voto di scarto vanta alla Cultura. Per il resto sono al massimo due (12 su 20), ma solo sulla carta, perché dopo il taglio dei parlamentari, i senatori devono saltare da una commissione all’altra, facendo assenze a raffica. Il forzista Claudio Lotito, per esempio, si divide tra Bilancio, Tesoro e commissione contro il razzismo. Mario Occhiuto, altro forzista, sta alla Affari costituzionali e alla Cultura. Filippo Melchiorre (FdI) si divide tra Finanze e Cultura. Molto impegnato anche Roberto Rossi (FI) tra Cultura, Ambiente e Vigilanza Rai. Il leghista Giorgio Bergesio è vicepresidente all’Industria, in Vigilanza Rai e all’antirazzismo. Il leghista Claudio Borghi è alle Politiche Ue, Bilancio e al Copasir. Andrea De Priamo (Fdi) alla Aff. Cost. e all’Ambiente. Giampietro Maffoni (FdI) è impegnato nella Finanze e Industria. E così via. Senza dimenticare che ministri, vice e sottosegretari fanno tutti parte di una commissione spesso importante. Un esempio per tutti: Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario alla presidenza, è anche alla Commissione Esteri di Palazzo Madama.
(da Il Fatto Quotidiano)
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