GOVERNO NEL CAOS SUI MIGRANTI, SALVINI VUOLE FARE ANCHE IL MINISTRO DELLA DIFESA, LA TRENTA NON MOLLA, CONTE COSTRETTO A CONVOCARE UN VERTICE
SALVINI MANDA VELINE SU PROVVEDIMENTI INESISTENTI CHE DOVREBBERO PASSARE PER IL VOTO IN PARLAMENTO …UN DELIRIO COME SE FOSSIMO IN GUERRA CONTRO I FANTASMI
Invasioni di campo, scontri a distanza e musi lunghi. Comunicati stampa che i ministri lanciano nell’etere con una frecciatina dopo l’altra rivolta a questo o a quel collega.
Il premier Giuseppe Conte adesso non ne può più. Si siede dietro la sua scrivania e sul suo pc inizia a scrivere per mettere un freno a “sovrapposizioni e malintesi” ma nello stesso tempo, smentisce la narrazione salviniana della diminuzione dei sbarchi.
Le parole rimbombano nelle stanze del governo: “Da alcune settimane stiamo assistendo a un progressivo incremento del numero di imbarcazioni che trasportano migranti”, è il primo concetto.
A seguire, quindi, scrive: “Diventa urgente coordinare le iniziative dei ministeri competenti, anche al fine di evitare che possano ingenerarsi sovrapposizioni o malintesi che finirebbero per nuocere alla nostra azione”.
Da qui la decisione di convocare un incontro per mercoledì sera tra i titolari dei dicasteri interessati al fronte immigrazione, Matteo Salvini ed Elisabetta Trenta prima di tutti gli altri. E’ tra loro che, al momento, si sta consumando il grande scontro.
Il titolare del Viminale invia note stampa, parla su Facebook, poi si sposta in tv. Come una specie di ossessione, tira in ballo la Marina Militare che, come il resto delle Forze Armate, è sotto la competenza del ministro della Difesa Elisabetta Trenta.
Agli uomini chiamati a pattugliare le acque italiane affida l’incarico di presidiare i porti. Peccato che per fare ciò sia necessario un nuovo decreto. Ancora un’altra provocazione, dunque. Uno sconfinamento in un terreno che non è di sua competenza. Un annuncio con poca sostanza, almeno per ora.
L’ultima sovrapposizione è quindi poche ore fa. Il ministro dell’Interno lascia Palazzo Chigi, dove è in corso un vertice sull’Autonomia, e si sposta Viminale per riunione il comitato per l’ordine e la sicurezza. Un’ora di incontro e poi una nota: “Sono emerse delle novità ”. Novità che in realtà devono essere approfondite e soprattutto approvate. Tra queste è stato stabilito l’incremento dei controlli per ridurre le partenze.
Salvini parla di radar, mezzi aerei, navali e chi più ne ha più ne metta. E annuncia la presenza delle navi della Marina e della Guardia di Finanza per difendere i porti italiani.
Al momento l’organo preposto al controllo dei porti è la Guardia di Finanza.
La Marina Militare invece, così come stabilito dal decreto missioni, si deve occupare del pattugliamento delle acque italiane.
Per cambiare destinazione serve un provvedimento del governo, votato dal Parlamento. E infatti, al di là del comunicato che è stato diffuso, ci vorrà quello che viene definito “un input politico”.
Per il momento tra Trenta e Salvini vi è un gelo mai visto prima, e se davvero le navi della Marina dovranno andare a presidiare i porti se ne parlerà mercoledi.
Di certo, per Salvini è un modo per continuare quella battaglia contro il ministero della Difesa che ha tenuto banco per tutto il fine settimana con al centro la nave Alex della Ong Mediterranea.
Nei fatti, il ministro dell’Interno ha rimproverato la Difesa di non aver fatto nulla per bloccare, anche fisicamente, l’imbarcazione con bordo i migranti.
“Il ministro della Difesa, lo dice il nome, ‘difende’”, ecco un primo assaggio. E poi ancora: Ecco perchè Salvini vuole spostare le navi della Marina dal pattugliamento ai porti, senza però avere un provvedimento che consento di farlo.
Durante la riunione del comitato per l’ordine e la sicurezza si è parlato anche di Decreto sicurezza bis.
Nelle stesse ore la maggioranza ne ha discusso alla Camera per preparare le proposte di modifica al provvedimento da depositare in commissione. Ci saranno “emendamenti per rendere più efficace il contrasto al traffico di esseri umani e per aumentare le pene per scafisti e trafficanti”. Prima di tutto il ministro dell’Interno vuole mettere mano che, secondo l’attuale versione del provvedimento, arrivano fino a 50mila euro per chiunque violi il divieto d’ingresso in acque territoriali. Il ministro dell’Interno, in uno dei suoi annunci via Facebook live, si è spinto fino al milione.
Ora, dicono fonti leghiste, si sta ragionando sulla cifra, gli uffici tecnici sono al lavoro per trovare una formula che non venga bocciata giuridicamente. I 5Stelle, che prima del voto delle Europee, avevano alzato le barricate, ora sono d’accordo purchè sia a norma di legge.
Occorrerà ancora del tempo ed è per questo che l’approdo in Aula potrebbe slittare. Anzi, il vicepremier grillino rilancia proponendo il sequestro delle imbarcazioni umanitarie già a una prima infrazione e non più in caso di reiterazione del reato. La Lega non può che essere d’accordo.
Ma anche in questo caso, come nella confusione dei pattugliamenti e del controllo dei porti, non si fanno i conti fino in fondo. Ovvero con la costituzionalità o meno delle norme.
(da “Huffingtonpost”)
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