GRANDI MANOVRE NEL PD: SPERANZA PUNTA SULLA SCONFITTA ALLE AMMINISTRATIVE, RENZI A CANCELLARLI DALLE LISTE
BERSANI: “MANCA IL RISPETTO”… SI DELINEA LA CANDIDATURA DEL MINISTRO, CAPACE DI COAGULARE LA MINORANZA INTERNA
Il clima è da separati in casa. Roberto Speranza ha preparato la sua uscita (“congresso subito”) con tutti i big della minoranza.
Ormai, raccontano, la questione è diventata quasi antropologica. Tanta è la familiarità tra le nuove coppie, Renzi e Verdini, Lotti e Verdini — battute, telefonate, complicità ostentata — tanto è la freddezza con la Ditta che fu.
È l’aspetto che colpisce di più quel vecchio sentimentale di Bersani: “Ma è possibile — ripete — che ai nostri non arriva neanche una telefonata e Verdini sa tutto in anticipo? Manca il rispetto, non è così che si sta nella stessa comunità ”.
Ecco il perchè dell’affondo su Verdini, nel day after delle unioni civili: “Ormai — dice Speranza nelle riunioni — un pezzo dei nostri se ne sta andando. È in atto un’emorragia silenziosa. Il partito è allo sbando completo”.
Poi l’intervista all’HuffPost e dichiarazioni ovunque.
E la richiesta del congresso, pur nella consapevolezza che, prima dell’inizio del prossimo anno è difficile celebrarlo. Sia come sia è un modo per lanciare la sfida in nome dell’alternativa a Renzi.
Poi verranno le alleanze congressuali, il gioco di correnti, i posizionamenti. Ma la richiesta sancisce l’avvio di fatto del congresso, perchè a questo punto alla candidatura di Speranza manca solo l’annuncio ufficiale che secondo alcuni dei suoi potrebbe avvenire già a Perugia, all’iniziativa della minoranza il prossimo dieci marzo.
Un congresso, appunto, da separati in casa. Gli rispondono, in modo rude, i falchi del premier, a partire da Deborah Serracchiani: “Speranza insegue fantasmi. Forse più che al congresso del Pd vuole candidarsi a segretario di Ala. Avrebbe più chance”. “Condivido la Serracchiani”, dice il solitamente taciturno Luca Lotti.
Parole, sbrigative, che indicano che per Renzi è un non problema, anzi che quello di Speranza è quasi un autogoal perchè chiedere un congresso dopo l’approvazione delle unioni civili è roba incomprensibile nel paese.
L’obiettivo, dei falchi e del falco dei falchi, ovvero il premier, è chiaro sin da ora. La pulizia etnica della sinistra.
Un dirigente di rango del Pd, giovane turco, spiega: “Lo schema è chiaro. Speranza si candida con l’obiettivo di prendere un 15-20 per cento al congresso e negoziare un 15-20 per cento di posti in lista al prossimo giro. Matteo lo sa e proverà a sterminarli. Si è candidato Rossi, l’opposizione di sua maestà come Pittella la scorsa volta, ce ne saranno altri. Lotti ha fatto il pieno di tessere. Alle prossime liste non li vuole tra i piedi. L’unica variabile che può far cambiare qualcosa sono le amministrative”. Proprio sul default alle amministrative si fondano le speranze congressuali della sinistra.
A fine giornata l’ideologo della Ditta, Miguel Gotor su facebook inserisce un brano dei Quaderni di Antonio Gramsci, una lezione altissima di politica.
Questa: “Ciò che si chiamava ‘massa’ è stata polverizzata in tanti atomi senza volontà e orientamento e una nuova ‘massa’ si forma, anche se di volume inferiore alla prima, ma più compatta e resistente, che ha la funzione di impedire che la primitiva massa si riformi e diventi efficiente”.
Il “politico realista”, per Gramsci, ha il dovere di partire da questa constatazione e fare lavoro politico nel tempo nuovo. Gli effetti della lezione? Si vedranno.
(da “Huffingtonpost”)
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