GRILLO NOMINA DUE BADANTI PER I PARLAMENTARI CINQUESTELLE
LA CLINICA CASALEGGIO PROVVEDE AL PERSONALE SANITARIO: CHIAMATI IN SERVIZIO DUE CAPI PER LA COMUNICAZIONE, SONO I BLOGGER MESSORA E MARTINELLI
Uno dovrebbe arrivare già oggi, destinazione terzo piano di palazzo Madama, provvisorio quartier generale dei senatori grillini.
L’altro aspetta di capire chi paga il biglietto: “Quando abbiamo qualche fondo, vengo giù”.
Non ci vorrà molto tempo a raccimolare i soldi per il treno.
Bisogna correre a Roma, che sta scappando tutto di mano.
Claudio Messora e Daniele Martinelli sono i due nuovi capi della comunicazione dei Cinque Stelle.
Uno al Senato, l’altro alla Camera.
Reclutati da Gianroberto Casaleggio e Beppe Grillo in persona, come prevede il codice di comportamento degli eletti del Movimento.
Mentre Messora ha già rilasciato la sua prima intervista all’Huffington post, però, nei palazzi dove i grillini sono in riunione perenne, nemmeno sanno che, da Nord, stanno calando le truppe del leader.
Due fedelissimi pronti a rivoltare come un calzino i dilettanti allo sbaraglio.
Messora — già musicista, consulente informatico ora blogger con il nome byoblu e ideologo di riferimento del M5S — è quello che due giorni fa ha definito i senatori folgorati sulla via dell’antimafia “quindici uomini sulla cassa del morto”, Bersani in questo caso.
Martinelli — 44enne bergamasco, giornalista, ex candidato Idv, dal 2007 legato a Grillo, che lo ha anche aiutato a raccogliere 16 mila euro per pagare una querela persa in primo grado — spiega che il compito a cui è stato chiamato è “uniformare le informazioni” e salvaguardare “i punti granitici” del Movimento: un’esigenza diventata stringente dopo la “inattesa” presa di posizione dei senatori su Grasso.
Il ruolo di portavoce, assicurano, resterà affidato ai capigruppo Crimi e Lombardi.
Ma quelle sono cariche che, secondo le regole, durano solo tre mesi: Messora e Martinelli lavoreranno sì dietro le quinte, ma senza scadenza di mandato.
E di certo, si faranno sentire.
Messora ha già pubblicamente dichiarato di non aver gradito i primi passi degli eletti Cinque Stelle.
Ecco cosa scriveva sul suo blog quattro giorni fa: “Allora, vedete, non che non vadano bene, ma certe cose che fate e che dite, come se tutto si riducesse all’amministrazione di un piccolo comune di periferia, in questo contesto dovrebbero essere ricalibrate. È bello che andiate in Parlamento in bicicletta, ma gli italiani non arrivano alla fine del mese, e tutto sommato la gita in bicicletta è una cosa simpatica, ma non dà l’impressione di essere risolutiva. È abbastanza irrituale che vi presentiate di fronte ai dipendenti della Camera e del Senato e, mentre vi accolgono per regolare le procedure di inizio mandato, qualcuno di voi si lasci sfuggire che sono in troppi lì dentro, e che magari qualcuno è un mangiapane a tradimento. D’accordo, anche quelli sono tagli che si potrebbero fare, ma forse conta di più avere un certo stile, un po’ di classe, e forse anche un tantino di rispetto nei confronti di quelli che comunque, fino a prova contraria, sono dei lavoratori anche loro. E non sono sicuro che tutti, là fuori, la vedano come una grande prova di coerenza. Siamo d’accordo che la plastica inquina, ma ecco.. diciamo che incentrare tutta la comunicazione sui bicchierini usa e getta con i nomi scritti a pennarello, come alle feste di compleanno, magari non è la strategia migliore per comunicare al Paese, questo benedetto Paese che voleva un ricambio di classe dirigente e che si aspetta soluzioni, che voi siete gli uomini giusti per dargliele. (…) Basta con i palloncini colorati, con le targhette rimosse al Parlamento, con i 6 euro del pasto alla mensa della Camera con tanto di sondaggio su internet per chiedere se il prezzo è giusto. La gente potrebbe smettere di capirvi, e questo sì che sarebbe un male. La gita è finita, riponete le divise da Boy Scout e tirate fuori l’abito da statista”.
Su La Cosa e sul blog di Grillo, le parole di Messora in questi giorni hanno pesato parecchio: è lui che invitava Pd e Pdl a votare un governo Cinque Stelle, è lui che ha fatto sapere di vedere di buon occhio l’ipotesi di Rodotà premier, sempre lui che parlò dell’ipotesi (irrealizzabile) di prorogare l’esecutivo Monti.
Martinelli invece è rimasto ai margini, tant’è che è lui stesso ad ammettere che la telefonata dello “staff di Casaleggio” arrivata “nel fine settimana” è “piovuta dal cielo”.
Devono averlo visto all’opera in una delle tante trasmissioni tv a cui ha partecipato: da TeleLombardia fino a Mattino5, sempre in qualità di “grillologo”.
Dice di essere uno “terra terra”: ieri ha provato a chiamare Messora ma gli ha risposto “la sua segretaria”: “Io, — dice — non sapevo neanche che ne avesse una”.
Dovrà abituarsi, Martinelli alle luci dei riflettori e al rischio di vedersi passato ai raggi X.
Subito dopo il voto, consigliava a Grillo e Casaleggio di prendere “qualche precauzione in più per la loro sicurezza”.
Troppe telecamere sotto casa, troppi inviati sotto le finestre: “I nuovi ‘guru’ della politica italiana sono tanto esposti quanto soli”.
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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