IL CAPOLISTA GRILLINO VICINO ALLA ‘NDRANGHETA: LITE NEL M5S MA I VERTICI TACCIONO
IL CASO ESPLODE SULLE REGIONALI IN LIGURIA PER IL VOTO AD ARMA DI TAGGIA: IL CAPOLISTA IN PROVINCIA DI IMPERIA LEGATO ALLA FAMIGLIA MAFODDA
Sulla ‘ndrangheta la candidata governatrice in Liguria Alice Salvatore, per il M5S, risponde come gli altri, ovvero non risponde. Nulla di più, nulla di meno…
Dal 20 aprile, quando il caso Mafodda – M5S è stato illustrato e documentato alla virgola dalla Casa della Legalità , la Salvatore con il M5S è rimasta in assoluto silenzio.
Proprio la Salvatore affermava che non bisognava rispondere ed il solo chiedere di affrontare la questione era da considerarsi un attacco al M5S.
La Salvatore ed altri portavoce locali si sono, in parallelo, prodigati con difese ed apprezzamenti per l’esponente di quella storica famiglia di ‘ndrangheta che dai tempi di Teardo, oltre a sequestri di persona, omicidi, traffici di droga, armi pesanti, estorsioni, intimidazioni, è nota per essere la “porta voti” al candidato o candidati graditi al sodalizio.
Ora che la “bazzecola” è stata ripresa dalla stampa nazionale la Salvatore dice che è “infamante” accostare il M5S alla ‘ndrangheta, e non – si badi – il rapporto del M5S con l’esponente della famiglia ‘ndranghetista.
Sul merito della questione non risponde.
I fatti reali dicono che Mafodda Carmine (esponente della nota famiglia di ‘ndrangheta da cui mai si è dissociato e distaccato, figlio di quel Palmiro, esponente di spicco della cosca, che mai ha rinnegato) è stato accolto dal M5S, tra i fondatori e responsabili del M5S ad Arma di Taggia.
E’ stato accolto il suo sostegno elettorale.
I fatti reali dicono ancora che nel territorio controllato dalla famiglia Mafodda, agli Atti la «’ndrangheta di Arma di Taggia», il M5S alle elezioni politiche ed europee ha incassato percentuali di voti largamente superiori a quanto raccolto nel resto della Provincia e nelle altre province (anche rispetto a territori dove aveva operato da anni).
I fatti reali dicono che, nonostante anche la denuncia del portavoce del M5S di Imperia Antonio Russo, sull’amicizia fraterna con Mafodda, vantata ed esibita da Comandini Daniele, quest’ultimo sia stato confermato candidato alle regionali come capolista del M5S nell’imperiese.
La Salvatore Alice dovrebbe smettere di parlare della ‘ndrangheta “ectoplasma” e guardare ed affrontare quella in carne ed ossa.
Gli slogan ed i proclami non servono a nulla.
Dovrebbe evitare di citare quanto denunciato da altri come frutto di denunce (mai fatte) dal M5S (a proposito: quali denunce a Magistratura e Reparti Investigativi, Ministero dell’Interno e Prefetture liguri ha promosso in questi anni il M5S?
Quante iniziative contro la ‘ndrangheta ha fatto in Liguria, e nel caso di specie contro gli ‘ndranghetisti – con nomi e cognomi – del ponente ligure?
Allo stesso modo sarebbe anche utile che chiarissero come mai nessuna iniziativa del M5S è stata posta in essere sulla Discarica di Rocca Croaire che proprio ad Arma di Taggia e Castellaro è stata il “paradiso” di tutte le imprese di ‘ndrangheta del ponente ligure, dal savonese all’imperiese.
E’ interessante notare che la Salvatore non cita (più) le operazioni antimafia in Liguria.
Come quelle sugli Sgrò, Pellegrino, Marciano’ e Palamara, Fotia, Gullace, Fameli, Mamone, Nucera, Romeo… e Mafodda.
Sino a qualche tempo fa citava spesso le inchieste “Maglio 3” e “La Svolta”, ora non le cita più. Probabilmente si è accorta che è imbarazzante parlare di inchieste che indicano con chiarezza la «’ndrangheta di Arma di Taggia» ed il controllo di migliaia di voti che questa mantiene, visto che la ‘ndrangheta di Arma di Taggia ha un fulcro che si chiama “famiglia Mafodda” ed affini.
Il contrasto alla ‘ndrangheta passa dall’intransigenza, non dagli slogan.
Serve capire come la ‘ndrangheta si muove e non improvvisare, serve non dimenticarsi il dettaglio che la ‘ndrangheta si regge sul “vincolo di sangue”.
Serve sapere che la ‘ndrangheta non “usa” candidati pregiudicati, li vuole lindi; non punta su un cavallo solo, ma su più cavalli così da rendere ricattabili e condizionabili più soggetti; non ha un colore politico prediletto ma guarda al singolo o ai gruppi che sono disponibili al compromesso.
Servono quindi comportamenti coerenti, intransigenti ed il rifiuto dei voti che puzzano e che poi condizionano.
Serve eliminare ogni possibile punto di contiguità .
Questi sono gli anticorpi. Non le parole.
La Salvatore ed il M5S vogliono dare un segnale? Risolvano la questione Mafodda – M5S – Comandini, in modo netto, inequivocabile e concreto.
Ora – che è già tardi – perchè “infamante” è questa “bazzecola” e l’ostinarsi a non affrontarla e risolverla.
(da Ninin.Liguria.it)
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