IL CARDINAL BASSETTI: “I SOVRANISTI NON DIVIDERANNO I CATTOLICI SUL PAPA”
IL PRESIDENTE DELLA CEI: “LA SOLIDARIETA’ NON E’ UN’OPERA PIA, MA UNA PRIORITA’ CIVILE”… “NON BASTA DIRSI CATTOLICI PER DIVENTARE DE GASPERI”
Non solo un becero espediente a caccia di qualche voto, ma una manovra sovranista-bannoniana che viene dagli Stati Uniti e ha come obiettivo delegittimare Papa Francesco se non addirittura ipotizzare uno scisma tradizionalista.
“Cercare di staccare i fedeli dai vescovi e soprattutto dal Papa è una manovra sbagliata e controproducente” e “rifiuto l’idea che la Chiesa possa essere portata sul piano della battaglia partitica, quasi come pastori fossimo preoccupati di schierarci con gli uni o con gli altri. La storia ci insegna che non è mai stata una buona scelta quella di rincorrere i potenti, magari confidando di ottenerne consensi e privilegi. La Chiesa italiana è una presenza a servizio di tutti”.
La denuncia del cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei a proposito dell’uso dei simboli religiosi in campagna elettorale
La Chiesa non si è sottratta all’accoglienza dei migranti: “L’abbiamo fatto, tanto nel caso di Genova come in quello di Pozzallo, su richiesta del Viminale, in un’ottica di collaborazione sussidiaria, assicurata attraverso Caritas Italiana. Non sfugga, però, che in questo modo la Chiesa sta svolgendo un ruolo di supplenza: la solidarietà non è un’opera pia, ma una necessità democratica, una priorità civile”, dice Bassetti.
Il presule ha anche parlato dei cattolici in politica: “Idee politiche nuove purtroppo mancano, perchè non basta dirsi cattolici per diventare De Gasperi” e, aggiunge, “una politica fondata sulla paura e sulle promesse facili è destinata a rovinare quel poco che ancora resta dell’unità nazionale”.
Quanto alle sfide per il Paese, sottolinea: “Si tratta di distribuire la ricchezza in maniera diversa e insistere sul principio inderogabile della giustizia fiscale e sociale. Il debito pubblico non è una invenzione del demonio, ma è frutto di tante nostre miserie. Scambiare l’oggi per il domani e sperperare denaro che non c’è significherebbe uccidere la speranza dei nostri giovani”.
(da Globalist)
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