IL PARLAMENTO RIPARTE DAL CAOS: NESSUNA PRESIDENZA
I CINQUESTELLE FANNO MURO, IL PD GUADAGNA UN GIORNO DI TRATTATIVE CON LA SCHEDA BIANCA
Il Parlamento riapre in stato confusionale.
Nessuno ha idea di come potrà nascere il governo, condizione per non tornare alle urne.
Ma senza proiettare lo sguardo avanti (se ne occuperà Napolitano dalla prossima settimana), una fitta nebbia avvolge i passaggi più immediati, che consistono nella scelta dei presidenti di Camera e Senato.
Bersani sperava di intavolare con Grillo qualche forma di negoziato, concedendo per esempio lo scranno più alto di Montecitorio al M5S in cambio di un appoggio grillino al candidato Pd per Palazzo Madama (in pole position la Finocchiaro).
Ci contava perchè da cosa potrebbe nascere cosa, se il confronto decolla chissà dove può portare… Invece niente.
Da Grillo zero aperture, semmai qualche ulteriore provocazione. Come la sfida a tagliare gli stipendi dei parlamentari Pd, massimo 2500 euro netti al mese (più benefit) come hanno già fatto quelli a Cinque stelle.
Di trattare non se ne parla, tantomeno sulle poltrone.
Pare che ben cinque volte il telefono del capogruppo Crimi sia suonato, e per altrettante volte il vicesegretario Pd Letta si sia sentito rispondere che uno scambio sulle presidenze «sarebbe un suicidio».
A sera, Grillo ha messo sul suo blog un intervento del costituzionalista Becchi, il quale esorta a «non ascoltare le sirene Pd». piuttosto «meglio un salto nel buio».
Il guaio è che questo salto non viene gradito in Europa, dove condividono la nostra sorte.
Il tedesco Spiegel addita in Grillo «l’uomo più pericoloso» per l’Ue, tanto più dopo l’intervista al quotidiano Handelsblatt dove Beppe ha dichiarato «siamo già fuori dall’euro».
Pur con tutto il bene che può volergli in questo momento, Bersani è costretto a metterci un freno: «Andarlo a dichiarare proprio a un giornale tedesco, non è il massimo della trovata. Vuol dire che andiamo nel Mediterraneo con della carta straccia in tasca e un disastro di proporzioni cosmiche per questa fase».
Certe posizioni anti-euro, il Pd non le regge.
Se poi il Grillo non fa nemmeno lo sforzo di dialogare…
Ecco dunque come si annuncia la giornata odierna: le Camere si riuniscono già sapendo che le prime votazioni saranno un nulla di fatto. il M5S presenterà i propri candidati, scelti attraverso votazioni interne (Fico per Montecitorio, Orellana per Palazzo Madama); il Pd esprimerà scheda bianca in attesa che qualcosa maturi.
Dalle parti del Nazareno si sosteneva che, come gesto nobile e lungimirante, sarebbe stato bene concedere la presidenza della Camera al grillino, perfino senza nulla in cambio…
Però la prospettiva di rinunciare gratis allo scranno che fu di Fini provoca mugugni nel partito.
Franceschini (candidato numero uno per quella posizione) non si troverebbe d’accordo.
Renzi ha riunito i suoi in una logica che un tempo si sarebbe definita di corrente, mettendo sul chi vive Bersani.
Per farla breve: il cadeau della presidenza ai grillini non è ancora stato consegnato. Una riunione serale tra le delegazioni è stata disdetta. Per ricucire in teoria c’è tempo fino a stasera, in quanto domani di riffa o di raffa i due presidenti andranno per forza eletti.
Al Senato il regolamento prevede che, dopo la terza votazione, scatti il ballottaggio tra i candidati più votati.
Questo ballottaggio si terrà domani sera, e qualcuno mette in giro la voce che alla Camera andranno a rilento per vedere come finisce nell’altro ramo, e regolarsi di conseguenza.
L’unica buona notizia per le istituzioni repubblicane è che il Pdl non farà l’annunciato Aventino.
Decisivo nel far recedere Berlusconi è stato Napolitano, unitamente alla Lega che dà l’impressione di smarcarsi da Silvio, e addirittura potrebbe regalare qualche sorpresa nelle votazioni.
Si vocifera di contatti in corso tra montiani e Pdl, nella eventualità che il Prof possa diventare presidente del Senato e magari, tra un mese, della Repubblica.
In cambio Monti spinge perchè il centrodestra non venga tagliato fuori dai giochi (condizione per proporre se stesso come ago della bilancia).
Il Cavaliere scettico sta a guardare.
Per il momento ha dato ordine ai suoi di votare pure loro scheda bianca, poi a seconda della convenienza si vedrà .
Ugo Magri
(da “La Stampa”)
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