IL PD FA RESUSCITARE ANCHE ALEMANNO: MENO DI TRE PUNTI LO DIVIDONO DA MARINO
LARGHE INTESE E BEGHE DI CORRENTI, LA SFIDA AZZOPPATA PER LA CAPITALE…CON ALEMANNO CHE PROMETTE DI TUTTO, IN PURO STILE WANNA MARCHI
La rimonta del sindaco che ne ha fatte e sbagliate di tutti i colori è possibile, secondo i sondaggi.
La paura del Pd romano è certa, stando a dichiarazioni ufficiali e ufficiose.
Perchè nella partita del Campidoglio, con primo tempo il 26 maggio, Gianni Alemanno guadagna metri su Ignazio Marino, giocando di contropiede sui mille guai dei Democratici: dalle correnti che non smettono di farsi la guerra ai dirigenti che diffondono perplessità sul chirurgo “troppo di sinistra e troppo civico”, sino ai ricaschi del governissimo su una base infuriata.
E allora, invertendo o meno i fattori il prodotto resta quello: il rischio concreto di regalare di nuovo il Comune ad Alemanno.
Lo stesso candidato che un paio di mesi fa sembrava bollito anche a Berlusconi, tanto che l’ex premier pensava di lanciare al suo posto Giorgia Meloni.
Ma ora tutti i sondaggi raccontano che l’ex missino è a pochi passi da Marino.
Ieri Datamonitor su Affaritaliani.it   dava l’esponente Pd al 35 per cento e Alemanno al 32,4.
Distanza identica per Euromedia sul Messaggero.it  , con Marino al 37,4 per cento e il sindaco al 34,8.
Le cifre parlano anche di un calo di Marcello De Vito (Cinque Stelle) e di una crescita di Alfio Marchini: convinto di poter salire ancora, per il voto disgiunto.
Ma a colpire è soprattutto un dato: in tutti i sondaggi, Marino prende minori consensi della sua coalizione (in media, il 2,5 per cento in meno).
Segnale fosco in vista delle amministrative, dove l’obiettivo è sempre avere il candidato più alto della somma di partiti e liste che lo sostengono.
“Il Pd al 26 per cento a Roma non è neanche male, a fronte delle stime che danno il partito nazionale al 22: è il candidato che non marcia” cannoneggiava ieri un anonimo dirigente.
Eppure sino a una settimana fa il distacco tra Marino e Alemanno era di 6-7 punti. Cosa è cambiato?
Forse hanno inciso anche gli annunci in puro stile Berlusconi di Alemanno: che prima ha lanciato un referendum anti-Equitalia (in sintesi: “Preferite che sia questa società a riscuotere i tributi o il Comune? ”), sancendo poi l’affidamento della riscossione al Campidoglio con una delibera.
Poi ha riempito Roma di manifesti per annunciare la cancellazione dell’Imu per 376 mila famiglie, “grazie alla revisione delle rendite catastali”.
Certo, il passaggio della riscossione al Comune dal 1° luglio era già previsto da una legge statale, e la revisione delle rendite catastali è tutt’altro che certa (“Potrebbe approvarla solo l’assemblea capitolina” sostiene Alessandro Onorato, Lista Marchini). Ma l’effetto annuncio paga.
Il volano di Alemanno però rimane la tendenza del Pd a farsi del male, sempre e comunque.
Anche a Roma, dove il partito è acefalo da fine aprile, dopo che il Comitato dei garanti ha dichiarato “decaduto” il segretario Miccoli: ufficialmente, perchè parlamentare.
Il resto lo stanno facendo dichiarazioni e spifferi in serie contro Marino, fortemente voluto da Goffredo Bettini e Nicola Zingaretti.
Marco Follini l’ha detto chiaramente: “Voterò Marchini”.
Al renziano Paolo Gentiloni, sconfitto alle primarie per il Comune, il Corriere della Sera attribuiva la seguente formula: “A Marino potremmo dare un sostegno distaccato”.
Sempre il Corsera, ieri, ha disseminato aneddoti su un comitato Marino chiuso a doppia mandata ad aiuti esterni.
Il portavoce di Zingaretti, inviato a supporto dal governatore, avrebbe lasciato perdere dopo una sola riunione.
C’è chi ha scritto di una rissa interna.
Dal comitato replicano: “Siamo aperti a tutti, pochi giorni fa qui si è tenuta una riunione convocata da Eugenio Patanè (il reggente del partito romano, ndr) a cui c’erano Zingaretti, il segretario regionale Gasbarra, dirigenti e candidati. Non siamo affatto isolati. Per il resto, non commentiamo indiscrezioni anonime”.
I sondaggi però sono nero su bianco: “I nostri danno Marino avanti sempre con un margine tra i 5 e gli 8 punti”.
Ma la preoccupazione rimane.
Ieri sul Messaggero Roberto Morassut, ex assessore con Veltroni, lamentava “asfitticità ”, chiedendo a Marino di “allargare il respiro del suo messaggio”.
E il comitato Alemanno ha subito infierito: “Marino è asfittico, lo dicono anche esponenti del suo partito”.
Controreplica di Morassut: “Comitato Alemanno ridicolo”.
Al Fatto, il deputato precisa: “Il mio non era un giudizio su Marino, parlavo della proposta politica del centrosinistra, che deve essere più incisiva”.
Sullo sfondo, la nota dei segretari dei circoli Pd romani: “Nel partito le regole sono frequentemente aggirate e ignorate, e la lotta tra correnti e cordate ha raggiunto livelli patologici: da parte di iscritti ed elettori c’è sfiducia e distacco”.
Luca De Carolis
(da “il Fatto Quotidiano“)
Leave a Reply