IL PIANO DI BERLUSCONI: “MATTEO NON HA I VOTI, PRONTI A UN RENZI-BIS”
FORZA ITALIA INSISTE SUL SENATO ELETTIVO… I RENZIANI: “SE SALTA TUTTO SI VA AL VOTO”
«Renzi ammetta che ha fallito, ci chieda aiuto, solo allora potrà contare sui nostri voti ». Le riforme, certo, la disponibilità a discuterne se il premier ci ripenserà .
Ma a Silvio Berlusconi di Costituzione e leggi elettorali com’è noto interessa davvero poco.
È ad altro che sta pensando in questi primi giorni di quiete trascorsi a Villa Certosa in Sardegna prima di spostarsi ieri in Provenza per festeggiare il compleanno della figlia Marina.
È a ben altra “sostanza” che punta, mandando in avanscoperta i suoi uomini in pieno agosto.
Il punto di partenza dal quale muove il ragionamento- spiega chi gli ha parlato al telefono è quello di sempre.
Ma stavolta il Cavaliere intravede una crisi di Renzi che diventa un’opportunità e una svolta per Forza Italia. Tutto, purchè non si torni al voto.
«Io non farò mai da stampella a Renzi e a questo suo governo — va ripetendo — Io non farò mai come Denis e il suo manipolo di traditori. I nostri elettori non lo accetterebbero, non lo capirebbero».
Altra cosa sarebbe se “Matteo” alzasse bandiera bianca sul pennone di Palazzo Chigi. «Ormai Renzi ha perso la maggioranza al Senato. Non solo sulle riforme, ma su tutti i provvedimenti chiave».
Da Forza Italia non arriverà alcun aiuto su queste riforme non condivise, senza i correttivi invocati (Senato elettivo nella riforma costituzionale e premio alla coalizione anzichè alla lista nell’Italicum).
Ma se tutto dovesse cambiare, allora sì che Berlusconi sarebbe pronto ad entrare in partita. «Il premier ammetta che non ha più maggioranza, che ha fallito, che così non può completare la legislatura e realizzare le riforme e metta fine alla sua esperienza. Noi siamo pronti a sostenere un secondo governo guidato anche da lui, ma alle nostre condizioni».
Un Renzi bis dunque, che altro non sarebbe nella formula che una riedizione dell’esecutivo Letta con cui è iniziata la legislatura e che poi è naufragato fragorosamente.
Va detto che il presidente del Consiglio non prende in considerazione l’ipotesi neanche se costretto dagli eventi, piuttosto, come ripete, riporta il Pd al voto.
I pontieri tuttavia sono già in azione. Sabato scorso la disponibilità dichiarata dal braccio destro Giovanni Toti a “Repubblica” di sedere a tutti i tavoli che il governo proporrà , «se Renzi rinuncerà all’autarchia che finora ha prodotto solo danni».
Il più barricadiero capogruppo Renato Brunetta ieri ha rilanciato a modo suo il concetto che il capo snocciola in privato: «Il governo non ha i numeri. Mattarella convochi Renzi al Quirinale, gli chieda conto della sua non maggioranza. Le riforme s’hanno da fare in questa legislatura ma non è scritto in nessuna Bibbia che debba portarle a compimento un Parlamento sotto il tallone dell’Uomo- solo-al-Comando». Tradotto, può farlo anche un altro esecutivo, col nostro sostegno.
E in queste ore un coro composto da Gasparri a Santanchè, da Giorgetti a Giro, insiste sulla necessità di correggere la riforma del Senato e quella elettorale col consenso di tutti.
Il big sponsor di questa operazione è Paolo Romani, vero pontiere nei mesi del Nazareno assieme all’ormai ex Verdini.
Da qualche giorno il capogruppo al Senato è in vacanza a Forte dei marmi, come il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi.
E chissà che il filo del dialogo non riprenda da lì.
Carmelo Lopapa
(da “La Repubblica”)
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