IL PIANO DI RENZI: STOP A BASSOLINO E MARINO
SI PUNTA A UN ACCORDO CON LA MINORANZA SU CANDIDATI UNICI MA SERVE IL 60% DELLA DIREZIONE… NO DEI BERSANIANI A COALIZIONI APERTE A NCD
Il Pd mette da parte l’idea di una regola per impedire agli ex sindaci di correre alle primarie, ma proverà lo stesso a “cancellare” Antonio Bassolino a Napoli e Ignazio Marino a Roma.
Matteo Renzi cerca, nelle due città , un candidato dem che metta d’accordo tutto il partito o quasi.
A quel punto, con l’attuale statuto e il voto favorevole di almeno il 60 per cento della direzione, diventerà il concorrente unico del Pd alle primarie di coalizione.
Bassolino o Marino, per partecipare, dovranno crearsi una loro lista alleata con il centrosinistra (ed essere accettati) .
Del resto, i due ex sindaci faticano, almeno per il momento, a trovare consensi fuori dalla cerchia renziana. La sinistra interna non li considera potabili, o sostenibili e preferisce semmai condizionare la scelta del segretario su altri nomi.
A Napoli è molto forte Celeste Condorelli, manager impegnata nel sociale.
A Roma, dove il ritardo è maggiore, si cerca un profilo simile. E se il grosso del Pd rimarrà unito verranno tagliati fuori sia Bassolino sia Marino.
Questo è il piano.
Semmai qualche problema nel capoluogo campano potrebbe crearlo l’accordo raggiunto ieri sera con il Nuovo centrodestra. Il partito di Alfano entra ufficialmente nella coalizione di sinistra e parteciperà alle primarie.
Ai bersaniani sembra solo l’antipasto del partito della Nazione, anche perchè uno schema simile verrà con ogni probabilità replicato a Milano
Reggerà dunque la moratoria chiesta da Renzi sulle amministrative?
La direzione del Pd è fissata a gennaio. Servirà a pronunciare il no definitivo a Bassolino che però è in piena competizione.
«A Renzi piace vincere e a me pure – ricorda a Corrieretv -. Anzi, io ho vinto più di lui». L’ex sindaco dunque sposta il tiro dai vicesegretari al segretario-premier. E l’offensiva è destinata a crescere nei prossimi giorni rendendo molto più complicato il rispetto di una tregua fino alla fine delle vacanze natalizie.
Renzi è convinto di poter reggere l’urto e intanto di trovare i candidati giusti per Napoli e Roma.
A Milano Beppe Sala aspetta solo di definire alcune pratiche dell’Expo poi accetterà la candidatura e correrà alle primarie. Che lì potrebbero tenersi prima del 20 marzo.
Il 7 febbraio o alla fine dello stesso mese.
A Largo del Nazareno infatti si pensa di anticipare dappertutto l’election day interno: la fine di marzo concede davvero troppo vantaggio agli avversari.
E soprattutto può aprire qualche crepa dentro al Partito democratico. L’incertezza complessiva, con l’eccezione di Bologna e Torino, crea problemi e concede spazio a chi, anche nella maggioranza renziana, considera poco incisiva la guida di Renzi nel Pd.
Ma la linea del premier non cambierà : è sempre sull’azione di governo che scommette per immaginare il futuro.
(da “La Repubblica”)
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