IL PIANO PER UNA LISTA UNITARIA LEGA-MELONI CON LA REGIA DI BANNON
SALVINI PUNTA A SCARICARE FORZA ITALIA, CHISSA’ QUANDO I FORZISTI SE NE ACCORGERANNO… GLI STATI UNITI PENSANO CHE IL GOVERNO ATTUALE DURERA’ ANCORA POCO
Nei giorni scorsi Matteo Salvini aveva inviato all’amministrazione americana segnali molto forti: davanti all’accoglienza per certi versi trionfale che Roma aveva preparato al leader cinese Xi Jinping, il capo della Lega si è dissociato dalle manifestazioni di più spiccato giubilo con un giudizio sferzante («Non mi si dica che in Cina c’è il libero mercato»), un modo per andare incontro al forte malumore dell’amministrazione americana.
Come dire: Washington può fidarsi della Lega e del suo capo. Oggi e soprattutto domani. In caso sempre più probabile di una precipitazione degli eventi verso elezioni anticipate.
Una strategia che il leader della Lega ha confrontato con Steve Bannon, l’ex stratega della vittoriosa campagna elettorale di Donald Trump, in questi giorni in Italia, prendendo in esame la possibilità di dare vita ad un nuovo centrodestra sovranista, con Giorgia Meloni ed anche, eventualmente, senza Silvio Berlusconi.
L’approccio d’attacco di Salvini è condiviso e incoraggiato da Bannon che – dopo la rottura con lo staff di Trump – si sta dedicando all’Europa con la mission di «rendere globale la rivoluzione contro il Partito di Davos».
Dentro questa strategia, Bannon sta cercando di costruire una sorta di Internazionale populista, il cui primo obiettivo è di ottenere un buon risultato alle elezioni di maggio 2019: in Italia il rapporto privilegiato è con il capo della Lega.
E in queste ore Bannon ha spiegato ai suoi interlocutori italiani che presto la parola tornerà agli elettori italiani. Steve Bannon, come si sa, non è Trump, ma nelle settimane scorse anche l’amministrazione americana era stata informata delle intenzione leghiste di arrivare ad una resa dei conti con gli alleati pentastellati.
Agli americani il messaggio chiaro e forte della Lega era stato recapitato ai primi di marzo dal sottosegretario alla presidenza Giancarlo Giorgetti in visita negli Stati Uniti e che aveva portato un messaggio chiaro – il governo italiano ha esaurito la sua azione e a partire da giugno si ragionerà su altri scenari politici, diversi dall’attuale.
Nella sua missione a Washington e New York, Giorgetti aveva alternato incontri pubblici (al prestigioso Council of Foreign Relations) e altri più riservati.
In quelli che lo hanno visto impegnato, tra gli altri, alla Casa Bianca con il genero del presidente Trump, Jared Kushner, e con il Segretario al Tesoro Steven Mnuchin, il pragmatico numero due della Lega aveva esposto un ragionamento lineare: l’esecutivo guidato da Conte è nato sulla necessità di dare un governo al Paese, quella alleanza ha dato quel che poteva dare, ma ora quello schema si è esaurito ed è inutile ragionare su ulteriori evoluzioni.
Giorgetti non ha pronunciato la parola «crisi», nè ha spiegato in che modo la situazione sia destinata a precipitare, anche perchè di mezzo ci sono le elezioni Europee e ancora due mesi nei quali imprevisti di tutti i tipi potrebbero frapporsi.
Ma l’amministrazione americana sa che il governo italiano è agli sgoccioli e che, se gli italiani lo vorranno, nel prossimo autunno a palazzo Chigi potrebbe sedersi Matteo Salvini. Grazie al voto (anticipato) degli italiani. Salvini ascolta ma si misura la palla con la realtà domestica.
A cominciare dall’analisi del voto in Basilicata. Il commento a caldo del leader della Lega si è limitato al dato contabile delle presidenze di Regione sottratte alla sinistra («7 a 0!»), ha annunciato che il governo continuerà per i prossimi quattro anni.
Nelle aspettative non dichiarate della Lega c’era un risultato più negativo per i Cinque stelle.
Salvini e i suoi immaginavano che lo choc di Roma mandasse a fondo i pentastellati che invece hanno dimostrato, nonostante tutto, di esserci. Una spinta in più per accelerare verso elezioni anticipate?
Salvini per ora tiene le carte coperte, anche perchè sa che non sarà una passeggiata.
Nelle settimane scorse Salvini ha coltivato un progetto hard: presentare — sotto la sua leadership – una lista unitaria del centro-destra sin dalle elezioni Europee.
Il leader della Lega, immaginando l’ostilità di Berlusconi, ha fatto un sondaggio preliminare con Giorgia Meloni e per ora il progetto non ha fatto passi avanti e potrebbe diventare il vero tormentone in vista di eventuali elezioni anticipate.
(da “La Stampa”)
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