MARE JONIO, LA PROCURA DISPONE IL DISSEQUESTRO DELLA NAVE
CESSATE ESIGENZE PROBATORIE, SALVINI SI ATTACCA AL TRAM ANCHE QUESTA VOLTA
A dieci giorni dallo sbarco a Lampedusa delle 50 persone soccorse nel Mediterraneo, in zona Sar libica, dalla Mare Jonio della Ong italiana Mediterranea, la Procura di Agrigento decide per il dissequestro della nave che era stata sequestrata dalla Guardia di finanza al suo arrivo in porto.
Il procuratore aggiunto Salvatore Vella questa mattina ha firmato il provvedimento di dissequestro per cessate esigenze probatorie dopo le acquisizioni di documenti fatte a bordo in questi giorni dalla Finanza su delega della stessa procura.
Il sequestro della nave è infatti solo un sequestro probatorio.
Il provvedimento è stato notificato al comandante della nave Pietro Marrone, che in questi giorni è sempre rimasto a Lampedusa con l’equipaggio, e al capomissione Luca Casarini appena sbarcato sull’isola.
“Vorrei che la Mare Jonio potesse tornare presto in mare a salvare vite, è questa la nostra missione”, ha detto Casarini che martedì della prossima settimana tornerà ad essere interrogato dai pm di Agrigento da indagato, così come il comandante, per i reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e mancato rispetto di un ordine proveniente da una nave militare, con riferimento all’alt che era stato intimato alla Mare Jonio da una motovedetta della Guardia di finanza all’arrivo dell’imbarcazione al limite delle acque territoriali italiane.
Il dissequestro della nave è indubbiamente un punto a favore della Ong e una sonora sconfitta per Salvini e i suoi compagni di merenda
(da agenzie)
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