IL SERVIZIO DELLE IENE SU CONTE E ALPA: LE FATTURE DI QUANDO DIFESERO INSIEME L’AUTORITA’ DELLA PRIVACY CONTRO LA RAI
ALLE IENE IMPEDITO DI ACCEDERE AGLI ATTI PER VERIFICARE SE EMISERO FATTURA UNICA O SEPARATE… CONTE NON VUOLE RISPONDERE
Le Iene indagano sui rapporti tra Guido Alpa e Giuseppe Conte e in un servizio che andrà in onda stasera mettono sotto la lente una delle tante “collaborazioni” tra i due, quella che li ha portati a scrivere una difesa dell’Autorità della Privacy contro la RAI. Il punto è semplice: se Giuseppe Conte e Guido Alpa non sono mai stati soci in affari, come ripetono da mesi, allora quando fra la fine del 2001 e l’inizio del 2002 lavorarono insieme per difendere il Garante da un ricorso intentato dalla Rai avranno emesso due fatture differenti?
Una domanda fino ad oggi inevasa.
Le fatture di Giuseppe Conte e Guido Alpa dovrebbero dare una risposta, del resto piuttosto semplice, a questa domanda.
Come a quella sul concorso, dove tuttavia i contorni della chiarezza necessaria a chi propugna la #trasparenzaquannocepare.
§E infatti anche su questa storia c’è qualche piccolo problemino.
Da mesi la Iena Antonino Monteleone insegue l’inquilino di Palazzo Chigi per avere una risposta. «Allora questo compenso come lo avete fatturato?».
E dall’altra parte un sicuro Conte: «Fatture separate». Il che induce Monteleone a insistere nella sua inchiesta e infine a bussare alla porta del Garante della privacy richiedendo l’accesso «agli atti di quel procedimento e in particolare alla memoria di costituzione». Fatture comprese.
Qui però accade l’inspiegabile. Alpa si oppone all’istanza di accesso «in ragione del diritto e della riservatezza professionale», si legge nella risposta del Garante.
Conte non dà seguito all’istanza. Ma le Iene non demordono e si rivolgono al Tar che dovrebbe pronunciarsi nel mese di marzo.
Nel gennaio 2002 Conte insieme ad Alpa difese il Garante della Privacy contro la RAI che aveva impugnato un suo regolamento. Come ha spiegato recentemente in un parere l’Anac di Raffaele Cantone, c’è un’incompatibilità quando «esiste una collaborazione professionale con una comunione di interessi economici» tra l’esaminato e l’esaminatore.
Il problema, sostanziale, arriva però dagli altri due fatti, vietati dalla legge: i due hanno «avuto rapporti stabili di collaborazione», per citare la norma? Sono stati mai soci?
Conte, nel suo curriculum, scrive di sì. E indica come data di inizio della collaborazione proprio il 2002, quando si tiene il concorso. Contattato da Repubblica, il premier non ha voluto rispondere alle domande.
Lo ha fatto invece, assai cortese, il professor Alpa che ha spiegato di non aver mai avuto uno studio associato con Conte e che i due erano «soltanto coinquilini».
O meglio che il premier, da avvocato, aveva lo studio «sopra il mio». Una ricostruzione che lo “salverebbe” dal conflitto di interessi nel concorso.
Ma che, sulla base di alcuni documenti che Repubblica ha potuto consultare, mostra diversi buchi. […] Strano, perchè consultando l’albo degli avvocati si scopre che entrambi hanno sì studio in piazza Benedetto Cairoli 6, ma che hanno anche lo stesso numero di telefono: per risparmiare il professor Conte usa la segreteria dello studio Alpa?
Proprio per le fatture di Conte e Alpa Monteleone continua a inseguire il dinamico duo. Alpa, intercettato non risponde. Conte, invece, qualche giorno fa dissimula e preferisce non rispondere direttamente.
(da “NextQuotidiano”)
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