IL SILENZIO DEL CAPITANO E DI TUTTO L’EQUIPAGGIO
LA VICENDA DEL BONUS SI RITORCE CONTRO CHI DI POPULISMO ANTI-CASTA HA PROSPERATO
Morale della favola: ventiquattr’ore dopo, la scoppola fa male soprattutto in casa leghista.
Dove all’ira di Matteo Salvini, che pure ha dovuto passare rapidamente dal “dimissioni, vergogna” all’”immediata sospensione dal gruppo” ha fatto da contrappunto il protagonismo di Luca Zaia, che partendo da se stesso ha esortato eletti e amministratori locali alla trasparenza finanziario-contributiva in un “Me Too al contrario”.
Dallo scarso seguito, però, come gli auspici all’autodenuncia ripetuti dai vertici di via Bellerio. Può darsi che sia stato buon profeta Massimo Garavaglia, che al mattino in tv, aveva avvisato: “La peggiore punizione sarà la gogna mediatica”.
Già : infatti, cercano in tutti i modi di evitarla. Soprattutto in un partito che ha fatto del populismo duro e puro una fucina continua di slogan, e che adesso li intravvede tornare tutti indietro come il più proverbiale dei boomerang.
Tra gli escamotage, anche la suggestione di “disguidi” legati all’operato dei vari commercialisti. Prima ventilata nella chat interna del partito, poi avanzata in chiaro da Claudio Borghi, anche lui deputato nonchè economista: “Saranno stati i commercialisti a richiedere il bonus in modo automatico”. Insomma, una categoria di incapaci se non peggio.
Così, il consigliere economico di Salvini si becca la reprimenda del presidente dell’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili Matteo De Lise: “Per i nostri politici è sempre e comunque colpa dei commercialisti. Si potrebbe dire: piove, stupido commercialista. Non essendo mai stati invitati ad un tavolo tecnico, non abbiamo potuto spiegare al governo come in realtà gli aiuti a pioggia non servano, proprio perchè si corre il rischio che possano essere usufruiti da chi in realtà non ne ha bisogno”.
Resta, dalle parti della Lega, un imbarazzo palpabile.
Il solitamente loquace Salvini — dopo un’intervista a tutta pagina a “Libero” in cui parla di qualunque cosa tranne che di questo intralcio – si limita a sbrigativi auguri al candidato sindaco di Matera.
(da “Huffingtonpost”)
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