“IL SOVRANISMO NON HA FUTURO, FA MALE AL PAESE, CHI AMA LA PATRIA BUTTA VIA LE FRONTIERE”_ IL CAPO DEI VESCOVI MATTEO ZUPPI DIBATTE AL SALONE DEL LIBRO CON LIGABUE E INFIOCINA MELONI-SALVINI
“PARLIAMO DI RIARMO E NON DI DISARMO. UNA FOLLIA. DALLA GUERRA ABBIAMO RICEVUTO L’EUROPA UNITA. UNA COSA STRAORDINARIA. SIAMO DEI MATTI A DOVER PENSARE DI USARE IL NUCLEARE”
Zuppi entra subito nei tormenti dell’attualità. Alla domanda sulla sua più grande paura ha risposto subito: “La guerra, non c’è dubbio”. Per poi spiegare: “Oggi noi giochiamo con la guerra, parliamo di riarmo e non di disarmo. Anziché abbattere le frontiere, vogliamo tracciarne di nuove. Follia. Dalla guerra abbiamo ricevuto l’Europa unita. Una cosa straordinaria. Teniamocela la paura della guerra – il suo monito – siamo dei matti a dover pensare di usare il nucleare. La paura facciamola diventare consapevolezza. Senza speranza non c’è futuro”.
Il cardinale ha fatto riferimento anche a Gaza a e alle morti nel Mediterraneo: “Oggi come si fa a non provare dolore quando muoiono due bambini di freddo e di sete e li tengono sulla barca altrimenti li dovevano buttare in mare? Come ci ha insegnato papa Francesco dobbiamo piangerli. Inaccettabili i bambini che
muoiono nella striscia di Gaza, come sono inaccettabili i morti nel massacro del 7 ottobre e quelli di tutte le guerre. Le lacrime sono anche un grande collirio, aiutano a vedere meglio”.
Sulla guerra in Ucraina – ha detto poi parlando con i giornalisti – ho la speranza, che è un po’ di più dell’ottimismo, non dobbiamo mai perderla. Dobbiamo anche pagare il prezzo di questa speranza, ma dobbiamo mettercela tutta, come ci ha insegnato papa Francesco e come mi sembra abbia già detto Papa Leone XIV, che ha già offerto la Santa Sede come luogo di incontro e negoziato”.
D’altronde, Zuppi è schierato in prima linea per la pace. Perché? “Perché la chiesa è universale, sovranazionale. Abbraccia tutti, tutti devono entrarci”: Qua qui un collegamento. “Il sovranismo non ha futuro, fa male al Paese, chi ama la patria butta via le frontiere”.
Alle riflessioni di Zuppi si sono aggiunte poi le riflessioni di Ligabue. “Tempi così duri non li avevo mai visti – ha detto – ci sono tante paure che fanno sentire soli. È il peggiore decennio tra i sei che ho vissuto, tra pandemia, la guerra in Ucraina e tutti gli altri conflitti, i ragazzi che vanno dallo psicologo e gli dicono che non sanno immaginarsi un futuro”.
“Sono stato bambino negli anni ’60 – ha spiegato – in un’Italia meravigliosa in cui c’era la speranza che il mondo potesse cambiare. Adolescente negli anni ’70 quando pensavamo di potere aggiustare le cose. Oggi ci sono 26 persone che detengono il patrimonio della metà del mondo, è l’opposto di quello in cui noi speravamo. Questo tipo di squilibrio non può non portare infelicità”.
(da agenzie)
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