IL TIMORE DEI RENZIANI: “PAGHEREMO UN PREZZO, SI POTEVA EVITARE LA PROVA DI FORZA”
DOPO LO STRAPPO CON LA MINORANZA, EMERGONO PERPLESSITA’ SULLA STRATEGIA DEL PREMIER ANCHE TRA I SUOI FEDELISSIMI
“Il colpo di forza era necessario, perchè “a questi (la minoranza Pd-ndr) non gli frega niente della legge elettorale”, legge elettorale che Renzi vuole portare a casa la settimana prossima.
E però anche nel cuore renziano il dubbio martella: “Staremo tre giorni sui giornali dipinti come dei prevaricatori – dicono deputati della maggioranza pd che ovviamente non vogliono essere citati -, come degli stalinisti. Vero che non c’era altra scelta, se non avessimo sostituito quelli della minoranza sarebbe stato un casino, però paghiamo un prezzo d’immagine…”.
Un casino? Certo, come minimo i lavori sarebbero stati rallentati forse parecchio, e in aula sarebbe arrivato un testo diverso dall’Italicum. Per cui la linea è quella e non si tocca: “Scrivilo pure che io mi vergogno per quelli che non seguono la decisione del gruppo”, commenta Ernesto Carbone, che ricorda una sua esperienza personale: “Io che sono favorevole agli Ogm quando c’era da votare la mozione contraria chiesi se potevo dissentire e mi venne detto: no. Allora chiesi se potevo uscire dall’aula. Risposta: no. E votai una cosa alla quale non credevo minimamente, ma il gruppo aveva deciso così”.
Però, oltrepassando la barriera dei commenti a voce alta, qualche dubbio serpeggia. “Le cosa si poteva gestire in altro modo, evitando l’impressione di un atto di forza – dice un noto deputato – ma ormai da noi è tutto così, forza contro forza. Il problema è che non si media più, forse non ci sono nemmeno le persone in grado di mediare…”.
Già , ma Renzi non pare il leader più incline alla mediazione, normale dunque che i “suoi” non coltivino quell’arte.
Se – come dicono i renziani – “la minoranza cerca l’incidente”‘ sembrerebbe che l’incidente l’ha trovato.
Forse si potevano evitare le sostituzioni di Bersani, Bindi, Cuperlo e compagnia, additare come scorretto il loro comportamento non conforme alla decisione del gruppo e cambiare poi in aula il testo che sarebbe uscito dalla commissione: “Ma così ci tenevano inchiodati in commissione per giorni”, osserva Gennaro Migliore, relatore della legge. Però – ragiona un altro – “la brutta figura l’avrebbero fatta loro”.
La classica scelta del male minore.
Il premier ha preferito scontare cattiva stampa ma aggiudicarsi il primo round.
E spianare la strada alla vittoria finale. Con un k.o. definitivo.
Ma di qui ad allora ci sono giorni non facili.
(da “Huffingtonpost”)
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