IL VIRUS ORA E’ GIOVANE: NEL MILANESE IL 50% DEI POSITIVI E’ UNDER 24
A GIUGNO L’ETA’ MEDIA ERA 65 ANNI… L’EPIDEMIOLOGO: “TROPPI COMPORTAMENTI RISCHIOSI NELLE VACANZE”
L’abbassamento è di 22 anni in due mesi. Una differenza notevole che emerge subito se si fa il confronto tra giugno ed agosto. E che spinge l’Ats di Milano a lanciare l’allarme, “perchè i dati sono indicativi di un cambio di comportamento da parte dei più giovani – ragiona l’epidemiologo Vittorio Demicheli, direttore sanitario dell’Ats e membro della cabina di monitoraggio nazionale – che è rischioso. Tanto che è molto difficile riuscire a dire cosa accadrà di qui alle prossime tre settimane, quando si arriverà a metà settembre
Sicuramente, da tre settimane stiamo assistendo a un peggioramento della situazione, con un aumento dei casi”.
È in calo l’età media dei contagiati di Sars-Cov-2 a Milano: secondo i dati elaborati da corso Italia, relativamente ai 300 casi che sono stati registrati in città dall’1 al 20 agosto, l’età media dei positivi al virus è di 42 anni. Ben più bassa di quella dei contagiati individuati lo scorso luglio in ambito urbano – 56 anni – e a giugno quando, in media, i pazienti positivi al nuovo coronavirus a Milano avevano 64 anni. Non solo: “Oltre un terzo dei casi che stiamo registrando in città – spiega Marino Faccini, che in corso Italia guida il servizio di Malattie infettive – sono giovani che hanno meno di 30 anni”.
Ieri in tutta la regione sono stati registrati sei nuovi decessi e 174 nuovi positivi al virus, di cui 54 nella provincia di Milano (31 in città ). Nel Milanese, tre dei contagiati hanno meno di 18 anni, e altri 20 tra 18 e 24 anni: in pratica, gli under 24 trovati Covid-positivi in un giorno sono quasi la metà di tutte le nuove diagnosi avvenute nel territorio metropolitano. Discorso simile a livello regionale: 64 su 174 delle diagnosi di ieri sono under 24, il 36,7 per cento. Altri 58 dei contagiati hanno tra 24 e 49 anni, mentre gli anziani over 65, finora la fascia d’età più colpita, ieri erano solo 23.
“L’infezione avviene spesso in vacanza, all’estero ma non solo: abbiamo registrato diversi casi di positività al virus tra milanesi appena rientrati da località italiane, come la Sardegna – dice Faccini – . Abbiamo anche individuato dei contagi “di gruppo”, con intere famiglie o comitive. L’impressione è che, in città , si tenda ad avere dei comportamenti rispettosi delle norme anti-contagio, anche grazie all’attenzione della collettività . Ma che poi questi comportamenti prudenti non siano più adottati quando si è in vacanza”.
Di qui i nuovi contagi, soprattutto dei giovani. Con una sorta di “salto generazionale” del virus che si riflette anche nei ricoveri in Terapia intensiva: ieri erano 17 in Lombardia, uno in più del giorno prima. Di questi, 15 hanno gravi polmoniti, con un’età media di 57 anni, contro gli oltre 60 di sette giorni fa: il più giovane è il 17enne della Bergamasca che è intubato al Policlinico.
Che la situazione sia da tenere sotto controllo, lo ha sottolineato lo stesso report dell’Iss, che per la Lombardia ha fissato l’Rt – il parametro che indica con che velocità “corrono” i contagi – a 1.17, sopra la soglia limite di 1. L’incidenza è di 4.96 casi ogni 100 mila persone. “La Lombardia, purtroppo, dimostra di non fare eccezione rispetto alla situazione italiana – nota allora Demicheli – . Tra i 501 casi che abbiamo analizzato nel report relativo alla settimana dal 10 al 16 agosto, una buona quota è legata a contagi avvenuti all’estero. Il fenomeno è problematico perchè determina molte nuove infezioni sul territorio nazionale: spesso chi va in vacanza e torna a casa positivo al virus è asintomatico. Quindi, senza saperlo, dopo essere rientrato infetta chi gli sta vicino, dando vita a nuovi focolai”. Al momento, in Lombardia i focolai attivi sono 492, di cui 42 “accesi” tra il 10 e il 16 agosto: sono quasi la metà dei 1.070 focolai attivi attualmente in tutta Italia.
(da agenzie)
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