IL WASHINGTON POST: “ERA RATZINGER A PROTEGGERE FRANCESCO DAI CONSERVATORI, DOPO LA SUA MORTE NON C’E’ PIU’ FRENO”
“PAPA VILIPESO E INSULTATO ANCHE DA CARDINALI”… LA FOGNA SOVRANISTA ORMAI IMPUZZOLISCE ANCHE IL MONDO DELLA CHIESA
Finché è stato in vita Joseph Ratzinger papa Francesco è stato sì criticato dai più conservatori nella Chiesa, ma mai in modo violento e personale: Benedetto XVI riusciva a tenerli a freno nei limiti del possibile.
La tesi è del Washington Post in un lungo servizio firmato da tre giornalisti, fra cui il capo della sede di corrispondenza a Roma, Anthony Faiola. Il quotidiano americano ribalta la tesi comune di una certa confusione esistente in Vaticano con la coabitazione di due capi vestiti di bianco: il Papa emerito e il Papa effettivo, e sostiene che l’uno proteggeva l’altro, tanto è che con la scomparsa di Ratzinger l’opposizione all’unico Papa è tracimata, senza più freni di sorta.
Scrive il Washington Post che secondo alcuni dei molti esperti consultati per il servizio «il fatto che Benedetto non sia più presente per temperare il dissenso dei conservatori potrebbe avere giocato a sfavore di Francesco».
Nell’ultimo anno, infatti, sono state numerosi gli attacchi «violenti e talvolta blasfemi» nei confronti di Papa Bergoglio anche prima della reazione alle nuove linee guida che consentono la benedizione delle coppie omosessuali.
Il quotidiano Usa ne cita alcuni ad esempio. «Il cardinale tedesco Gerhard Müller ha definito blasfemia la nuova guida del Papa che permette ai sacerdoti di benedire le coppie dello stesso sesso. Un sacerdote italiano si è ritrovato rapidamente scomunicato dopo aver definito Francesco, nell’omelia di Capodanno, “un usurpatore antipapa con uno sguardo cadaverico, verso il nulla“.
Ancora aggrappato al suo titolo è l’arcivescovo italiano Carlo Maria Viganò, che ha recentemente definito il pontefice un servo di Satana e ha annunciato un seminario per formare sacerdoti liberi dalle “deviazioni di Bergoglio“».
Al Papa «gli attacchi più feroci» dopo il divieto di pillola di Paolo VI
Scrive il quotidiano americano che «Francesco sta subendo un livello di rimprovero che, secondo alcuni osservatori, è il più feroce dai tempi in cui Papa Paolo VI riaffermò il divieto della Chiesa sul controllo artificiale delle nascite nel 1968. Le critiche di oggi sono ulteriormente amplificate dai media sociali e digitali. Una distinzione ancora più sorprendente, tuttavia, potrebbe essere il palese disprezzo che alcuni chierici stanno mostrando nei confronti di un uomo che i cattolici considerano il vicario di Cristo in cima al trono di San Pietro».
Il biografo di Francesco, Austen Ivereigh, fa il parallelo con gli attacchi a Paolo VI per il divieto di pillola nella Humanae Vitae, ma aggiunge: «Ciò che è nuovo è la mancanza di rispetto, la mancanza di deferenza verso l’autorità papale, che è diventata in qualche modo ammissibile in questo pontificato in un modo che non ho mai visto prima».
Concorda con lui John Carr, già lobbista della conferenza episcopale Usa: «L’opposizione a Francesco è senza precedenti. E riguarda soprattutto il potere ecclesiastico, economico e politico. Non hanno detto che Giovanni Paolo II non era Papa. Non hanno detto a Benedetto che era illegittimo. Questo fa parte di un progetto più ampio per minare la sua credibilità».
L’attacco diretto di due vescovi del Kazakistan
Ora, continua il quotidiano americano, «il numero di chierici cattolici che annunciano a gran voce e con orgoglio la loro intenzione di non rispettare il Papa è cresciuto il mese scorso, dopo che Francesco ha modificato le linee guida del Vaticano e ha autorizzato le benedizioni sacerdotali di coppie dello stesso sesso, a condizione che tali benedizioni siano tenute separate dal matrimonio». I vescovi Usa sono stati prudenti nelle reazioni, ma «anche alcuni vescovi fedeli a Francesco, tuttavia, sono apparsi sinceramente confusi su come tali benedizioni siano significativamente diverse dall’approvazione delle unioni omosessuali, e su come il Vaticano possa sostenere le benedizioni omosessuali pur sostenendo che le tendenze omosessuali sono ‘intrinsecamente disordinate’ e gli atti omosessuali ‘immorali’. C’è stata la rivolta delle conferenze episcopali africane, che però hanno ribadito la loro fedeltà a Francesco. Ma anche qualcosa in più: “Due vescovi del Kazakistan, in una lettera che proibisce ai loro sacerdoti di obbedire all’editto vaticano, hanno rispettosamente affermato che il Papa non cammina rettamente secondo la verità del Vangelo“».
Gli esperti: «Mai viste critiche così in piazza»
Il Washington Post ricorda che «secondo le norme ecclesiastiche, i chierici possono mettere in discussione il Papa, anche se in modo rispettoso e ragionevole», ma non è il tono di questo ultimo anno. «Sono sbalordito dalle critiche mosse a Papa Francesco dai conservatori», dice John McGreevy, storico del cattolicesimo e rettore dell’Università di Notre Dame. «Questa natura estremamente pubblica delle critiche papali è totalmente nuova e moderna. Gli attacchi all’istituzione sono il simbolo di un populismo a cui si pensava che il cattolicesimo fosse immune, perché è l’istituzione burocratica per eccellenza». Il quotidiano Usa sente anche lo storico italiano della Chiesa, Alberto Melloni che rafforza la tesi iniziale: «Le benedizioni per le persone dello stesso sesso sono state la prima azione importante che Francesco ha intrapreso dopo la morte di Ratzinger. Ma questa volta Ratzinger non è più lì a dire agli altri: “Chi se ne frega se non vi piace, è il Papa e dovete obbedire“».
(da agenzie)
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