IN ITALIA OPERAI E IMPIEGATI SEMPRE PIU’ POVERI
STUDIO DI BANKITALIA: IL POTERE DI ACQUISTO HA PRIVILEGIATO AUTONOMI, DIRIGENTI E PENSIONATI… I PIU’ PENALIZZATI GLI INSEGNANTI
A spiegare la dinamica dei redditi e della ricchezza negli ultimi 15 anni, è stato il direttore del servizio studi di struttura economica e finanziaria della Banca d’Italia in un’audizione alla commissione lavoro del Senato.
E’ emerso che la rete di tutela italiana è debole e carente nei momenti di crisi.
Se la percentuale di ricchi e poveri rimane stabile, è interessante analizzare il rimescolamento delle carte all’interno delle classi sociali che negli ultimi anni è stato profondo ed è avvenuto ancor prima dell’avvento dell’euro, da molti indicato come principale fonte di perdita del reddito per i dipendenti.
Nel periodo esaminato, la crescita delle retribuzioni lorde reali unitarie è stata contenuta e pari allo 0,6%.
Tra il 1996 e il 2006 il reddito disponibile è aumentato dell’1,2% l’anno, ma per le famiglie degli autonomi la crescita è stata del 2,6%, per i dirigenti pubblici e privati dell’1,5% e per i pensionati dell’1,6%.
Aumenti molto più contenuti si sono verificati invece per operai (+0,6%) e soprattutto impiegati
(+ 0,3%) tra i quali vanno compresi anche i quadri intermedi, gli impiegati direttivi e gli insegnanti. Come risultato la percentuale dei poveri (coloro che percepiscono un reddito inferiore al 60% di quello medio) appartenenti a queste due classi sociali è salita dal 27 al 31% tra gli operai e dal 7 all’8% tra gli impiegati, mentre è scesa tra gli autonomi.
Il quadro si fa ancora più grave per i lavoratori atipici in caso di recessione perchè “sono i meno protetti dagli ammortizzatori sociali” e pesa “la mancanza di strumenti di sostegno al reddito”.
Per i giovani inoltre i salari all’ingresso si sono ridotti in termini reali.
In generale il livello di povertà e della diseguaglianza dei redditi familiari in Italia è elevato nel confronto internazionale, ben superiore a quello dei Paesi nordici e dell’Europa continentale e in linea con i Paesi mediterranei e di lingua inglese.
L’1% della popolazione più ricca possiede, infatti, il 15% della quota di ricchezza netta del Paese e il 60% più povero possiede solo il 16,7%.
La situazione italiana comunque sconta il profondo contrasto tra Nord e Sud dove assistiamo a una distribuzione diseguale del reddito.
Per Bankitalia si tratta di lavorare tenendo ben presente questi elementi e tendere a riequilibrare certe sperequazioni che è opportuno non dimenticare.
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