“INSEGNO IN UNA SCUOLA PARITARIA, NON POSSONO CHIEDERMI SE SONO LESBICA”: SOLDI ALLE PRIVATE PER DISCRIMINARE GLI ITALIANI
INSEGNANTE DI TRENTO LICENZIATA PERCHE’ NON SMENTISCE DI ESSERE LESBICA: “UMILIATA DALLE SUORE, CONSIDERANO I GAY MALATI DA CURARE”
“L’omosessualità è un problema? Ammesso che sia gay dovrei guarire da qualcosa? Sembrava mi volessero umiliare”.
Sono queste le parole pronunciate dall’insegnante, nella sua prima intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica, dopo essere stata licenziata dalla scuola paritaria in cui lavorava da cinque anni perchè sospettata di essere lesbica.
à‰ accaduto a una professoressa, il cui nome di fantasia è Silvia, dell’istituto cattolico parificato Sacro Cuore di Trento.
Una volta concluso l’anno scolastico, l’insegnante è stata convocata dalla direttrice della scuola che, dopo averle fatto i complimenti per il lavoro svolto, le ha chiesto se fossero fondate le voci secondo cui Silvia avrebbe una compagna.
La professoressa si è rifiutata di rispondere alla domanda, difendendo il suo diritto alla privacy e accusando la direzione dell’istituto di razzismo e omofobia.
Dopo cinque anni di insegnamento presso la scuola paritaria, Silvia ha perso il lavoro e sul suo caso è intervenuto anche il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini.
Con una nota diffusa nella giornata di domenica, il ministro ha dichiarato che “valuterà il caso con la massima rapidità e con un confronto chiaro e doveroso con le parti coinvolte. In queste ore sto raccogliendo gli elementi utili a comprenderne tutti gli aspetti. Laddove ci trovassimo di fronte – ha concluso – legato ad una discriminazione di tipo sessuale agiremo con la dovuta severità “.
L’insegnante ha rilasciato un’intervista a La Repubblica nella quale ha raccontato cos’è successo durante il colloquio con la madre superiora dell’istituto: “Dopo avermi fatto i complimenti per il lavoro svolto, se n’è uscita con quella domanda… Ero disgustata. Poichè non avevo intenzione di svelare nulla, suor Eugenia ha osservato che ‘stavo dimostrando la fondatezza delle voci’. Sembrava mi volesse umiliare. Stavo per andarmene e a quel punto lei prova rimediare, facendomi capire che era disposta a chiudere un occhio se avessi dimostrato di voler ‘risolvere il problema’.
Non c’ho visto più… l’omosessualità è un problema? Ammesso che sia gay, dovrei guarire da qualcosa? Le ho risposto che è una razzista, e che deve riflettere sul concetto di omofobia”.
L’insegnante ha raccontato a La Repubblica che: “In 5 anni ho sentito volare parole come ‘invertito’, mai però di fronte agli alunni. Ho visto volantini affissi nell’aula docenti dove si pubblicizzava la presentazione del libro ‘Ero gay. A Medjugorje ho ritrovato me stesso’. Alcuni colleghi poi mi hanno raccontato di aver ricevuto pressioni dalla dirigenza scolastica sul comportamento da tenere con gli studenti, ‘perchè i maschi sono maschi e le femmine sono femmine’. Quel che mi è successo è roba da Medioevo, paragonabile alle discriminazioni subite dagli ebrei o dai neri”
Rispetto a quanto dichiarato dal ministro dell’Istruzione Giannini, Silvia chiede al dicastero: “Un reale controllo sui finanziamenti erogati alle scuole paritarie. Ce ne sono alcune che non li meritano. Voglio solo coerenza”.
(da “Huffingtonpost”)
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