INTERVISTA A DE GREGORIO: “SILVIO COL SUO DENARO PUO’ TUTTO”
“HA COMPRATO ME E ALTRI… E MI CHIEDEVA ANCHE RAGAZZE”
«Gli altri parlamentari che si sono lasciati corrompere nelle operazioni di Silvio Berlusconi? Certamente il mio non è stato un caso episodico, ma solo una tappa della strategia».
Sergio De Gregorio, giornalista ed ex senatore Pdl, 102 giorni di arresti domiciliari alle spalle, prima sorride.
Poi, seduto nel salotto della sua casa romana, si fa serio. «Io parlo solo di ciò che posso documentare. O di ciò che mi hanno riferito fonti attendibili di quel partito. Però, anche dopo l’errore madornale che ho commesso fidandomi di lui, mi sono convinto che il problema del Paese è Berlusconi, il suo potere economico. Lui compra tutto».
De Gregorio ha chiesto il patteggiamento per i tre milioni ricevuti da Silvio Berlusconi allo scopo di sabotare il governo Prodi.
Sulla compravendita di parlamentari sta scrivendo un libro.
«Ma trovo difficoltà ad individuare un editore nazionale, vorrei che lo leggessero in tanti».
Il Cavaliere ora è imputato a Napoli di corruzione insieme a Valter Lavitola.
L’udienza riprenderà a settembre, il gup deciderà a ottobre.
Sull’ex senatore intanto piovono gli strali dell’entourage del Cavaliere. «Dicono che sarei un ricattatore. Non mi fanno paura, comunque. Dovrebbero essere loro a temere il corso della giustizia».
La difesa di Berlusconi ha depositato in udienza alcune sue lettere indirizzate all’ex premier quando era in commissione Difesa. Cosa gli scriveva?
«Informavo Berlusconi di molte cose, quasi sempre di persona. Non ricordo scritti. Vedremo cosa dicono queste lettere».
Dall’inchiesta dei pm Milita, Vanorio, Piscitelli e Woodcock sembra che ci siano state almeno due “Operazioni Libertà ” da parte di Berlusconi. La prima nel 2006, quando corrompono lei, la seconda nel 2010.
«E’ corretto individuare i due momenti. Ma forse le Procure di Roma o di Napoli possono escludere che ce ne siano stati altri?».
Nel 2007, per conto di Berlusconi, lei offrì al senatore dell’Idv Caforio fino a 5 milioni per cambiare schieramento. Il suo collega registrò la conversazione su suggerimento di Antonio Di Pietro, al quale consegnò il nastro per portarlo in Procura. La cassetta non si trova. Secondo lei che fine ha fatto?
«Io non posso saperlo. Ma se uno ha in mano una cassetta del genere, e quella cassetta posso immaginare che esistesse, davvero può perderla o non ricordare dove sia? O è più probabile che, nel paese dei veti e dei ricatti incrociati, alla fine si sia vaporizzata? ».
Sugli eventi del 2010 lei ha fatto cenno a Luca Barbareschi e alle astensioni di Giuseppe Scalera, allora senatore diniano?
«Di Scalera non so nulla. Quanto a Barbareschi, fu Verdini a farmi presente che aveva dovuto sudare per convincere Mediaset a dare al regista-parlamentare una fiction».
È vero che era presente quando il futuro ministro Nunzia De Girolamo avrebbe dato al senatore Cosimo Izzo un peluche destinato a Berlusconi con dentro un curriculum?
«Accadde ad una mia convention. Non l’ho visto personalmente, ma così me l’hanno raccontata. Anche sulla storia della debolezza di Berlusconi per le donne sono stato sempre un po’ diverso dagli altri. Una volta, Lavitola mi chiese, per conto del presidente, il cellulare di una signorina che aveva fatto da presentatrice ad un evento. Risposi così: “Digli che sono uno dei pochi che non farà mai il ruffiano per lui”».
E lui si arrese?
«Macchè. La signorina era fidanzata con un mio collaboratore. La invitò a Palazzo Grazioli, il fidanzato era incerto, non capiva. Lei ci andò e riferì di essere stata a cena con una trentina di ragazze. Io dissuasi anche il suo fidanzato: “Non la mandare, lascia perdere…” ».
E com’è finita?
«Malissimo per lui, che fu lasciato. Ottimamente per lei. Oggi lavora fa la giornalista a Mediaset
È vero che le fu offerto da alcuni amici americani di fare il latitante?
«Ovviamente non ho mai considerato l’ipotesi. Mi sono presentato spontaneamente e continuerò a farlo ogni volta che me lo chiedono. Ho moglie e tre figli, non voglio scappare da nessuno».
Perchè Lavitola non ha collaborato?
«Chi lo sa. Ha fatto tanto carcere, e non lieve. Certo, conosceva molto delle strategie del Cavaliere. Ricordo che, nonostante l’ostilità di Ghedini, Lavitola riusciva a parlare con Berlusconi in qualsiasi condizione. Cosa dire? Avrà avuto la sua convenienza».
Conchita Sannino
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