INTERVISTA A MARONI: “NOSTRI ELETTORI INDECISI SUL REFERENDUM E SALVINI NON INSEGUA LA LE PEN”
“NULLA E’ SCONTATO, NEMMENO CHE GLI ELETTORI DI CENTRODESTRA VOTERANNO NO”…”SE SI VUOLE IL LEPENISMO, ALLORA PER COERENZA BISOGNEREBBE VOTARE SI'”
«La partita è ancora tutta da giocare. Non bisogna dare nulla per scontato, nemmeno che gli elettori di centrodestra andranno a votare per il No. Il quesito referendario è molto insidioso».
Roberto Maroni è un politico pragmatico e di lunga esperienza. In questa intervista lancia un allarme. Dice che la campagna elettorale può cambiare le sorti del risultato nelle urne.
Presidente Maroni, nel sondaggio pubblicato ieri dalla Stampa, Nicola Piepoli sostiene che Renzi deve parlare agli elettori di centrodestra se vuole vincere il referendum. E che l’elettorato moderato è in bilico sulla scelta. Condivide questa analisi?
«Sì. Il rischio è concreto. Renzi ha iniziato a separare le sorti del governo dal risultato referendario. E man mano che si entrerà nel vivo della campagna elettorale, il suo bombardamento mediatico, attraverso i tanti giornali e le tante televisioni amiche, aumenterà . Trovando sensibili una parte di elettori che hanno votato e votano centrodestra. Potrebbero essere convinti che veramente si ridurrà il costo della politica, verrà snellito il procedimento legislativo, saranno più veloci ed efficaci le decisioni del governo. Potrebbe far passare l’idea che in fondo è quello che aveva tentato di fare il governo Berlusconi».
Come farete a contrastare quello che lei chiama «bombardamento mediatico»?
«Intanto con una forte e capillare mobilitazione per smascherare il bluff, per dire ai nostri elettori di non farsi prendere in giro. Occorre mettere in guardia sindaci e amministratori sul fatto che questo referendum, con la modifica del titolo V, concentra tutto il potere in capo al governo, eliminando il sistema delle autonomie. Torneremmo agli Anni Settanta. Ecco perchè sabato 15 ottobre io e i presidenti della Liguria e del Veneto, Toti e Zaia, abbiamo organizzato a Milano una grande iniziativa con i sindaci e gli amministratori di centrodestra. Dobbiamo spiegare loro che se passa il referendum per noi è la fine».
Salvini non è venuto a Cernobbio, spiegando che i partecipanti al Forum Ambrosetti sono come i musicisti che continuavano a suonare mentre il Titanic affondava. Lei invece, non solo ha partecipato, ha pure detto di non volere un partito lepenista.
«Intanto io sono il presidente della Lombardia e se vengo invitato vado, a maggior ragione se si tratta di un’iniziativa che si svolge nella mia Regione. A Cernobbio vengo sempre volentieri. E’ un luogo di dibattito e di confronto. Salvini guida il partito di lotta, io quello di governo, e su alcune questioni abbiamo opinioni differenti. Sulla signora Le Pen, ad esempio: lei teorizza lo Stato Nazione, lo vuole rafforzare, mentre la Lega non è mai stata favorevole. Anzi ha sempre contrastato l’accentramento dei poteri del governo centrale. Noi siamo per l’Europa dei popoli e delle regioni. Tatticamente siamo alleati e va bene, ma il disegno strategico è diverso. Ora, se si vuole seguire il lepenismo e il rafforzamento del centralismo statale, allora per coerenza si dovrebbe votare Sì al referendum costituzionale».
Altre differenze con Salvini?
Maroni sorride. «Lui vuole azzerare il bollo auto che vale un miliardo di euro per la Regione Lombardia, io devo trovarlo questo miliardo».
Il 16 e il 17 settembre a Milano ci sarà la convention di Stefano Parisi. Ci andrà ?
«Non sono stato invitato ed è giusto che non vadano i soliti. Ad esempio se c’è gente come Albertini, che tra l’altro si era candidato contro di me alla Regione, o il solito giro degli amici, allora sarà difficile parlare di successo: sarebbe una delusione, un fallimento. Io mi auguro invece che Parisi abbia un grande successo, che allarghi il perimetro del centrodestra con energie e volti nuovi».
Amedeo La Mattina
(da “la Stampa”)
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