INTERVISTA AL MINISTRO RENZIANO DEL RIO: “LETTA NON CHIEDA LA LEGGE SUL CONFLITTO DI INTERESSI”
“NON SI PUO’ CHIEDERE LA LUNA, MEGLIO ASPETTARE TEMPI MIGLIORI”
«Se Renzi chiede la Luna questo governo non gliela può dare… Ma se il premier chiede al Pd la Luna, o una legge sul conflitto di interessi, è chiaro che anche questo non si può ottenere»: Graziano Delrio, ministro per gli Affari regionali, in un’intervista al Corriere auspica che sia Letta sia il segretario del Pd si assumano «un pezzo delle responsabilità dell’altro» perchè, altrimenti, «ci rimette il Paese». Intanto Renzi insiste: sulle riforme non si torna indietro.
ROMA
«Se Renzi chiede la luna questo governo non gliela può dare… Ma se il premier chiede al Pd la luna, o una legge sul conflitto di interessi, è chiaro che anche questo non si può ottenere».
È la metafora con cui il ministro Graziano Delrio, Affari regionali, chiede a Renzi di lasciar lavorare Letta sul fronte economico e sociale e al capo del governo di star lontano dalla legge elettorale: «È un momento delicato, è importante che ognuno assuma un pezzo delle responsabilità dell’altro. Se non si conciliano le posizioni, ci rimette il Paese».
Tra Renzi e Letta è resa dei conti?
«No, io credo di no. Gli italiani ci chiedono due cose, un quadro politico solido e la soluzione di problemi molto seri come la disoccupazione. Il campo da gioco è molto largo e ognuno deve fare la sua parte. L’iniziativa di Renzi sulle riforme ha dato al Parlamento un’occasione d’oro per dimostrare che la politica è in grado di passare il guado e di ritrovare dignità . Non possiamo fallire ancora».
Letta ha detto no alle liste bloccate e Renzi ritiene «tecnicamente possibile» votare durante il semestre.
«Da ministro dello Sport ricordo che ci sono squadre che possono vincere anche quando i due calciatori più forti non si parlano negli spogliatoi. La cosa importante è giocare per il Paese, per battere la crisi e far ripartire l’occupazione».
Ci riusciranno? Letta sembra soffrire il «fattore Renzi».
«Le sue ambizioni personali non sono state mai così lontane, altrimenti Matteo avrebbe fatto altre scelte e aveva gli strumenti per farle. Sulla legge elettorale Renzi ci ha messo la faccia rischiando grosso, il passaggio con Berlusconi non è stato indolore».
È vero che quando non si parlano è lei che fa da ponte telefonico?
«Sono uno di quelli che parlano con tutti e due».
Avrà capito se Renzi vuole davvero votare durante il semestre…
«Così non è. Ma se non riusciamo ad approvare le riforme il rischio per la legislatura sarà molto alto. Se non si arriva in fondo al processo costituente, le elezioni anticipate si avvicinano. Grillo è rimasto fuori dal processo proprio con la speranza di assistere all’ennesimo fallimento della politica».
La sua ricetta per scongiurarlo?
«Credo che il governo dovrebbe tenere un atteggiamento molto prudente a entrare dentro la dinamica delle riforme. È un governo di larga coalizione, anche se adesso meno ampia, in Parlamento ci sono i partiti e il lavoro sulla legge elettorale spetta a loro».
Letta non doveva rompere il silenzio? Non doveva dire la sua contro le liste bloccate?
«La questione non è che Letta non può o non deve dire la sua, così come è impensabile che il Pd non si esprima sull’agenda di governo. Ma se il Pd e il governo chiedono la luna…».
La luna sono le preferenze?
«Le opinioni sono legittime, però ci vuole buon senso. Tutti sanno che qualsiasi avanzamento sulla legge elettorale va fatto d’intesa con coloro che hanno sottoscritto il testo».
E se Berlusconi fa muro?
«Chi vuole modificare il testo costruito con tanta abilità deve essere in grado di proporne uno migliore. Se la minoranza del Pd o i colleghi del governo trovano un punto di sintesi migliore se ne facciano carico. Cerchiamo di essere onesti dal punto di vista della memoria, Renzi ha tenuto fede al suo impegno di non compromettere la durata del governo. Il suo punto di sintesi non umilia il Nuovo centrodestra e l’argomento della legge elettorale come pericolo per il governo è stato tolto dal piatto».
Letta si fida di Renzi?
«Ho parlato con il premier, sa bene che il pacchetto delle riforme può consacrare Renzi come colui che ha dato il via alla Terza Repubblica, ma sa anche che non può metterlo in condizione di concorrere per il governo a breve scadenza. È chiaro che il capo dello Stato può sempre sciogliere le Camere se il premier ritiene di non avere più la fiducia, ma le riforme sono un antidoto al voto anticipato».
Il suo appello ai duellanti?
«Cerchiamo di essere ottimisti e facciamo un po’ di autocritica, senza nasconderci che abbiamo bassi indici di fiducia da parte degli italiani. Il governo dovrebbe imprimere uno scatto alla forza della sua azione e renderla più incisiva, come ha fatto Hollande».
Letta rivendica i risultati.
«I risultati sulla stabilizzazione finanziaria ci sono ed è stato faticoso raggiungerli, ma non vengono percepiti dalla popolazione. Come la politica ha fatto uno scatto in avanti con l’iniziativa di Renzi, così il governo deve cambiare passo sotto la regia del premier».
Per cambiare di passo serve il Letta bis, ma il premier non può farlo finchè Renzi non ci mette la faccia
«È ovvio che, nel momento in cui il Pd darà un contributo forte al programma, dovrà anche sostenere il governo in modo convinto. Il Pd deve fare nei suoi organi un ragionamento diretto e franco, lo deve al Paese. Non si può essere ambigui. Una volta approvata la legge elettorale il segretario metterà la faccia anche sul rilancio, ama l’Italia e capisce che vale più di ogni cosa»
Sulle preferenze si litiga…
«Se ne parla troppo, non sono il totem della democrazia. Il Pd ci sta mettendo un’enfasi enorme rispetto alla sua linea di sempre»
In commissione il Pd è diviso, c’è il rischio franchi tiratori in Aula?
«Dopo la vicenda penosa di Prodi c’è sempre questo rischio e porterebbe diritti al fallimento del progetto. A quel punto andare verso il voto anticipato, che per mesi abbiamo cercato di scongiurare, sarebbe molto facile».
Monica Guerzoni
(da “il Corriere della Sera”)
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