IVAN ZAYTSEV: “SONO STANCO E INCAZZATO, LA STORIA NON SI CANCELLA, MA IL RAZZISMO SI’, BASTA VOLERLO”
LE REAZIONI DELLA PALLAVOLO AL MURALE SU EGONU DETURPATO: IL SILENZIO DELLE COMPAGNE, LA LINEA DELLA FEDERAZIONE, LA SOLIDARIETA’ DI GIANNELLI
Se c’è un pallavolista che può comprendere fino in fondo quello che Paola Egonu vive ormai da anni, questo è Ivan Zaytsev, alter ego al maschile dell’azzurra fino all’Olimpiade di Tokyo per la grandezza del personaggio che trascendeva l’atleta. Lui, ex capitano della Nazionale nato a Spoleto da genitori russi (il papà è stato uno dei più grandi palleggiatori dell’Unione Sovietica), mai banale nel suo prendere posizione, come quando si schierò a sostegno delle campagne vaccinali.
Zaytsev: «Stanco degli attacchi a un’atleta come Paola Egonu»
«Sono stanco, stufo e incazzato — le sue parole — di vedere costantemente attaccata un’atleta eccezionale come Paola, orgoglio della nostra Nazionale di volley femminile campione olimpica».
Una rabbia che monta man mano che le parole prendono forma: «Qualcuno dirà che sono pochi ma rumorosi, che sono solo ignoranti o invidiosi, ma la verità è che mai nessuno mi ha offeso per il colore della mia pelle o per i miei capelli biondi tipicamente “italiani”».
E ancora: «Sono nauseato da questi ipocriti e ignoranti tentativi di destabilizzazione, divisione e profonda ingratitudine. Vorrei solo godermi il capolavoro sportivo di queste straordinarie tredici atlete italiane e del loro superlativo staff senza che qualche imbecille cerchi la sua visibilità. La storia non si cancella ma il razzismo, quello sì, lo cancelleremo eccome a suon di alzate di voce, di scudi e di schiacciate nel cuore».
Forte, potente come le schiacciate che da questa estate ha cominciato a scagliare contro la sabbia nella sua nuova vita nel beach volley.
Il capitano dell’Italvolley maschile Giannelli: «Non ti curar di loro»
Forte e potente come è la voce dell’attuale capitano dell’Italvolley Simone Giannelli, un altro personaggio capace di andare oltre il suo ruolo in campo: «Le persone che hanno fatto questo non meritano di essere chiamate tali: senza cuore, senza dignità e senza umanità. Paola Egonu, non ti curar di loro. Chi di dovere ci penserà (spero proprio). Tu sei tanta roba, campionessa olimpica».
Federvolley e Lega volley femminile scelgono il silenzio
E se Federvolley e Lega volley femminile hanno deciso all’unisono di non parlare per non dare ulteriore voce al gesto, è la presidente del Vero volley Milano Alessandra Marzari, che, dall’anno scorso, ha accolto Egonu in squadra, a dare altre parole di conforto alla sua giocatrice: «Lasciali perdere, Paola, li combatteremo con i fatti».
E aggiunge un pensiero condiviso da tutti quelli che hanno scelto di dire qualcosa: «È un gesto deprecabile e da condannare con fermezza — prosegue — ma allo stesso tempo credo non meriti nemmeno quella pubblicità che alimenta l’ego di chi l’ha compiuto. A Paola vorrei dire di guardare avanti, anche perché per una persona che pensa queste idiozie, ce ne sono milioni che le vogliono bene, la sostengono e sono solidali con lei. Purtroppo, però, in situazioni come questa, la voce di uno (che sono convinta parli solo per sé) fa più rumore di quella di tantissimi altri che la pensano in maniera opposta».
Piano: «Giusto che Paola sia tra i simboli di questa Italia»
Pensiero condiviso da un altro campione, Matteo Piano, anche lui ex capitano azzurro, legato a Paola Egonu da una forte amicizia: «Già il vandalismo in sé sarebbe estremamente triste, ma deturpare un’opera d’arte dalla valenza simbolica così potente rende il gesto ancora più grave. Da un lato sono triste perché non abbiamo cura né dei luoghi, né della storia, dall’altro perché queste ragazze hanno fatto qualcosa di davvero grande e Paola è giusto che sia uno dei simboli di questa Italia. Questi atti vandalici logorano la speranza di poter costruire un mondo migliore, ma non possiamo darla vinta a loro».
(da agenzie)
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