“LA CAMORRA DELLE PARANZE PUNTA DI NUOVO SUL RACKET”
INTERVISTA A ROBERTO SAVIANO: “IL MESSAGGIO E’ ‘DOVETE ENTRARE NELLA NOSTRA ECONOMIA’… “LA PASSERELLA DI SALVINI A NAPOLI E AFRAGOLA? LUI E’ UNO SCIACALLO CHE SFRUTTA OGNI OCCASIONE”
Roberto Saviano, è tornata a esplodere una bomba nel centro di Napoli. Di fronte alla pizzeria Sorbillo, uno dei luoghi simbolo della Napoli famosa nel mondo. Che significa?
È un atto gravissimo l’attentato a Sorbillo. Il centro storico è un territorio che da anni sconta la presenza asfissiante di una camorra nuova, la camorra delle paranze. Che, seppur aggredita, non solo non è sconfitta ma fonda il suo controllo militare sull’estorsione, una pratica che per esempio la “storica” famiglia Giuliano aveva per anni dismesso. Le paranze introducono di nuovo il controllo del territorio tramite l’estorsione, questo è il punto.
Spiegati meglio.
L’estorsione è una pratica che spesso genera diffidenza nella popolazione verso il potere criminale perchè è come una tassa ulteriore da pagare. Ed è per questo che spesso i casalesi rinunciano al racket: i proventi di coca, rifiuti e appalti sono alti e imporre il pizzo crea una frattura insanabile tra i clan e il territorio. Così come l’usura, attività che la camorra detesta perchè finisce col diventare una scelta antipopolare e che non porta consenso. E il consenso serve, sempre, serve in tempo di pace e serve in tempo di guerra, serve per schermare gli affari e per le latitanze. Quando è che l’estorsione torna ad essere vantaggiosa da pagare? Quando l’organizzazione ti dà , in cambio, una serie di servizi. Quindi se tu paghi l’estorsione non solo non subisci rapine, ma, ad esempio, puoi usufruire dei servizi di imprese edili vicine ai clan a prezzi più bassi, lo stesso vale per tir e trasporti. Insomma, paghi l’estorsione e hai accesso a una economia criminale complessa che, assurdo dirlo, riesce anche a portare vantaggi.
E la bomba in centro a Napoli contiene questo messaggio.
Certo. Attaccare Sorbillo significa dire “chiunque faccia affari qui, non importa chi sia e quanto in alto sia arrivato, deve partecipare alla nostra economia”. La Coca-Cola la devi prendere dalla nostra società di distribuzione, per le forniture devi parlare con chi diciamo noi, per il catering lo stesso. Le estorsioni non hanno solo il significato di “paga e zitto”, ma “o accedi alla nostra economia o sei morto”. Quindi è più grave di quel che sembra.
Anche ad Afragola ieri è scoppiata l’ottava bomba. Che sta succedendo?
Le otto bombe di Afragola mostrano quello che in realtà su quel territorio non ha mai smesso di esistere ovvero una competizione spietata tra clan. Il potere del clan Moccia nel tempo è andato sfibrandosi perchè ha tentato una ripulitura borghese. Le famiglie mafiose ormai, questo succede in tutto il mondo, anche quando fanno il salto di qualità legale non perdono mai il segmento criminale perchè è la loro forza. È un antico adagio: “Quanto più ti allontani dalla merda, tanto meno avrai fertilizzante per i tuoi affari”. Questo è il modello del potere criminale, che poi diventa il modello anche per il potere legale e che si traduce nel concepire l’esercizio del potere con certa disinvoltura. E dunque, i Moccia hanno rinunciato al loro segmento criminale perdendo presenza e potere sul territorio. Dagli elementi analitici che sto osservando e che sto interpretando, queste bombe sembrano parlare più il linguaggio dei gruppi di San Pietro a Patierno che oggi comandano ad Afragola e la sintassi dei Vanella Grassi. E quindi l’obiettivo è, ancora una volta, l’estorsione: le bombe piazzate per dire “dovete entrare nella nostra economia”. Su questo credo che valga la pena di insistere perchè sia chiaro che il racket non è, come le persone pensano, “pistola in bocca e dai i soldi”. È certo anche quello, e cioè arroganza: il “se vengo nel tuo locale non mi fai pagare”, il “se vengo nella tua boutique mi prendo quello che voglio”. Ma significa soprattutto aderire a una intera economia, è come dire: “tu commerciante dall’estorsione ci puoi anche, in un secondo momento, guadagnare”. Questo è il controllo che vogliono imporre militarmente, per ottenere il consenso quando le attività sotto estorsione saranno entrate nel meccanismo nell’economia criminale. Quindi non mi stupisce per nulla ciò che sta accadendo, anzi sarà sempre peggio.
Sempre peggio, dici. Qui l’analisi si allarga al tema del radicamento sociale del fenomeno, alla capacità di generare economia, come dicevamo, dunque opportunità e sviluppare consenso. Un punto di vista che non esaurisce la risposta solo sul terreno securitario.
Ma certo. La disattenzione del governo nazionale è stata abnorme. La campagna elettorale è stata superficialissima su questi temi. Negli anni si è delegato solo alla repressione e alle manette la soluzione di questi problemi. Ma manette e condanne portano a una soluzione relativa, a un contenimento del fenomeno, ma sono assolutamente inutili per modificarne le origini e le cause. Ovviamente le paranze che arruolano ragazzini sempre più piccoli e che sono comandate da ragazzini sempre più piccoli, sono strutture invasive al massimo grado perchè hanno la capacità di poter parlare a tutto un mondo che mai prima di questo momento era stato protagonista della vita criminale di un territorio: i ragazzini. E non sono solo figli di camorristi o persone che vengono da un cà’tè di camorra, ma sono persone che vedono come unica soluzione alla propria vita il guadagnare subito e tanto. In una realtà dove la disoccupazione è considerata una piaga sociale ormai endemica, con un tasso di evasione scolastica che, nei quartieri più poveri, è di un minore su tre, c’è un vero e proprio esercito di giovanissimi disposti a morire per ottenere la possibilità di guadagnare all’istante e di essere figo su Instagram. Se vedi, la comunicazione Instagram dei ragazzi delle paranze di camorra è vincentissima. Gli (ormai) uomini della paranza di Emanuele Sibillo tutt’oggi sui social scrivono accanto al loro nome “ES17” fregandosene di poter dare elementi alla polizia e alle forze dell’ordine. Per contrastare questo sistema non bastano eserciti o manette, non basta aumentare le condanne: nella storia umana non si è evitato un solo omicidio aumentando le condanne, nessun crimine viene fermato dagli ergastoli, sono le riforme, il lavoro, le scuole aperte, l’investimento nelle associazioni, questo è parte del percorso che non si farà mai nel sud Italia.
Finora il sindaco De Magistris si è vantato di aver ripulito almeno il centro di Napoli e di aver fatto progressi sulla legalità . Questa bomba mette in crisi la sua narrazione?
De Magistris ha fatto una narrazione di ripulitura della città che ovviamente non esisteva. Va detto che è stato lasciato solo, da questo governo e da quello precedente. La narrazione del governo Renzi è stata drammatica perchè ha iniziato a parlare di cambiamento istantaneo. Dicevano “nella Terra dei fuochi abbiamo risolto”, come dimenticare quel grafico in cui solo il 2% del territorio risultava contaminato. Dicevano “il Sud sta ripartendo” e a sostegno c’era la bufala sulla Apple che investe a Napoli. Chiariamoci, ogni iniziativa economica e di formazione è la benvenuta, ma sembrava che la Silicon Valley si fosse trasferita a Napoli. Per non parlare dell’attacco a Gomorra e a quello che ho narrato, che serviva solo a dire “quello è il passato”, “quella Napoli non esiste più”, “è un’esagerazione”. È stato tutto sbagliato e in questo errore madornale si inserisce Salvini, che ha fiuto e intuito da sciacallo, la sua unica qualità in un uomo senza qualità , quella di sentire quale è la mossa da fare, una mossa che, intendiamoci, è solo teatrale.
Proprio Salvini ha già annunciato che sarà a Napoli e poi ad Afragola. Ti indigna perchè è la solita passerella oppure voi dargli un consiglio?
Non succederà nulla. Andrà a Rigopiano a promettere soldi che non può dare, distrugge le case abusive e si intesta gli esiti di una inchiesta partita anni e anni prima sotto altri governi, da parte di procure che non hanno agito su input dati da lui, il tutto mentre in Calabria si è affidato a persone con una storia compromessa di ‘ndrangheta. La Lega è stato il partito con maggiori responsabilità politiche, politiche ancor prima che giudiziarie, sull’infiltrazione del potere criminale nel Nord, quindi se c’è una persona con meno vocazione e capacità antimafia quella è proprio Salvini, ma lui sfrutta da sciacallo qualsiasi occasione possibile per poter, senza risolvere nulla, intestarsi un intervento. La passerella ad Afragola e Napoli sarà il solito teatro, che non ha iniziato lui, ma che lui rende ancora più macchiettistico e volgare, con questo suo vestire pericolosamente la maglia della polizia in ogni circostanza, ad uso di propaganda.
Soffermiamoci su questo uso delle uniformi di Stato. È un modo per ventilare l’uso della forza come propellente ideologico destinato al consenso?
È un messaggio pericolosissimo. Quella divisa la puoi indossare in occasioni istituzionali, non create da Salvini ad hoc, non in una dimensione di parte. È vergognoso, violento, autoritario come la frase che ama ripetere, il “me ne frego” dei commenti. Quella divisa, se non la toglie, la democrazia gliela deve strappare di dosso. Che significa quella divisa? Che se critico Salvini poi avrò un problema con la polizia? Significa che la polizia assomiglia a Salvini, al suo modo di agire, di pensare e di comunicare? Ci sarebbe da aver paura. E cosa sta facendo Salvini? Sta costruendo una istituzione politica? Sta facendo diventare la polizia una squadra politica? Questo significa quel suo indossare sempre e non in legittime occasioni istituzionali la divisa?
Afragola è la città del sottosegretario leghista, Pina Castiello, portabandiera leghista in Campania e vicina a Vincenzo Nespoli. Parliamo del volto della Lega al sud.
Afragola è un caso di scuola di una politica ambigua che ha sempre interloquito con la criminalità organizzata. La storia di Pina Castiello, vicina a Nespoli, mostra che cosa è davvero quel territorio e come sia quasi completamente affidato alle organizzazioni criminali, ai meccanismi di riciclaggio, ai sistemi di controllo militare dove la disoccupazione è un’arma di conquista politica, e dove le mafie neanche stanno investendo più perchè saccheggiano il territorio e portano via risorse. In questo Sud, Salvini – ricordi l’inchiesta dell’Espresso? – sapendo di non poter contare su una storia di coerenza, dato che ha solo infangato e sputato sul Mezzogiorno, si è rivolto alle peggiori clientele del territorio. Come Nespoli, la cui storia ben conosciamo: la lunga indagine della Procura di Napoli che parlava di voto di scambio, di concorso in bancarotta fraudolenta e concorso in riciclaggio e il Senato che, a scrutinio segreto, negò l’arresto. Tutto questo gli ha portato un potere enorme nel suo feudo di Afragola; un potere che ha regalato al mondo salviniano. E ora Salvini ad Afragola andrà a nascondere queste sue responsabilità con la solita messa in scena di lui che sta dalla parte di chi ha subito le bombe.
Beh, su questo però non c’è una novità . Non vorrei cadere in un luogo comune, ma è accaduto per decenni in alcune zone del Sud. Questa complicità con la politica si è sempre basata su una ipocrisia nella rappresentazione.
Senza dubbio. Anche Antonio Gava faceva questo: proclamava che Cutolo lo teneva in galera e la Nuova camorra organizzata era felicissima di queste dichiarazioni perchè tanto, operativamente, si agiva in tutt’altro contesto: continuava a investire, a fare affari con le banche e qualche arresto era messo in conto. Da sempre la politica che gioca a fare l’antimafia placa i giornalisti e allontana l’occhio indiscreto dell’opinione pubblica.
Salvini, tra le tante cose, ti direbbe che nel tuo ragionamento sulle mafie manca il tema dell’immigrazione che alimenta, ad esempio, la mafia nigeriana.
Questa è una fesseria che mi viene sempre detta. Io studio le mafie nigeriane dagli anni Novanta. E le organizzazione nigeriane presenti a Castel Volturno esistono da decenni precedenti gli sbarchi. È una cazzata dire che sono frutto dell’immigrazione. La verità è che la mafia nigeriana è un capitolo della mafia italiana, al netto della retorica sovranista: gli spacciatori magrebini rispondono alle mafie italiane, la mafia nigeriana vende a quella italiana. È un problema drammatico serio, importantissimo, ma può essere affrontato solo partendo dalle organizzazioni italiane. Tra l’altro mica ci sono solo le organizzazioni nigeriane. Se vogliamo dire le cose come stanno, ci sono organizzazioni bulgare, rumene, albanesi, macedoni, turche, moltissime organizzazioni criminali che si alimentano di migranti senza diritti. Il problema è l’opposto rispetto a come viene presentato: ogni qual volta si lasciano migranti senza diritti, si stanno dando eserciti alle organizzazioni criminali. Più ci sono diritti, per gli italiani e per gli stranieri, più le organizzazioni perdono manodopera.
Questi provvedimenti del governo sulla corruzione ti lasciano perplesso proprio sul terreno della lotta alla mafia?
Sì, sanciscono il fallimento politico del Movimento Cinque Stelle e dell’ imbarazzante ministro Bonafede. Hanno riempito social e giornali della presunta fine della corruzione, dopo la presunta fine della povertà e la presunta fine della criminalità organizzata. Ma la realtà dei fatti è che sono state aumentate le occasioni propizie per le dinamiche corruttive. L’innalzamento per la soglia degli affidamenti diretti, senza gara, da 40mila a 150mila euro è l’atto più grave fatto a favore di crimine organizzato. Chiunque conosca il funzionamento degli enti locali, soprattutto nel Sud, capisce bene che il governo ha deciso, invece di semplificare le gare, di mettere in conto un aumento della corruzione.
Ultima domanda. Quale è un solo atto di questo ministro dell’Interno che non critichi?
L’avermi querelato, perchè sarà un modo per portare Salvini in tribunale, costringendolo a dire la verità . E dato che mi ha querelato come segretario della Lega sarà anche un’occasione per chiarire alcune vicende ancora oscure del suo rapporto con i 49 milioni di euro che la Lega ha rubato agli italiani. Salvini è un esponente di punta della Lega da almeno 20 anni, nonostante voglia far credere di essere arrivato da Marte la settimana scorsa.
(da “Huffingtonpost“)
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