LA COMUNITA’ ISLAMICA DENUNCIA LA LEGA PER RAZZISMO
A GALATEA IL CARROCCIO ROMAGNOLO ACCUSA GLI STRANIERI DI NON RISPETTARE LE REGOLE…”MA COME, LAVORIAMO, PAGHIAMO REGOLARMENTE LE TASSE E LE BOLLETTE, LE SCUOLE RESTANO APERTE GRAZIE AI NOSTRI FIGLI, APRIAMO ATTIVITA’ COMMERCIALI E DOBBIAMO PURE SENTIRCI DIFFAMATI?”
“Hanno offeso la nostra onorabilità , vogliamo un risarcimento”.
Così la comunità di Galeata (2500 abitanti, il 20 per cento immigrati) si ribella al Carroccio romagnolo: “Le scuole restano aperte perchè sono arrivati i nostri figli, paghiamo le tasse, l’assicurazione dell’auto, lavoriamo. E provocazioni violente non ne vogliamo più”.
E gli esponenti del Carroccio che fanno? Danno la colpa alla sinistra e rincarano la dose: “Se hanno i soldi per gli avvocati si paghino anche il loro centro culturale”
Per la prima volta in Italia si sono organizzati e, dopo l’ennesimo siluro poco politicamente corretto (per non andare oltre) si sono rivolti a un avvocato e hanno firmato in calce perchè vengano denunciati e avere un risarcimento.
E’ successo così che gli islamici residenti in un paese della provincia di Forlì hanno fatto causa alla Lega Nord.
La numerosa comunità musulmana di Galeata, ha deciso di ricorrere alle vie legali contro la Lega Nord della Romagna, accusata di averli denigrati.
Gli islamici forlivesi hanno quindi dato mandato ad un legale di procedere contro il Carroccio romagnolo, a tutela della propria onorabilità .
Ad esacerbare gli animi è stato un volantino apparso nei giorni scorsi per le vie del paese dal titolo “Aquè…u’iè caidoun cu sraza”, che tradotto significa: “Qui c’è qualcuno che non rispetta le regole”, a firma della Lega Nord Romagna.
Dopo aver ribattuto con un “contro-volantino” intitolato “Galeata unita contro tutti i razzismi”, gli islamici han deciso di passare ai fatti, avvalendosi della legge.
Galeata è un piccolo paese del forlivese, di sole 2500 anime, di cui il 20% immigrati, la percentuale più alta della regione.
Tutto parte da una regolare richiesta presentata al Comune dall’associazione “Per l’integrazione” per trasformare l’edificio in via Don Giulio Facibene di proprietà della Postelegrafonica da attività commerciale a centro culturale, ossia un luogo di riunione per la comunità .
L’ipotesi però non piace a i militanti e politici della Lega che subito si attivano con un documento: “Se la comunità ha i soldi per pagarsi la moschea perchè non comprano libri di scuola per i loro figli e, perchè, se c’è da sborsare un centesimo, non li fanno partecipare ad attività scolastiche, gite, uscite, compleanni dei loro compagni, perchè spesso non pagano le utenze di acqua, luce, gas, affitto, bollo, assicurazione”.
Altrettanto pronta la risposta degli islamici : “Sono affermazioni false, ingiuriose e diffamatorie. Circa 40 persone offrono i loro risparmi per pagare l’affitto mensile della sede. Tutti i nostri associati sono onesti lavoratori con famiglie che da 16 anni hanno contribuito e stanno contribuendo a far crescere l’economia di tutta la Val Bidente. Gestiamo attività commerciali, paghiamo regolarmente le bollette e tutti usiamo la macchina con l’assicurazione valida. E molte scuole, se non fossero arrivati i nostri figli, avrebbero chiuso”.
Ora sarà la legge a decidere chi ha ragione o meno.
Felicia Buonomo
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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