LA CORTE DEI CONTI MANDA UN AVVERTIMENTO CHIARO AL GOVERNO: “ABBANDONARE DEFINITIVAMENTE IL RICORSO A PROVVEDIMENTI CHE OFFRONO LA DEFINIZIONE AGEVOLATA DEI DEBITI CHE RISCHIANO DI COMPORTARE ULTERIORI INIQUITÀ”
BASTA FAVORIRE GLI EVASORI FISCALI
La Corte dei Conti sottolinea la “necessità di abbandonare definitivamente il ricorso a provvedimenti che offrono, per le difficoltà del recupero (e per esigenze di bilancio), la definizione agevolata dei debiti iscritti a ruolo e che, oltre ad incidere negativamente in termini equitativi e sul contributo di ciascuno al finanziamento dei servizi pubblici, rischiano di comportare ulteriori iniquità”.
Le diverse disposizioni assunte tra il 2016 e il 2018 “hanno visto la presentazione di più di 4,1 milioni di istanze per 53,8 miliardi di introito previsto, di cui per oltre 33,6 miliardi vi è stato un omesso versamento”.
In termini di effetti finanziari, “nell’azione dell’amministrazione tributaria continuano a prevalere i controlli di tipo automatico (11,3 miliardi gli introiti nel 2022), mentre minori risultati producono le attività volte alla individuazione delle basi imponibili e delle imposte non dichiarate (5,8 miliardi gli introiti da attività di controllo sostanziale nel 2022)”, spiega Flaccadoro.
“Al riguardo sarebbe certamente importante una piena e completa utilizzazione delle banche dati tributarie e, in particolare, di quelle relative alle fatture elettroniche e ai rapporti finanziari, che dovrebbe costituire un aspetto centrale di una strategia di contenimento dell’evasione.
I risultati dell’attività di controllo sostanziale si caratterizzano per l’elevata concentrazione su un numero limitato di posizioni rilevanti (il 56 per cento degli introiti 2022 da controlli sostanziali è riferibile ad importi maggiori di 10 milioni), dovrebbe altresì essere rafforzata un’azione più estesa necessaria per contrastare l’evasione diffusa che tuttora caratterizza la situazione italiana”.
“I buoni risultati sul fronte del gettito del 2022 non devono ridurre l’urgenza di ridefinire un sistema tributario equo, condiviso e orientato alla crescita e che, proprio nelle fasi difficili come quella che attraversiamo, deve poter concentrare gli interventi sulle fasce più in difficoltà. Un ridisegno su cui è impegnato il Parlamento e di cui è parte fondamentale il sistema dei controlli”.
(da agenzie)
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