LA GRANDE ILLUSIONE: OGNUNO PENSA DI GOVERNARE LA CRISI, MA LA CRISI GOVERNA LORO
DALLE MINACCE DI RENZI ALL’IPNOSI DEL PD FINO AL VELLEITARISMO DI SALVINI
Dunque Renzi pensa, come un anno fa, di poter governare una crisi e di essere l’artefice di un nuovo governo o di un equilibrio più avanzato per il suo partito stritolato nel consenso dal protagonismo del premier.
E il Pd a sua volta pensa che non lo farà perchè l’uomo più impopolare d’Italia pagherebbe un prezzo a tirare giù l’uomo più popolare d’Italia.
E che comunque non accadrà perchè non ci starebbero i Cinque Stelle: dopo un governo con Salvini e uno con Renzi, sarebbe troppo anche per loro un Conte ter con i berlusconiani
Anche se ormai è evidente a tutti, lì dentro, che la conferenza stampa di Conte di domenica sera, segna un cambio di fase, l’attuale partito di maggioranza relativa sembra ipnotizzato dal consenso del premier.
L’alternativa, come evidente, non c’è, se addirittura Salvini propone, in questo contesto epidemiologico, di riempire le piazze, Berlusconi sogna il governo per il governo, la Meloni cresce nel consenso ma è come sterilizzato dall’assenza di progetto possibile di governo del paese.
È la fotografia di una grande illusione: l’illusione che ognuno abbia ancora il controllo della situazione e ne possa determinate lo sviluppo, nell’ambito di una gigantesca rimozione della straordinarietà della situazione.
Tante piccole storie personali e politiche senza un grande disegno di ricostruzione del paese, nel momento in cui il Re è nudo: la fine del lock down disvela la fragilità del governo nell’affrontare la “fase due”, a cui si arriva in modo incerto
Un morsa del diavolo stringe l’attuale assetto, per cui più di tanto non si può allentare ma se non si comincia ad allentare si rallenta la ripresa al limite di comprometterla.
Dicevamo, la politica. La sensazione è che siamo già oltre, proiettati in un quadro più inquietante, di “separatezza” della discussione politica di fronte all’urgenza della questione italiana.
Di una realtà più forte di un insieme di debolezze e di questo gioco di specchi, per cui nessuno è sufficientemente forte da imprimere un nuovo corso, nessuno così debole da rischiare l’estinzione, nessuno consapevole dei limiti del gioco parlamentare dopo che la pandemia ha chiuso il Parlamento.
Il Conte due, con i suoi annunci, il primato della comunicazione sulla politica, gli ultimatum di un alleato che parla come se fosse all’opposizione, assomiglia al Conte 1, prima del suicidio di Salvini: le parole raccontavano una crisi che mai si consumava perchè il gioco di specchi era funzionale alle parti in commedia.
Può andare avanti così in eterno o finirà per collasso, se la cruda realtà sancirà il default della politica, già visibile a bassa intensità .
(da “Huffingtonpost”)
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