LA LEGA CHIEDE UN DIBATTITO SU FINI? I FINIANI CHIEDANO CHE I DUE CONDANNATI BOSSI E MARONI SI DIMETTANO
LA MANOVALANZA LEGHISTA, PER CONTO DEL PARTITO DEGLI ACCATTONI, VUOLE UN DIBATTITO SUL RUOLO DEL PRESIDENTE DELLA CAMERA… E’ ORA CHE QUALCUNO SI CHIEDA PIUTTOSTO SE DUE CONDANNATI IN VIA DEFINITIVA DALLA GIUSTIZIA ITALIANA POSSANO ESSERE MINISTRI DELLA REPUBBLICA… E IL TEST ANTIDROGA PER I MINISTRI E’ NECESSARIO
La Lega chiede con una lettera all’ufficio di presidenza della Camera, al presidente Fini e ai capigruppo, di valutare la calendarizzazione di un dibattito in Aula sul ruolo del presidente Gianfranco Fini.
Spiega il capogruppo del Carroccio Marco Reguzzoni: «le dimissioni stanno nella coscienza di ognuno, ma è necessario che almeno il Parlamento possa esprimersi», perchè «a nostro avviso andando avanti così si lede la dignità delle istituzioni e si crea un precedente pericoloso».
La richiesta è che la questione venga valutata già alla riunione dei capigruppo dell’11 gennaio.
Durante la conferenza alla Camera, con i vertici del gruppo della Lega, Reguzzoni ha divulgato il testo della lettera inviata all’Ufficio di presidenza. «Sappiamo che non ci potrà essere un voto perchè non è previsto dal regolamento – ha spiegato il presidente dei deputati del Carroccio – ma riteniamo giusto che almeno ci si possa esprimere».
Sono tre, in particolare, i comportamenti di Fini che la Lega stigmatizza: «Non era mai accaduto che un presidente della Camera chiamasse nel suo studio parlamentari per convincerli a votare una mozione di sfiducia nei confronti del governo; che ministri e sottosegretari rimettessero il loro mandato nella mani di un presidente della Camera, che un presidente della Camera chiedesse le dimissioni del presidente del Consiglio davanti alle telecamere e convocando i giornalisti prima che si svolgesse il dibattito in aula”.
Forse al capogruppo lecchino di Varese, arrivato a quel posto dopo ampie lotte interne e protetto dal cerchio magico di donna Manuela, sfugge un dettaglio.
Una delle due presidenze istituzionali, prima dell’avvento di Berlusconi, per decenni è sempre stato affidato a un esponente della minoranza che come tale, fermo restando l’imparzialità nel’esercizio delle sue funzioni, faceva tranquillamente politica di partito.
Fini è sempre stato imparziale nella gestione dei lavori, riceve chi gli pare e chiede le dimissioni di chi gli pare in quanto capo di un partito.
Fossimo in lui, aggiungeremmo che avrebbe diritto anche a dare due calci nel culo a chi pare, fuori dalla Camera.
Soprattutto ai cialtroni pregiudicati.
Sarebbe invece opportuno che il Parlamento avviasse un dibattito se sia compatibile che due condannati in via definitiva per resistenza a pubblico ufficiale e finanziamento illecito al partito possano ricoprire il ruolo di ministri.
E invitiamo anche una volta per tutte la presidenza della Camera a rendere obbligatorio il test antidroga almeno per i ministri, se non per i parlamentari.
Sarebbe certamente incompatibile la carica di un dicastero con l’uso di sostanze stupefacenti.
Leave a Reply