LA LEGA VOLEVA FUGGIRE CON LA CASSA: QUEI 20 MILIONI NASCOSTI ALLA SPARKASSE DI BOLZANO
QUANDO MARONI CREO’ UN TRUST PER DIFENDERE I SOLDI DAI CREDITORI E DAI GIUDICI E SOTTRARLI AD AZIONI ESECUTIVE
Roberto Maroni ha trasferito 20 milioni di euro della Lega Nord alla Sparkasse di Bolzano e ha chiesto al suo legale, Domenico Aiello di costituire un trust o uno fondazione dove far confluire tutti i beni del partito per metterli al riparo dai leghisti amici di Umberto Bossi, come Matteo Brigandì.
Le intercettazioni inedite dell’indagine Breakfast della Dia di Reggio Calabria svelano i retroscena di un giallo di cui si era occupato anche L’espresso con un articolo seguito da imbarazzate mezze smentite.
Peter Schedl, allora direttore generale della Sparkassse, e il presidente attuale Gerhard Brandstà¤tter (avvocato altoatesino e socio di studio di Aiello) hanno seguito il trasferimento dei fondi da Unicredit alla banca dell’Alto Adige.
Aiello parla con Schedl il 14 gennaio 2013.
Aiello (A): l’operazione è quella di cui le ha accennato
Gerhard Schedl (S): Sì sì me l’ha accennata
A: Sto portando l’onorevole Stefani (tesoriere della Lega, ndr) in filiale a Milano ad aprire il conto (…) Brandstatter mi parlava di una cifra notevole. Quasi venti milioni e mi ha chiesto un’indicazione per il tasso
A : Il meglio che può fare, semplice. Andiamo via in una situazione che è il 3 e mezzo. Lui indicava il 4, c’ero io quando ha chiamato…
S: Il 4 non è possibile (…) facciamo così partiamo dal 3 e mezzo e poi da lì vediamo strada facendo.
Poi Aiello (A) chiama Brandstatter
(B), allora presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano.
A: Siamo andati ad aprire il conto
B: Sì mi ha chiamato adesso per dirmelo
A: Ah okay domani gli arrivano sei milioni di euro.
A gennaio 2013 la disponibilità sul conto IT13Z06….6 sulla filiale di Milano di Sparkasse arriva a 19 milioni 817 mila e 469 euro.
Nel 2014 i soldi saranno spostati, dopo l’arrivo alla segreteria di Matteo Salvini, in un conto di Banca Intesa.
La ragione è in una mail del 21 febbraio 2013 del dirigente Sparkasse Paola Brunelli ad Aiello: “Il tasso attualmente applicato si intendeva legato a una determinata operatività … si era prospettata la possibilità di investire in fondi, azioni, Crbz, pbbligazioni societarie ecc… successivamente siamo venuti a conoscenza del fatto che la legge 966-7-2012 art. 89 vieta ai partiti politici di investire la propria liquidità in strumenti finanziari diversi dai titoli emessi da Stati membri della Ue. ..”.
Brunelli chiama il 12 marzo 2013 Aiello: “Che pasticcio!
Questa cosa spicca agli occhi di qualcuno che venisse a fare dei controlli nel senso che mi dicono: ‘perchè tutti gli altri clienti con patrimoni grossi hanno l’1,5 e questo ha il 3,5?!’”
All’origine del trasferimento del conto e dell’idea del trust c’è la questione Brigandì.
L’ex parlamentare per anni legale di Bossi, in quel periodo fa valere i suoi vecchi incarichi.
La Lega viene condannata a pagare milioni di parcelle e Maroni chiede contromisure ad Aiello.
L’ipotesi nasce in vista delle elezioni 2013 ma rivive in estate dopo la vittoria in Lombardia.
Aiello, intercettato senza essere indagato dal pm Giuseppe Lombardo di Reggio Calabria, riceve una telefonata di Maroni il 22 luglio 2013 alle 23.
L’allora segretario gli dice di aver parlato con Calderoli per costituire, imitando Alleanza Nazionale, una fondazione dove trasferire tutto il patrimonio della Lega, mobiliare e immobiliare.
La ragione?
Maroni spiega: “in buona fede, non pensavo che si sarebbe arrivato a tanto, ma, se Bossi inizia a fare questo gioco, si impone una reazione, per evitare di rimanere in mezzo ”.
La questione della Fondazione, spiega Maroni, deve rimanere tra lui, Aiello, Calderoli e Carmine Pallino, un commercialista : “non deve essere portata a conoscenza di altri”.
Maroni sottolinea che bisogna trovare, rapidamente, il modo di separare il patrimonio dalla gestione del partito
Aiello replica che il notaio Busani l’aveva già studiata. Lui rispolvererà il progetto.
Effettivamente antico.
Già il 20 dicembre 2012 Aiello chiamava il suo collega Massimo Centonze e gli diceva che Maroni lo aveva autorizzato a creare un fondo separato “come fosse un trust” .
Perchè quel fondo dovrà essere il portafoglio della campagna elettorale.
Aiello prosegue: il partito deve avere un patrimonio separato rappresentato da un conto corrente da aprire alla Sparkasse perchè “se i nove milioni che sono stati pignorati li avesse avuti su questo fondo non potevano essere oggetto di sequestro”.
Aiello dice che bisogna far presto “entro il 10 gennaio perchè il 15 gennaio si presentano le liste”.
Il timore di Maroni è che poi venga un ‘pazzo’ come il procuratore di Forlì Sergio
Sottani che dice: ‘l’impegno di ogni singolo candidato per me costituisce una compravendita di candidatura. Invece così il singolo candidato si impegna a versare direttamente sul patrimonio destinato”
Aiello a gennaio 2013 confida anche al commercialista Massimo De Dominicis: “Noi obbiamo segregare un patrimonio esistente di 20 milioni e uno nascente”.
Entro il 10 gnnaio. Anche perchè “loro prendono una vagonata di soldi a dicembre e una vagonata a luglio e adesso è arrivata una vagonata di soldi”.
De Domenicis: “Il veicolo migliore è il trust”, istituto giuridico di origine anglosassone usato in Italia per ragioni ereditarie o fiscali nel quale un soggetto (qui la Lega) trasferisce i beni al cosiddetto trustee.
Poi Aiello il 9 gennaio 2013 chiama il notaio Busani per avere chiarimenti.
Busani (B): Quanti soldi parliamo di segregare?
Aiello (A): Almeno 10 milioni.
B: Hai paura di azioni esecutive?
A: Una l’abbiamo appena subita di 3 milioni, prestazioni professionali erano. Tra l’altro un dirigente della Lega Nord (Brigandì, nd r). Però prima vorrei capire la bontà della struttura che mettiamo in piedi…
B: Domenico, la bontà è che i soldi non sono più sul conto della Lega e vaffambagno. Se fanno l’esecuzione non li trovano!
Il 10 gennaio 2013 Aiello chiama Maroni preoccupato proprio per eventuali nuove azioni di Brigandì che “forse ha portato via altre carte che erano sue”.
Poi suggerisce all’allora segretario: “In ragione di questo valuta ancora quello spostamento almeno di una parte del residuo, almeno il 50 per cento di quei fondi lì’ perchè se questo qui già conosce quel conto corrente …”.
Maroni rinvia all’indomani. Il trasferimento dei 20 milioni poi ci sarà .
Il trust e la fondazione? “Io non ne ho più saputo nulla”, chiosa il notaio Angelo Busani.
Marco Lillo
(da “il Fatto Quotidiano”)
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