LA MAGGIORANZA FA I CONTI E POI DA’ I NUMERI: 315 VOTI SICURI, SI PUO’ ARRIVARE A 320
I DUBBI E LA PAURA PER IL VOTO DI FIDUCIA DI OGGI … NEL WEEK-END TANTI TORNANO A CASA
Dopo il tonfo in Aula sul Rendiconto – con relativo contorno di repentine emicranie, improvvise distrazioni, necessità fisiologiche e veri problemi di famiglia di svariata natura – andare al voto di fiducia di domani con il cuore leggero per la maggioranza non è facile.
Alle insofferenze degli scajoliani e all’affidabilità relativa dei «responsabili», si aggiunge anche qualche dubbio sulla permanenza a Roma dei leghisti, deputati abituati a tornare «sul territorio» di giovedì pomeriggio o venerdì mattina.
Tanto che fino all’ultimo si è discusso se rinviare il voto a martedì.
Eppure i «contabili» della maggioranza ostentano sicurezza e fissano a quota 318-320 la soglia che può essere raggiunta agevolmente.
I più cauti, invece, fissano il tetto a 315.
Daniela Santanchè non pare granchè preoccupata e si dice sicura di un buon risultato. In linea Mariastella Gelmini: «Non ho dubbi che avremo la fiducia».
Poco più in là c’è un capannello di «scajoliani».
L’ex ministro rassicura: «La fiducia non è mai stata messa in discussione».
Però ripete che serve una discontinuità e si aspetta dal discorso del premier qualche segnale in tal senso.
Tutti gli scajoliani giurano fedeltà , «almeno per questo voto».
Ma gli sguardi restano sfuggenti e il termometro del malumore oscilla troppo velocemente per prevedere l’assenza di perturbazioni.
L’ultima fiducia a Montecitorio, il 28 settembre scorso, è stato in realtà un voto di sfiducia individuale nei confronti di Saverio Romano.
In sua difesa la maggioranza racimolò 315 voti, contro i 294 dell’opposizione.
Ora il ministro Franco Frattini assicura che ci sarà la maggioranza assoluta.
Non la pensavano come lui i dirigenti pdl alla Camera, visto che a un certo punto si è pensato di rinviare il tutto a martedì: troppo grosso il pericolo di assenze dei leghisti, di ritorno nei loro collegi per il fine settimana.
Nel pomeriggio, il contrordine di Marco Reguzzoni: «Si vota domani, anzi è già tardi».
Non ci saranno Pietro Franzoso (per malattia) e Alfonso Papa (a Poggioreale), ma erano già assenti all’ultima fiducia.
Mancherà per la prima volta in una fiducia, invece, il voto di Santo Versace, che ha abbandonato il Pdl: «Sono preoccupati? Fanno bene. Se vanno giù, il Paese tirerà un sospiro di sollievo, sarà più sorridente».
Versace ha tirato una riga nera su Silvio Berlusconi: «Ha fatto il suo tempo. E poi non vedete come soffre? Smetta di fare il politico a tempo perso e si goda la vita 24 ore su 24. Intanto noi facciamo un governo di transizione con Mario Monti. Sto lavorando a un nuovo gruppo».
Giorgio Stracquadanio, che voterà la fiducia, non sprizza ottimismo: «Credo che anche questa volta la fiducia ci sarà . Ma il prossimo incidente potrebbe essere extraparlamentare: a novembre Berlusconi potrebbe essere condannato nel processo Mills». Foschi presagi.
Che mettono di malumore Giacomo Chiappori, sindaco di Diano Marina e deputato leghista: «Non ho mai simpatizzato troppo per Berlusconi. Ma non è questo il momento di giocare ai bussolotti. C’è troppa imbecillità , c’è gente cieca che non vede la gravità della crisi».
E Scajola? «Dovrebbe essere un po’ più serio. Non gli conviene fare la figura di chi vuole una poltroncina».
Pippo Gianni, dei «responsabili» («Ma ora ci chiamiamo Territorio e non mi ricordo cosa»), l’altro giorno non ha votato, causa emicrania: «Pressione alta. Sono medico e so cosa vuol dire. Stavolta prenderò una pillola. Se non volessi più questo governo, lo direi chiaramente, non mi nasconderei dietro la pressione».
Però qualcosa deve cambiare: «Tremonti dopo il taglio pensi al cucito».
Sicuro che gli altri «responsabili» voteranno la fiducia? «Tutti lo giurano, ma boh. In teoria non ci sono problemi, ma si sa che a volte la notte porta consiglio».
Alessandro Trocino
(da “Il Corriere della Sera“)
Leave a Reply