LA RAGGI ERA IN TRATTORIA, ALTRO CHE CONTRATTEMPO: SOLO UN SINDACO VERGOGNOSO BUCA GLI APPUNTAMENTI E POI MENTE
PRIMA FISSA L’APPUNTAMENTO QUANDO HA GIA’ DECISO L’INTRALLAZZO PER PENALIZZARE ROMA, POI SI FA BECCARE MENTRE SBAFA “DA DINO” IN VIA DEI MILLE… MALAGO’ SMONTA LE RAGIONI DEL NO
La Raggi fa aspettare 37 minuti Malagò e Pancalli che se ne vanno via furibondi dal Campidoglio. Avevano chiesto che il summit si tenesse in diretta, in streaming, per poter spiegare le loro ragioni (richiesta rifiutata).
Ma il famoso incontro non si è nemmeno tenuto.
Perchè mentre il presidente del Coni aspettava in Campidoglio, la Raggi era comodamente a pranzo alla pizzeria “Da Dino” a via dei Mille, vicino piazza Indipendenza.
Uno schiaffo al mondo dello sport.
Malagò, uscendo dal Campidoglio, era livido: non ha torto. Raggi si è insediata il 19 giugno, ha ricevuto-con tutto il rispetto-anche i parlamentari giapponesi, ma è arrivata in ritardo all’appuntamento con Malagò e Pancalli.
Raggi si giustifica, “un contrattempo”, mentendo.
Malagò ricostruisce il mancato incontro: “Dopo 37′ di attesa siamo andati via”.
Una “mancanza di rispetto e di attenzione” per il n.1 dello sport.
Ma veniamo al nodo del no. “Noi non apparteniamo a nessun partito politico. Noi siamo andati avanti col sostegno pieno del governo e della Regione: abbiamo fatto quello che dovevamo fare. Noi siamo candidati perchè sono cambiate le regole del gioco, questo è il punto centrale. Raggi deve saperlo. L’agenda 2020 del Cio prevede impianti temporanei, prevede il coinvolgimento di altre città , prevede il lascito… Tanto è vero che il nostro bugdet complessivo è meno di un decimo di Sochi, il Cio ha previsto una riduzione dei costi. Era l’occasione per sistemare il Flaminio, le Vele di Calatrava, e tante altre opere. Io conosco le carte. So di cosa parlo”.
Difende la correttezza e la trasparenza delle sue scelte.
“Abbiamo stretto un accordo con Cantone”.
E attacca: “Consiglio alla sindaca di non presentare quella mozione, presa da Wikipedia, in consiglio comunale, parla di città non candidate come Amburgo, Boston. Bisogna sapere di cosa si parla. Sono cambiate le regole del gioco, il no va motivato”.
E attacca Raggi: “Non è vero che Roma paga ancora i debiti dei Giochi del 1960, è una falsità assoluta. Demagogia. Populismo. Le mangiatoie? Se avete timori, gestite voi. Non c’è un motivo vero per dire di no ai Giochi del 2024. C’è tutto il tempo per discutere sul dossier. Qui è tutto pretestuoso, già scritto. Solo un discorso di principio. Raggi è stata scortese, i Giochi erano un’opportunità per la città . Noi eravamo anche disposti ad indire un referendum. E la nostra credibilità internazionale ora dove va a finire? Dopo due anni non possiamo tirarci indietro. Da parte di Raggi solo alibi, non rispetto nei confronti di tutto il nostro mondo. Uno dei capisaldi nel dire no della sindaca è proprio quello di non favorire certe lobby del mattone, ma realizzare la città della scienza a Tor Vergata è proprio riconoscere una precisa concessione che c’è in quell’area. So di cosa parlo, ho letto le carte, se realizzi a Tor Vergata un’aula per l’università vale la concessione a un consorzio, tra cui la Vianini. Se realizzi un villaggio per atleti automaticamente si va a gara pubblica con trasparenza” .
E’ quasi commosso. Indignato e commosso.
“Io sono sereno, ho il senso del giusto. Ora dovranno assumersi le loro responsabilità “.
E ricorda l’ipotesi di chiedere i danni erariali visto che il Comitato promotore ha speso i soldi pubblici (circa 10 milioni). “Ora andiamo avanti, fino all’atto formale: Comune e Giunta si assumeranno la responsabilità della delibera che dà discontinuità alle precedenti decisioni. Come amministratori pubblici ci si deve assumere le responsabilità – ha aggiunto Malagò – Però do un vantaggio a Raggi: ritiri i riferimenti alle città che si sono ritirate, su quelle Wikipedia non è aggiornata…”.
Diana Bianchedi parla di populismo, “ci saremmo aspettato un’analisi profonda del nostro dossier” e anche Luca Pancalli, leader del movimento paralimpico, ci è rimasto malissimo: “Mi sembra che stiamo privando di un sogno tutti i cittadini. Non sono i grandi eventi che producono i debiti ma come vengono realizzati, mi sarei quindi aspettato coraggio, da parte di chi fa della trasparenza, il rigore e la serietà alla lotta agli sprechi, di accettare la sfida e dimostrare che noi italiani siamo in grado di fare le cose fatte bene e con rigore”.
(da “la Repubblica“)
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