LA “STRETTA” DELL’8 MARZO HA EVITATO IN UN MESE 200.000 RICOVERI, MIGLIAIA DI MORTI E IL COLLASSO DEL SISTEMA SANITARIO
LO STUDIO SCIENTIFICO DI 5 UNIVERSITA’…IMMAGINATE SE FOSSE STATA UNA CHIUSURA “VERA” PER TRE SETTIMANE, NON UNA FARSA CON IL 69% DELLE AZIENDE APERTE: AVREMMO EVITATO LA MORTE DI MIGLIAIA DI PERSONE E OGGI IL VIRUS SAREBBE QUASI SCONFITTO
La pandemia a cui siamo sottoposti è stata una sfida. Il suo arrivo ha portato all’introduzione di misure di contenimento che hanno cambiato la nostra vita drasticamente, e hanno influito sulle nostre economie. Ma tutto questo è servito.
Se l’8 marzo non ci fosse stata quiella chiusura molto parziale del Paese, sarebbe stato necessario il ricovero ospedaliero per almeno 200.000 persone in più, col risultato di un collasso del sistema sanitario, che era stato annunciato, ma poi non c’è stato.
Non solo: la capacità di contagio è stata in questo modo progressivamente ridotta del 45 per cento.
Questi sono i risultati di uno studio effettuato da un gruppo di ricercatori italiani che appartengono a Politecnico di Milano, Università Ca Foscari di Venezia, Università di Padova, Università di Zurigo, Scuola Politecnica di Losanna.
E’ stata effettuata una modellazione nello spazio e nel tempo dell’andamento del Covid -19 in Italia, sulla base dell’aggiornamento continuo dei dati resi pubblici dalla Protezione civile, e basata sul tempo dell’evoluzione dell’infezione nelle varie comunità locali e della mobilità degli individui tra i luoghi di lavoro.
Il calcolo è stato fatto fino al 25 marzo.
Analizzando la mappa del contagio si è scoperto che il virus si è espanso rapidamente attraverso le reti di trasporto, una informazione da tenere conto nell’ambito della riapertura.
Gli studiosi hanno infatti analizzato i dati dell’Istat relativi alla mobilità pre Covid, e li hanno confrontati con il rallentamento successivo provato da uno studio indipendente basato sulla geolocalizzazione dei telefoni.
Le società globalizzate, come la nostra, sono perfette per la diffusione delle zoonosi, le malattie derivate dagli animali, facilitate dal cambiamento climatico.
Il Covid è un esempio: ha approfittato dei viaggi per diffondersi in pochi mesi in tutto il mondo, colpendo oltre 3milioni di persone. Solo un comportamento contrario a quello che eravamo prima, vale a dire l’isolamento, poteva dunque rallentarlo.
Proprio studiando i movimenti nello spazio, ovvero la mobilità regionale e la progressione della distanza sociale, è stato possibile seguire l’onda che dal primo focolaio ha raggiunto poi tutte le regioni. Per poi calcolare l’effetto delle misure di contenimento.
Gli studiosi hanno anche stimato una media di circa 600 mila contagi, mentre i dati ufficiali, al 25 marzo, ne calcolavano 74.386.
I provvedimenti presi dal Governo hanno effettivamente ridotto il tasso di trasmissione. I risultati sono stati confermati dall’andamento reale dell’epidemia e potrebbero quindi essere impiegati nello studio dei prossimi interventi, in particolare quelli previsti per la riapertura. Sempre che sufficienti misure di contenimento vengano mantenute.
Resta la domanda: se l’8 marzo si fosse proceduto a una chiusura “vera” del Paese per tre settimane (non quella farsa con il 69% delle aziende aperte) quante migliaia di persone avremmo salvato dalla morte?
(da Business Insider)
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